14 marzo 2022

Beltrami (Ance): "Il caro materiali ci porta a una situazione drammatica. I cantieri stanno chiudendo"

Il 23 febbraio 2022 è stato presentato alla stampa l’Osservatorio Congiunturale sull’Industria delle Costruzioni. Lo studio è stato illustrato dal Presidente nazionale dell’Ance, Gabriele Buia, dal Vicepresidente Rudy Girardi e dal Direttore del Centro Studi Ance, Flavio Monosilio. All’incontro hanno partecipato il Dott. Gregorio De Felice, Head of Research and Chief Economist di Intesa Sanpaolo, che ha arricchito l’analisi e il dibattito sulle prospettive di sviluppo del settore anche in relazione al contesto macro economico generale e la Dott.ssa Vera Fiorani, Amministratrice Delegata di RFI, che ha fornito un aggiornamento sull’andamento e sulle prospettive future degli investimenti ferroviari, evidenziando tutti gli strumenti messi in campo per garantire la veloce e corretta realizzazione delle opere, come la revisione del prezzario e la previsione di un’apposita clausola di revisione dei prezzi. 

L’evento è stata l’occasione per riflettere sullo stato di salute del settore che, per la prima volta dopo tanti anni, mostra dei segnali di straordinaria vitalità (+16,4% di investimenti su base annua), contribuendo per oltre un terzo alla crescita del Pil nel 2021. 

La dinamica particolarmente positiva evidenziata dal settore risulta trainata, in particolare, dal comparto della riqualificazione abitativa, il cui incremento supera il 20%. Tale stima, molto più alta di quanto previsto a inizio dello scorso anno, tiene conto degli effetti eccezionali degli incentivi fiscali. 

Le previsioni per il 2022 sono di una tenuta del settore (+0,5%), risultato di una crescita di tutti i comparti tranne quello della riqualificazione abitativa, che risentirà del ridimensionamento imposto dall’ultima Legge di Bilancio. 

Anche per le opere pubbliche la stima per il 2021 è di una crescita rilevante (+15%) che conferma gli effetti delle misure di sostegno degli investimenti pubblici previste negli ultimi anni, soprattutto a favore degli enti territoriali, nonché l’avvio e il potenziamento dei lavori in corso per alcune importanti opere infrastrutturali. Sul risultato ha contribuito, inoltre, un primo effetto acceleratorio determinato dal PNRR e limitato agli investimenti già in essere, ricompresi nel Piano europeo. 

Sul 2022, tuttavia, peseranno alcune importanti criticità. Il riferimento va agli eccezionali incrementi dei prezzi dei principali materiali da costruzione, al problema della carenza di manodopera e all’accelerazione dell’inflazione di questi ultimi mesi. 

Il Presidente di Ance Cremona, Carlo Beltrami, ha dichiarato: ”Dei 220 miliardi di risorse del Pnrr, 108 miliardi passano per il mondo delle costruzioni, dalla grande infrastruttura al piccolo intervento. Ci sentiamo responsabili di questo grande cambiamento, ma per riuscirci bisogna correre e far funzionare al meglio la macchina. Il caro materiali, però, ci pone in una situazione drammatica (i prezzi di alcuni materiali legati all’acciaio sono quasi triplicati nel 2021 e la situazione nei primi mesi del 2022 è peggiorata), che si sta deteriorando molto rapidamente a causa del sopraggiunto conflitto ucraino. Lo testimoniano l’ulteriore aumento dei costi dell’acciaio di circa il 20% in meno di 10 giorni, l’irreperibilità di materiali come il bitume , con relativo aumel prezzo dell’asfalto stimato ad un più 600% ! O il fermo della catena di approvvigionamento che sta paralizzando progressivamente i cantieri. Nessuna impresa, grande, media o piccola, può reggere un impatto così rapido e devastante. La situazione è ormai fuori controllo. Servono subito misure efficaci e immediati. I cantieri stanno chiudendo, anzi in alcune regioni del centro sud, i colleghi hanno già concordato una chiusura temporanea dei cantieri di una settimana, il personale verrà messo in cassa integrazione. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rischia di fallire e non sarà possibile arrivare ad ultimare i 30% dei lavori entro giugno per quanto riguarda i bonus fiscali sulle case singole. Se chiudono anche gli impianti di produzione di calcestruzzo, ed alcuni lo hanno già fatto anche al Nord Italia, ci troveremo costretti a rivedere i cronoprogrammi dei lavori. Chiediamo come imprenditori un intervento decisivo ed urgente da parte delle forze politiche” 


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