“Quale strategia dietro la vendita dei cavidotti AEM ad A2A?”. L'affondo di Fratelli d'Italia
Vendita dei cavidotti dell'AEM ad A2A: qual è la strategia del Comune? A chiederselo sono Stefano Foggetti (coordinatore cittadino FDI) e Alessandro Zagni (capogruppo FDI in consiglio comunale), che osservano: “a cosa serviranno questi 17 milioni di euro a disposizione della controllata del Comune. Il duo Galimberti-Virgilio coerentemente con il silenzio che li ha contraddistinti fino ad ora non ha minimamente fatto cenno alla visione di città in cui andare ad insistere grazie a questo piccolo capitale”.
La vicenda è presto spiegata e la riassumono gli stessi Foggetti e Zagni: “E’ notizia recente dell’avvenuta vendita dei cavidotti di proprietà di AEM ad A2A Smart City (gruppo A2A) per la cifra di 17 milioni di euro. Il bando, la cui data ultima di partecipazione era il 15 marzo, richiama ancora una volta il pressapochismo amministrativo e la sufficienza politica di questa Giunta e che è bene ricordare”.
“Come primo punto – commentano gli esponenti di Fratelli d'Italia – ricordiamo la leggerezza con cui la giunta giustifica la copertura politica dell’operazione. Questa si richiama all’approvazione da parte del consiglio comunale del Documento Unico di Programmazione (DUP) per il triennio 2024-2026. Per chi non lo sapesse il DUP altro non è che il documento che identifica le linee strategiche e programmatiche dell’Ente, al cui interno è riportato di fatto tutto lo scibile riferito alla macchina comunale. Parliamo per capirci di un testo di cinquecentonovantatre (593) pagine, allegati esclusi, in cui lo spazio dedicato all’alienazione appena avvenuta ricopre in tutto sei (6) righe, di cui solo una parla esplicitamente di alienazione”.
Dal punto di vista formale, incalzano, “tutto regolare ma ci chiediamo se un’operazione da 17 milioni debba riferirsi ad una “così approfondita discussione”, quasi facendola passare di nascosto, o se forse avrebbe dovuto essere ben evidenziata e discussa all’interno del massimo consesso comunale. Ricordiamo che operazioni di analogo valore (vedi intervento su comparto ex ospedale San Francesco – palazzo Radaelli) sono state non solo maggiormente evidenziate, ma si sono spesi fiumi di inchiostro di comunicati stampa da parte dell’amministrazione e da sindaco e vicesindaco”.
“Volendo passare però oltre questo primo aspetto – annotano Foggetti e Zagni – si arriva al tema sicuramente più strategico. Non c’è traccia né comunicazione in questa operazione di una visione di città. Ovviamente il bando non può vincolare l’acquirente ad un determinato utilizzo dei beni, ma una amministrazione con meno sudditanza nei confronti di A2A (a cui purtroppo tutto ha venduto), potrebbe sicuramente stendere quantomeno un memorandum di intesa con l’acquirente su una direzione di parte degli investimenti legati a questo asset in funzione dello sviluppo e del benessere della città. O anche solo di un miglioramento della loro gestione. Banalmente, tanto per dare alcune indicazioni, un supporto al futuro incremento di colonnine per le ricariche di auto elettriche o per la fibra ottica potenziata. O pensare che i cavi vuoti ceduti possano essere proposti a tutta quella miriade di soggetti che sono costretti a bucare le strade di Cremona per posa di proprio cavi quando con questi disponibili lo scavo sarebbe eliminato o ridotto fortemente (con quello che ne consegue di migliore manutenzione del manto stradale). O infine proporre il Comune come coordinatore degli stessi interventi, in modo da evitare quello stillicidio di scavi e controscavi a distanza magari di poche settimane”.
Ed ecco dunque la domanda che i due esponenti di Fratelli d'Italia si pongono: “Rimane, infine, ad oggi, la grande incognita a cosa serviranno questi 17 milioni di euro a disposizione della controllata del Comune. Il duo Galimberti-Virgilio coerentemente con il silenzio che li ha contraddistinti fino ad ora non ha minimamente fatto cenno alla visione di città in cui andare ad insistere grazie a questo piccolo capitale. Magari anche qui ci permettiamo di dare un suggerimento e ricordare un grande tema su cui il loro silenzio continua ad essere proverbiale: convenzione SABA”.
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