7 novembre 2022

Cremonese, cosa bolle nella pentola di mister Alvini?

Dopo l’amaro digiuno con la Sampdoria è arrivato ‘un antipastino’ con l’Udinese ed un assaggino di primo con la Salernitana. Se sui quantitativi delle portate non ci si scappa (2 punticini), sugli ingredienti, sulla cottura e sui sapori ad ogni tifoso grigiorosso le proprie opinioni in merito.

Certo è che con quel piatto di ‘pasta al pesto blucerchiato’ in pancia adesso non ci prenderebbe quel senso di ‘fame’ che la mancata prima vittoria ci lascia ogni volta che ‘il maitre’ di turno ci invita ad alzarci dal tavolo con tre sonori ed inconfondibili fischi.

Dicevamo, due pareggi, due punti, una classifica che si muove lentamente, ma sopratutto segnali importanti ed insistenti dalla ‘cucina grigiorossa’ che qualcosa di buono bolle in una pentola non ancora ben definita, ma che prima o poi dovrà  essere servita. A giudicare dal cuoco, si direbbe qualche piatto tipico toscano, ma Alvini vuol far contenti i tifosi grigiorossi e non i suoi compaesani, sarà per questo che tanto frettolosamente si sta arrabattando sul tegame, mettendo, mescolando ed assaggiando. 

I grigiorossi domenica sono arrivati a Salerno da ospiti in un ristorantino tipico campano, ‘L’Arechi’. Un posticino ampio, accogliente, ma molto affollato, anche troppo. Per giunta, in questa trasferta fuori porta, alle tre sedie lasciate libere da Chiriches, Dessers e Radu, si è aggiunta quella di Bianchetti.

Ergo, difensori contati, da qui l’obbligato esordio dal primo minuto di Hendry (dopo la prestazione indigesta con il Modena) schierato a fianco di Aiwo e Lochosvhili. 

Lo scozzese, considerando ‘l’ambientino caldo’ in cui si è giocato, non ha sfigurato, dimostrando di poter essere una valida alternativa in difesa, non prima di aver preso confidenza con il campo e soprattutto con le difficoltà del nostro campionato.

Sulle reti subite dalla difesa grigiorossa pesano due interventi non proprio impeccabili  di Carnesecchi, da una maldestra scucchiaiata di Aiwo, ed da duello perso (in partenza) di Lochosvhili su Coulibaly. 

Se però togliamo la solita parte ‘rancida’ (quella che ci vede come la squadra che ha subito più reti in generale e nel primo tempo), se ne esce con una discreta prestazione di Aiwo sia in fase difensiva che di impostazione (decisamente migliore delle precedenti), mentre quella del georgiano come sempre di corposa e generosità. Un reparto arretrato che è stato determinante nell’ultima fase di gara quando i grigiorossi si sono riversati nella metà campo avversaria per cercare il pareggio, accompagnando tutte le azioni di attacco. 

Come sempre non manca mai l’invitato di turno che marca visita all’ultimo momento, stavolta è toccato ad  Ascacibar, vittima di un risentimento muscolare nel pre gara, costringendolo a sedersi in panchina. Anche qui restava poca scelta: la fisicità di Meité o le geometrie di Castagnetti, ed Alvini ancora una volta ha tenuto ‘in frigo’ il numero 19 grigiorosso. 

Il francese non aveva clienti facili a cui badare (Candreva e Coulibaly), e a conti fatti se l’è cavata meglio di altre volte. Ma è innegabile che sia venuta a mancare ancora una volta, la qualità garantita di un giocatore che lo scorso campionato (ed anche quello prima) ha diretto la mediana con ottimi risultati. Suo il preciso lancio per Valeri sulla fascia sinistra in occasione dell’azione cel rigore che ha portato al pareggio

Credo di non essere il solo tifoso a chiedersi cosa gli impedisca di partire da titolare.

Guardando la partita di ieri mi è venuto persino il dubbio che Alvini persista con il suo 3-5-2, solo per il piacere di veder scorrazzare sulle fasce giocatori come Sernicola e Quagliata (poi Valeri), che hanno fatto una gran partita obbligando Mazzocchi da una parte (uno dei migliore esterni di questo campionato) e Bradicic dall’altra, più che ad offendere a difendere. Ancor più Sernicola, che forse si sente in dovere di andare a centrare l’obbiettivo stagionale dichiarato di 5 reti, che è persino andato in gol di testa in tuffo su un bellissimo assist di Buonaiuto (rete poi annullata per fuorigioco ‘centimetrico’).

In attacco l’assenza di Dessers ha costretto il tecnico grigiorosso a ‘rivedere la ricetta ed adattare gli ingredienti’ del reparto, ma alla fine ne è uscita una proposta vincente.

Buonaiuto, finalmente titolare dal primo minuto con tanto di fascia da capitano, nel ruolo di regista,  libero di svariare su tutta la trequarti avversaria senza dare riferimenti, creando spazi e fornendo assistenza a chiunque vestisse in bianco/lilla e passasse dalle sue parti.

Davanti a lui Okereke e Tsadjout (pure lui all’esordio dal primo minuto), entrambi hanno disputato una buona prova complessiva: finalmente due attaccanti che si cercano e provano a dialogare, e il risultato è arrivato con il primo splendido gol di Okereke. Un attacco che si è fatto apprezzare per il pressing prodotto, per il continuo  movimento, per i numerosi ripiegamenti e per le occasioni create, 11 tiri di cui 5 nello specchio della porta. 

Una menzione speciale al numero ‘10’ grigiorosso (ma mister come si fa a tenere un numero ‘10’ in panchina per tutto questo tempo in serie A!?), che ha portato in campo quella fantasia e quella imprevedibilità che è mancata sin dall’inizio del campionato. 

Sicuramente un errore utilizzarlo a ‘smozzichi e bocconi’ nel finale della gare, ma poco importa ormai, Buonaiuto c’è, può e deve giocare per fare la differenza. Basti pensare alle soluzioni su punizioni e corner, alle palle sfilate ai difensori, come quella che lo ha portato ad un soffio dal gol, oppure per i lanci, come quello millimetrico sul gol annullato a Sernicola. 

Non poteva mancare il dolce finale (anche perchè se no sarebbe stata l’ennesima sconfitta andata di traverso). La squadra si è aggrappata a Daniel Ciofani, che entra in campo, si fa dare la fascia di capitano da Valeri e si fa portare il conto al tavolo.

Magari quei due rigori falliti di fila (che poi in realtà è uno) avranno rovinato l’impiattamento, o avranno fatto la felicità di quegli pseudo tifosi che lo bistrattano, ma chiedete a quei poco meno di 300 tifosi che si sono macinati centinaia di chilometri che sapore aveva un pareggio allo scadere sotto il loro settore per cui contano solo i colori della maglia e non il nome che ci è stampato sopra. 

Martedì altro appuntamento in uno Zini tirato a lucido per l’arrivo dei campioni d’Italia del Milan, chissà che Alvini non prepari un piatto a sorpresa per gli ospiti, tanto da lasciarli senza parole e magari senza punti. Difficile, molto difficile, ma c’è sempre quella pentola che bolle e con cui prima o poi si farà festa.

 

Daniele Gazzaniga


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