Erminio Favalli avrebbe compiuto oggi 80 anni
Proprio oggi, 29 gennaio, avrebbe compiuto 80 anni Erminio Favalli, ricordarlo come un giocatore e dirigente grigiorosso è quantomeno riduttivo per l'amore dato alla causa grigiorossa.
La sua carriera da calciatore è cominciata nelle giovanili della Cremonese nei primi anni '60 (dal 1960 al 1964). Passato in prima squadra, il 26 marzo 1961 esordisce a soli 17 anni in maglia grigiorossa, che vestirà per le tre stagioni successive, sui campi di serie C.
Un’ala destra con grandi qualità, che nell’estate del 1964 non passa inosservata agli osservatori dell’Inter di Angelo Moratti, Giuseppe Prisco e Italo Allodi. L’Internazionale, allora allenata dal ‘Mago’ Herrera, che nella stessa stagione vincse lo scudetto, la Coppa Campioni e la Coppa Intercontinentale. Erminio però non riuscì mai a scendere in campo al fianco di campioni nerazzurri come Facchetti, Mazzola, Corso, Syuarez, Domenghini e tanti altri, tra i quali un altro cremonese, allora pilastro della grande Inter: Aristide Guarneri.
Il 10 giugno 1965 accade una tragedia: il fratello Armanno Favalli, anche lui cresciuto nelle giovanili grigiorosse ed allora tesserato con il Foggia, mori all'età di soli 26 anni vittima di un incidente stradale mentre stava tornando a Cremona.
Angelo Moratti, presidente dell'Inter ed amico del presidente foggiano Domenico Rosa Rosa, con un gesto di grande solidarietà (era un altro calcio fatto di uomini ancor prima che professionisti) cedette alla squadra pugliese a titolo gratuito il giovanissimo Erminio, che fino ad allora aveva giocato solo nelle giovanili nerazzurre.
Dopo una stagione in Puglia, dove ritrova continuità, passa alla Juventus, dove rimane fino al 1970, vincendo un campionato agli ordini di un altro Herrera (meno famoso), Heriberto.
Poi Mantova in B (dove conquista la promozione in serie A) per poi chiudere la carriera a Palermo con oltre 200 presenze, dove si conquista la stima e la fascia di capitano, raggiungendo anche una finale di Coppa Italia nella stagione 1973/74, persa ai rigori contro il Bologna all’Olimpico.
Sempre a Palermo, per una sola partita, da allenatore conduce alla vittoria i rosanero contro il Milan per 3-1, per poi rifiutare di condividere la panchina con Zdenek Zeman, ma restando le sei stagione successive come direttore sportivo.
Nel 1984 Domenico Luzzara lo convince a tornare nella sua Cremona, dove la Cremonese ha appena riconquistato la serie A dopo 54 anni. Il resto è storia recente, quella storia che ogni tifoso grigiorosso che ha avuto la fortuna e il piacere di vivere anche solo uno scorcio di quegli anni ‘Pane e Salame’, si porta nel cuore.
Erminio era molto più che un dirigente, chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo lo sa, era un amico, un confidente e per molti un padre.
Se ne è andato, in silenzio a causa di un malore, una mattina di primavera, il 18 aprile 2008, lasciando intorno a lui un dolore e un vuoto incolmabile.
Cremona e i tifosi grigiorossi, ricordano con affetto tutti coloro che hanno regalato alla città ed ai tifosi dei momenti indimenticabili, ma lui, Erminio, era per molti ‘un padre’, che anche ora accoglie ed abbraccia tutti coloro che varcano i cancelli dello ZIni ogni qualvolta la Cremonese scende in campo, nella curva che non poteva che portare il suo nome.
Ciao Erminio.
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