Como-Cremonese non sarà mai una partita come tutte le altre. Hanno ragione i tifosi
"È difficile restare immuni dal fascino del Sinigaglia. Non solo per lo stadio, dopo Venezia, quello con il paesaggio più emozionante col lago a due passi incastonato tra le montagne lariane. Ma per tutto ciò che ha rappresentato dagli anni Ottanta ad oggi. Como-Cremonese non è mai stata una partita come le altre. Non solo per la rivalità storica ma per le tante partite decisive per le sorti delle due squadre, indimenticabile il biscottone col Catania agli spareggi di Roma. Un ricordo doloroso ma ancora vivo in chi ha vissuto quei giorni. E la corsa al vertice tra le due squadre che dopo essersi passate il bomber Nicoletti, furono promosse insieme in A nel 1984. Come dimenticare poi la malcelata rabbia dei tifosi grigiorossi nel vedere d'Artagnan Mondonico sedersi sulla panchina dei laghèe due anni dopo. Anche in C non riusciamo a toglierci dalla mente la stupenda trasferta nell'anno della penultima promozione in B. Un 0-3 con un Furiani scatenato nella trasferta più epica di quella indimenticabile annata. E poi la pioggia in un imprecisato Como- Cremo dei primi anni Ottanta con lo striscione dei Red Grey Supporters appeso alla vecchia pista del Velodromo abbattuta negli anni Novanta e Renato che si alza in piedi bagnato fin dentro le ossa per incitare al coro i tanti cremonesi presenti ma fradici. Ultima immagine senza tempo la promozione in A con Ariedo Braida sotto il settore ospiti e Pecchia, e Gaetano abbracciato dai tifosi. Immagini che sono entrate nella leggenda della nostra USC. Momenti che nessun divieto repressivo potrà mai cancellare. Fa male non potere seguire la Cremonese in una partita così importante. Domani saremo tutti, almeno per una volta Assenti Presenti”.
Così postarono via social quelli di Milano Grigiorossa…
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