6 maggio 2024

La crisi colpisce anche i centri commerciali: al Cremona 2 di Gadesco diversi negozi chiusi, l'ultimo Kasanova. Ancora vuoti gli spazi di Lovable e del ristorante self service Ristò. Chi resisterà?

Si parla di continuo della profonda crisi che ha colpito il mondo del commercio cittadino, fra analisi politiche e dati di fatto. La crisi del commercio è in ogni dove e non risparmia neppure i centri commerciali. Il Cremona 2 di Gadesco Pieve Delmona, primo nato tra i grandi centri commerciali del territorio, ha da qualche tempo mostrato segni inconfutabili di crisi. Dopo la chiusura di Lovable e dello storico self service Ristò, ancora vuoti, è stata ora la volta di Kasanova. L'azienda di casalinghi ha abituato la sua clientela a ciclici "Svuotatutto", ogni volta però seguiti da poche ore di inventario e da un rifornimento della nuova merce sugli scaffali. Questa però sembra essere stata l'ultima iniziativa di questo marchio nel centro commerciale di Gadesco, dove ora torreggiano gli usuali teli a tutta vetrina che "rassicurano" i clienti con future nuove aperture. Per ora però rimane un ulteriore spazio vuoto in una galleria non scevra da "voci" circa l'elevato costo degli affitti, la scarsa affluenza di pubblico e la conseguente bassa appetibilità degli spazi. Nella grande area esterna è nato Ni-Hao dalle ceneri di Mediaworld, aperto proprio il 1 maggio. Se anche i centri commerciali sono in crisi, in che direzione sta andando il commercio? Mentre le vie del centro sembrano resistere quasi solo col food e i grandi marchi tentano la fortuna trasferendosi proprio nei centri commerciali (come Tezenis, di cui abbiamo scritto qui nelle scorse ore), la fotografia dello shopping è sempre più sfocata e colma di incognite. A far la guerra al commercio al dettaglio vi sono naturalmente i numerosissimi portali on line per gli acquisti da casa, servizi che in alcuni casi, per fortuna, ancora non totalizzano il mercato grazie all'impossibilità per esempio di provarsi un vestito senza averlo già preventivamente acquistato e senza poterne chiedere immediatamente una taglia diversa. Quel tipo di servizio, per ora, resiste ancora nel negozio fisico. Quanto tempo impiegherà il commercio on line a colmare anche questo gap? Come si evolverà il volto del commercio cremonese nei prossimi vent'anni? Una cosa è certa: tra un acquisto e l'altro ci sarà sempre posto per mangiare qualcosa. Magra (forse non troppo) consolazione. 

foto Gianpaolo Guarneri/Studio B12

l.b.


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commenti


Gianluca

6 maggio 2024 14:37

Eccesso di offerta e domanda stagnante. Alla lunga anche i centri commerciali patiranno. Ma dalle nostre parti sembrano non capire.

PierPiero

6 maggio 2024 16:10

La crisi dei centri commerciali non nasce certo oggi, sul milanese ormai sono anni che alcuni centri commerciali boccheggiano e la sfilza di negozi chiusi è un desolante compagno di passeggiata al loro interno.
Il modello era già in crisi in America molti anni fa ma in Italia e ancor più stoltamente a Cremona (che notoriamente arriva sempre dopo Milano) si è fatto finta di non vedere.
Quello che non si capisce è questa ottusa insistenza ad aprire nuovi spazi che, puntualmente, si troveranno a soffrire per l'apertura di altri. I bacini di utenza non aumentano e tantomeno la disponibilità economica dei clienti. È quindi una guerra tra poveri, dove l'ultimo che sopravviverà penserà di aver vinto.

Marilena

6 maggio 2024 17:24

Consiglio l'apertura di qualche altro ipermercato....Cremona è satura da tempo!!!

Fabbiano

6 maggio 2024 17:33

Mi ricordo quando aprì l'IPER a Gadesco che poi diventò Cremona 2 con spillett a cuore come gadget, ovviamente, gli anni passano, era il primo centro commerciale cittadino, ed ora risente dell'offerta di altre catene, più vicine alla città. Mi pare ovvio

Monica

6 maggio 2024 18:06

Troppa, davvero troppa offerta. E le nostre case scoppiano di oggetti di ogni tipo. In più, secondo me, la spesa delle persone si sposta verso i viaggi e l'estetica

Claudia

6 maggio 2024 18:17

Troppi centri commerciali per forza vanno in crisi anche loro.

Marco

6 maggio 2024 18:52

Tutte considerazioni che condivido in pieno.
l'articolo analizza perfettamente la situazione del commercio cittadino.
Virata decisa verso il commercio online e negozi utilizzati come sorta di camerini per poi comperare sui siti e-commerce.
Logica caro affitti che strangola i negozianti uniti all'aumento dei costi primari.
La variabile che nessuno considera è che Cremona è la città con più anziani d'Italia e con un costante calo demografico parzialmente coperto dagli immigrati.
Il futuro vede la coperta sempre più corta per tutti.

Isa

6 maggio 2024 19:20

Personalmente trovo che sia calata anche la qualità dei prodotti a marchio del supermercato oltre a essersi ristretta l'ampiezza della varietà in generale.
Sono anche spariti molti prodotti 'primo prezzo'.

Beatrice

7 maggio 2024 07:37

Ma è datato è stato il primo ipermercato a Cremona.Ha bisogno di essere ristrutturato. E POI SONO TUTTI UGUALI I NEGOZI ,Cremona è piccola.

Francesco

7 maggio 2024 13:34

Potrei capire se si decidesse di investire
Nel territorio bresciano, ma nel Cremonese dove il reddito pro capite è più basso e per cultura contadina la gente è più tirchia...eviterei di aprire altri centri commerciali

Paolo cremonese doc

8 maggio 2024 18:46

Ci sono 7 centri commerciali per chi a Cremona...!!!! Solo per il comume che guadagna soldi su soldi....e cremona sempre piu brutta...
Tolte piazze e vie solo per centri commerciali...😂😂😂😂😂
Un obbrobrio ....

Paolo

8 maggio 2024 18:54

Cremona era una citta' meravigliosa...Ora un obbrobrio..Mantova sempre piu bella, Piacenza pure, Brescia pure..
Como pure..
Cremona devastata
Conduzione politica solo per ricavare
Un sindaco ca cui non interessa nulla
Solo ridere
Però la gente piange...perche lavora o vive in una citta davvero triste... Centri commerciali costriuti solo per fare guadagnare il comune e parcheggi a pagamento solo per stressare la gente.
Una citta sempre vuota
Per forza.
Fa schifoooooo
L'hanno distrutta..azzannata...uccisa..
I veri cremonesi dovrebbero fare una rivolta

Manuel

8 maggio 2024 21:16

I cremonesi che contano non vogliono la rivolta, vogliono lo status quo!... e quando i cremonesi che contano si muovono o dichiarano, tutti zitti ed allineati!

Anna Maccabelli

9 maggio 2024 13:14

Troppi supermercati per un bacino d'utenza modesto