E’ stata una settimana di grande ciclismo quella che lo sport cremonese ha vissuto avvicinandosi alla Pasqua, di quelle che non si verificavano da una ventina d’anni almeno. Il tutto grazie non solo a Marta Cavalli letteralmente esplosa nelle Corse del Nord dimostrandosi la migliore al mondo in assoluto in questo periodo, ma per merito anche di Samuel Quaranta dominatore della corsa di Casteldario e da porre tra i probabili protagonisti del prossimo Circuito del Porto, la corsa che più di altre avrebbe certamente voluto e potuto vincere a suo tempo papà Ivan che lo segue ora come Direttore Sportivo. E non dimentichiamo la 75ª Coppa Dondeo che ci ha fotto probabilmente scoprire il campione del futuro nel ceko Pavel Novak autore della fuga solitaria più lunga e convincente nella storia intera della competizione.
Marta Cavalli, comunque, su tutti e il mondo del ciclismo ha dovuto inchinarsi davanti alla ragazza di San Bassano eletta, a detta di tutti, Regina delle Ardenne. Nessuna ha fatto meglio di lei nelle grandi classiche. Se qualcuno ha giudicato una sorpresa la sua vittoria all’Amstel Gold Race, ha immediatamente dovuto ricredersi per come ha disputato la Roubaix (senza la caduta e la foratura che l’hanno costretta ad una durissima rincorsa avrebbe potuto condire il successo alla Longo Borghini), ma soprattutto per come ha vinto, tre giorni dopo, la Freccia Vallone: vittoria di gambe e di testa. Di gambe perché nel finale ha dimostrato di averne più addirittura della fortissima Van Vleuten, di testa per come ha condotto tutta la gara, per come ha scattato, partendo da dietro, e sorprendendo la favorita olandese dopo aver saggiamente sfruttato un grande lavoro di squadra.
Quella di Marta non è però una esplosione improvvisa, ma una crescita costante e rigorosa, frutto di tanta applicazione, intelligenza e soprattutto coraggio. Che le doti per diventare una grande atleta ci fossero in lei, lo si era capito sin da ragazzina quando ha avuto la fortuna di militare in una squadra come la Valcar che l’ha seguita e incoraggiata nelle sue scelte di correre in pista e su strada e l’ha fatta crescere pian piano senza pretendere risultati immediati. Ora, alla soglia dei 24 anni è arrivata la maturazione. Alla francese JDF ha probabilmente trovato l’ambiente ideale con un gruppo di compagne che le hanno dato fiducia e disposte a lavorare per lei, ha svolto una preparazione invernale mirata proprio a ben figurare nelle gare del Nord e i frutti sono arrivati. Forte in salita, e lo si è visto proprio alla Freccia Vallone, unica a saper rispondere agli scatti di Van Vleuten, poderosa sul passo e abile anche in pista dove ha sempre svolto tanta attività e acquisito quella capacità di tenere alta la velocità con quelle sparate che gli riescono nei finali di corsa, Marta può ora aspirare a qualsiasi traguardo. Manca solo un’affermazione in una grande corsa a tappe: Giro e Tour, ma soprattutto il Giro, sono alle porte e non dimentichiamo le competizioni su pista ora che avrà in Marco Villa, che sicuramente la conosce meglio di chiunque altro se non altro per esser vicini di casa, il nuovo direttore tecnico nella squadra italiana.
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