29 marzo 2023

Cinque anni fa se ne andava Mister Mondonico, il trainer di Mondo che allenava col cuore. E che avrebbe meritato la panchina azzurra col suo calcio attualissimo

Nota a margine: nel novembre 2006, prima di dedicarsi a tempo pieno al ruolo di intelligente opinionista televisivo, alla guida di un onesto e sbarazzino Albinoleffe, mister Mondonico, fermò sul pareggio (1 a 1) la corazzata Juve, retrocessa in serie B per Calciopoli, nascondendogli il pallone e infliggendo, all’allora mister juventino Deschamps, pluricampione del Mondo (poi) da Ct e (prima) da calciatore, una sonora lezione di … football.

Ora torniamo all’attualità, precisamente a inizio marzo… 

Ehi! Eccoci pronti per festeggiare il tuo compleanno. Ti vedo leggere i messaggi sul telefono, ti guardo sorridere, percepisco la tua felicità e… vorrei solo abbracciarti, stringerti e dirti che ti voglio bene e che mi manchi come l’aria… vorrei riuscire a fermare le lacrime perché so che non vuoi vedermi così ma, è difficile tanto, troppo… poi però alzo gli occhi al cielo e penso che non sia giusto, non oggi, perché devi vivere il tuo giorno serenamente per cui divertiti e come dici sempre tu ‘che non sia mai più l’ultimo’, auguri! 76 e non sentirli… eternamente tua Papo

Così postava via social, nel giorno del compleanno del padre, Clara Mondonico, figlia del grande allenatore di Rivolta d’Adda, lo scorso 9 marzo. 

Già, anche se un maledetto tumore, in uno stramaledetto 29 marzo del 2018 Emiliano Mondonico, purtroppo l’ha portato via, nella cascina del Mondo a Rivolta, in provincia di Cremona, sua terra natale e suo “buen retiro” per sempre, si respira tuttora la magia del condottiero-simbolo, nonché grande, grandissimo, avanguardista allenatore del e nel pallone. 

Emiliano ha emozionato, dalla panchina, non solo per una Coppa Italia o una sedia alzata al cielo in segno di protesta, contro una svista arbitrale ad Amsterdam, col Toro di inizio Anni 90. O per una storica qualificazione in Uefa, con l’Atalanta. O per i successi conseguiti da allenatore nelle tante altre piazze italiane, Cremona compresa. Mondonico ha regalato magie ed emozioni poiché arrivava al cuore, lui che lavorava col muscolo cardiaco acceso e vivo, di chi sapeva seguirlo.

Sì il Mondo nazionalpopolare, trainer innovativo, grande comunicatore e calciofilo pragmatico, moderno ha lascito il suo segno a Como, Cremona, Bergamo, Torino, Napoli e Firenze; con semplicità e coinvolgendo tutti: sapeva conquistare i suoi spazi, magari viziando chi gli stava vicino veramente, con una fetta di salame genuinamente rivoltano.

Simile al babbo, Clara, fin da ragazzina era sempre al suo fianco. E lo è tutt’oggi ovviamente, scrivendo sulla pagina social del padre e ricordandolo ovunque. Ah, in questo calcio sclerato e fluido, Emiliano da Rivolta manca assai: il suo calcio attualissimo, pure oggi farebbe la differenza.

Il suo motto: “Se uno è più forte di me, non ci faccio a cazzotti. Mi copro e cerco di sorprenderlo”. E di sorprese, col suo football intelligente, costruttivo (chi dice che si difendeva e basta non capisce niente), inclusivo, ne ha regalate assai ai suoi tifosi, al suo popolo. 

Per la forza del gioco corale che dava alle squadre allenate, per il suo saper divulgare e parlare, Emiliano l’indiano di Rivolta, coach agreste (mani grosse, cervello fino), beh avrebbe meritato di allenare la nazionale azzurra. E nel ruolo di selezionatore tecnico, dato che allenava fino al cervello, sicuramente sarebbe riuscito a lasciare un segno meraviglioso. Ah fateci caso: gli acclamati, vincenti, mediatici e famosi Allegri, Mourinho, Tuchel, Ventura, Donadoni, in fondo, allenano alla Mondonico, mister modernissimo e … sul pezzo.

Ergo, grazie per essere stato un meraviglioso interprete dei tuoi tempi, ovunque tu sia ti giunga un applauso: col tuo gioco vibrante, da vero Uomo generoso, attento agli Altri, il Mondo ci ha insegnato a non mollare, a dire la nostra comunque. 

 

Stefano Mauri


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