15 assalti e un misero bottino per i pirati grigiorossi. All'orizzonte si profila una tempesta. Alvini non molla il timone della nave
Dopo aver seguito l’ultima giornata di campionato, essermi rivisto ‘in differita’ ( e non senza fastidio) la partita di Empoli, dopo essermi sorbito la conferenza stampa post partita di Alvini e le dichiarazioni di capitan Buonaiuto, sono arrivato alla personale conclusione che a questa Cremonese, anche a fronte delle dirette concorrenti, serva un miracolo per salvarsi, a men che non si provi a cambiare radicalmente rotta e strategia, in attesa di qualche aggiustamento di un mercato invernale che raramente, sarà per la stagione o per il fatto che chi ha i giocatori buoni se li tiene, porta sempre un raccolto scarso.
In aggiunta, la giornata di campionato appena conclusa, ha ulteriormente ampliato la frattura tra le ultime tre squadre in classifica (Cremonese, Sampdoria e Verona) e le altre, lasciando al tifoso grigiorosso una insistente sensazione di fallimento rispetto al minimo obiettivo che la società si era posto almeno nella prima parte di campionato.
Aldilà dei proclami lungimiranti del mister che declama con invidiabile sicurezza una salvezza certa qualora lui restasse al comando della nave grigiorossa, mi vien da pensare che un allenatore, debba essere valutato secondo il raccolto che ha tratto dalla sua semina e dal suo lavoro, in termini di risultati e di classifica.
Anche la qualità del gioco deve essere messa sul piatto della bilancia, ma nel calcio non c’è nessuna giuria della critica che può decretare una vittoria per meriti postumi.
Ne consegue che la nave prosegue lentissima con le vele sgonfie verso un porto ancora molto lontano, ma che si avvicina sempre più e i giorni passano, l’equipaggio esegue gli ordini, all’orizzonte si staglia un cielo torbido che minaccia tempesta.
Domani dopo l’ultimo allenamento, ci sarà il rompete le righe fino al 28 novembre, da lì la società (e la proprietà) deve seriamente valutare se continuare verso quella che pare una ineluttabile sciagura. Valutare se sia il caso di cambiare timoniere, una persona che conosca bene le insidie di questo mare, che ne abbia già affrontato con successo le intemperie e gli ostacoli, che dia fiducia e consapevolezza a un equipaggio che non si può certo ammutinare, ma che rischia di lasciarsi andare al suo destino senza trovare sufficiente forza per cambiarlo.
Il mercato invernale, da tanti evocato come soluzione alle peripezie grigiorosse, comincerà solo il 2 gennaio e termina a fine mese, ciò vuol dire che eventuali rinforzi arriveranno (a regime) a febbraio.
Come ripete fino a sfiancarsi Alvini il campionato è lungo, dopo la sosta ci saranno 5 mesi e 23 partite da giocare, ammiro la sua lungimiranza quando afferma che con lui la Cremonese a maggio sarà salva, ma personalmente, riservandomi il piacere di essere eventualmente contraddetto e per questo sbeffeggiato, ho molti dubbi in merito, troppi. Un'affermazione che vista l’insistenza con cui il mister grigiorosso la declama, ai più come una bonaria minaccia che come una ineluttabile verità. Di fronte ad una classifica disastrosa, a dei risultati in termini di numeri altrettanto fatiscenti, mi auguro che chi di dovere trovi il coraggio e la lucidità di fare le scelte per fare tutto il possibile per mantenere questa categoria ritrovata dopo 26 anni di peripezie.
E’ vero, Verona e Sampdoria hanno cambiato allenatore senza di fatto avere un riscontro positivo, ma da che mondo è mondo e da quando si prende la palla ‘a pedate’ il primo a pagare il conto se non arrivano i risultati è proprio l’allenatore. Di fatto la squadra la costruisce e la mette in campo l’allenatore, secondo le sue idee ed i suoi crismi, cercando di trasmettervi dei valori e una identità, prendendosene tutte le responsabilità.
Senza entrare nel merito delle scelte tecnico tattiche, basterebbe dire che Buonaiuto ha esordito da titolare solo la 14a giornata, Zanimacchia, dopo aver vagato per almeno una decina di partite in una trequarti che ne ha dato solo la brutta copia di quel giocatore determinante in fascia che si era evidenziato dello scorso campionato. Al danno la beffa di ritrovarlo in panchina a fronte di un modulo che penalizza le fasce, potenzialmente le nostre armi migliori, a fronte della necessità di capire se i problemi si possano risolvere giocando con un vertice alto o vertice basso. Poco conta di avere giocatori che non sono in grado di incidere su queste soluzioni, o se li hai li lasci in panchina.
Senza far nomi, almeno un paio di giocatori se non tre, sabato sarebbero dovuti uscire alla fine del primo tempo per la poca incisività. Niente di ciò, salvo che il cambio lo ha fatto l’allenatore avversario (come con la Samp) e lo stesso abbia ‘uccellato’ ben 4 difensori grigiorossi segnando il gol che ha di fatto deciso la partita. Dopodiché sperare di arrivare al pareggio inserendo anche 4 punte in una trequarti avversaria dove mancava solo Carnesecchi, contro una squadra scaltra ed esperta, è pura utopia.
Qui non si tratta di registrare qualcosa in difesa o di essere più concreti in attacco (salvo che non si voglia andare a sbattere pesantemente contro gli scogli ancor prima della fine del campionato) si tratta di essere realisti sulla qualità, sulle attitudini tecniche e tattiche dei singoli, di lavorare su un modulo che renda la difesa più solida e l'attacco più prolifico. Bisogna essere realisti di fronte ai risultati fin qui conseguiti in termini di punti, perchè son quelli che determineranno la classifica finale.
Di certo c’è che se dopo la partita con la Sampdoria i tifosi grigiorossi hanno bollito la loro delusione e insoddisfazione per una settimana, questa volta ce la teniamo pure le feste e si arriva pure all’anno prossimo. Speriamo che Babbo Natale sotto l’albero, ancor prima della befana, ci porti buone nuove e qualche speranza che non siano solo parole.
Nelle foto la dirigenza grigiorossa perplessa in tribuna a Empoli e mister Alvini
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commenti
Pasquino
14 novembre 2022 20:28
Ma non si e' ancora capito che la A non interessa alla proprietà ? Meglio la B meno attenzione mediatica meno spese meno impegni meno figuracce