11 maggio 2023

Palla in curva. Dirigenza in trincea e giocatori all'assalto. Tempo di riflessioni con Michele De Francesco di Baskettiamo.com

Siamo a -4 giornate dal termine del campionato. Dopo la sofferta vittoria contro lo Spezia è arrivata la doccia fredda della vittoria del Verona in quel di Lecce, risultati che obbligano i grigiorossi ad affrontare gli ultimi assalti all’arma bianca, a cominciare da quello di domenica allo Stadium contro la Juventus.

Lontano dalle trincee della prima linea Ariedo Braida, che da tempo ha deposto armi e mostrine, sta caricando le valigie sul pullman in direzione Monza, dove lo aspetta a braccia aperte l’amico fraterno Galliani. 

Nel frattempo, il ds grigiorosso Giacchetta, pare abbia inserito nel suo roster di procuratori anche l’ex ‘cantante’ figlio d’arte Francesco Facchinetti, già imprenditore in campo musicale ed ora anche procuratore di calcio con patentino FIFA.

Chissà che attraverso la sua ben nota ‘esuberanza scenica’, possa aumentare esponenzialmente l’appeal della Cremonese, farci scalare le vette delle hit parade mondiali portando qualche giocatore utile alla causa grigiorossa...

In settimana anche il direttore generale grigiorosso Paolo Armenia è uscito allo scoperto attraverso un’intervista, per ribadire quanto è stato detto e ridetto nel corso di tutta questa stagione a difesa dell’operato di chi doveva approntare una squadra all’altezza dell'obiettivo.

Credo che molti tifosi grigiorossi, abbiano opinioni e punti di vista molto diversi da quello descritto da Armenia, opinioni che potrebbero riallacciarsi ad una esternazione di Massimiliano Allegri dello scorso settembre, a proposito della sconfitta al Parco dei Principi in Champions: “Bisogna essere antipatici e vincenti, sennò ci abituiamo a essere simpatici, belli e perdenti”.  

Simpatici, belli e perdenti’, quello che è stata la Cremonese per tutto il girone di andata: va bene che non potevamo assoldare Allegri, ma si fosse chiamato prima Ballardini ora non staremmo qui a strappare i petali ad una margherita prematuramente spoglia.

Intanto è caduta la prima testa ed è quella della Sampdoria, che dopo essere stata graziata per tutta la stagione da penalizzazioni sacrosante, si è vista inghiottire dal demone della serie B.

Per la verità per i tifosi blucerchiati il vero dramma non sarebbe tanto prendere il posto della Genova rossoblù che in questi giorni ha doppiamente scatenato la sua gioia, ma rischiare di dover ricominciare dalla serie D. Chi vorrà accaparrarsi i debiti della  proprietà del destituito Massimo Ferrero, dovrà pagare una costosa cambiale, ad occhi chiusi e naso tappato, entro la fine di giugno per coprire le pendenze economiche arretrate di circa 30 milioni di euro, più la fideiussione per iscriversi al campionato cadetto.

Spazio ad un amico e collega, Michele De Francesco, tifosissimo grigiorosso, già corrispondente per il sito Sportal.it con il quale a avuto modo di gioire/soffrire dalla tribuna stampa dello ZIni per diverse stagioni ed ora corrispondente e redattore di Baskettiamo.com, che lo lega all’altra sua grande passione.

D: Sei un tifoso della Cremonese, ma anche un grande appassionato di basket, uno sport che non seguo, ma di cui invidio gli ‘ultimi quarti’ da cardiopalma a fil di sirena. Se dovessi equiparare la situazione attuale della Cremonese ad una situazione di gioco di basket, come la descriveresti?

M: “Facendo un paragone con una situazione per nulla rara nel basket, la Cremonese è un po' come la squadra che deve giocare la partita della vita, ma a un secondo dalla sirena si trova sotto di 2 punti. Tecnicamente, in un secondo potrebbe vincere la partita, con un tiro da 3 punti, oppure impattarla e andare all'overtime, con un tiro da 2. Il problema è che, dei due giocatori con più punti nelle mani, uno è infortunato, e l'altro è uscito dalla partita per 5 falli. Se fare canestro in un solo secondo è difficile, ma non impossibile, la cosa diventa particolarmente complicata se si tratta di individuare nel resto della squadra quello che gli americani chiamano "go-to-guy", l'uomo dell'ultimo tiro. Ho reso l'idea?”

D: In un tuo commento ad un post relativo all'ultima intervista rilasciata da Armenia, hai sottolineato il fatto che la scusa di essere stati assenti dalla serie A per 26 anni non sta in piedi, se confrontata ai 110 di un Monza che ha fatto una stagione memorabile alla sua prima esperienza. Cosa e dove può portare questo spirito di autoassoluzione, a maggior ragione se appoggiato dalla proprietà?

M:  “Se cercare di togliersi d'impaccio è insito nella natura umana, di fronte a un fallimento sportivo con responsabilità palesi, può sembrare persino grottesco. L'autoassoluzione funziona, forse, una volta. Dalla seconda, ci si espone al giudizio della piazza, dopo quello, impietoso, del campo. Insomma, non mi trasmette sensazioni positive in prospettiva. Ovviamente,  mi auguro di cuore di essere smentito dai fatti”.

D: Ci sono tifosi grigiorossi che definiscono Ballardini uno ‘sfrenato difensivista’ e storcono il naso su una sua permanenza sulla panchina grigiorossa in caso di retrocessione. Premesso che parliamo - a mio avviso - di un bravo e preparato professionista, tu da che parte ti schiereresti?

M: “Ballardini ha dimostrato che sa vincere, pur restando fedele al suo credo calcistico. Dopo una probabile, cocente retrocessione, il mio sogno di tifoso grigiorosso è quello di tornare ad essere una squadra vincente, totalmente padrona del proprio destino. Ballardini, a parer mio, ha dimostrato di saper cavare il sangue dalle rape e di saper vincere, quando gli attaccanti fanno il proprio dovere e sono ben supportati dal centrocampo. Dipendesse da me, lo vorrei assolutamente sulla nostra panchina, il prossimo campionato”.

D: E' indubbio che il Cav. Arvedi nel 2007, abbia salvato la Cremonese da un fallimento ormai certo e non credo certo per un impeto di spirito imprenditoriale. Eppure alcuni tifosi lo criticano per alcune sue scelte. Non credi che la fortuna della Cremonese di Luzzara sia stata anche di avere le spalle coperte da personaggi come Favalli, Miglioli, Bettoli legati a Cremona per una questione di radici?

M: “Arvedi ha tirato la Cremonese fuori dal pantano e le ha ridato lo smalto perduto nel dopo-Luzzara. Sicuramente, credo che non abbia avuto la fortuna di poter contare su veri amici, innamorati della Cremonese,  come lo furono, Miglioli, Favalli, Bettoli e altri. La Cremonese "pane e  salame" è uno splendido ricordo del passato; oggi difficilmente potrebbe ritagliarsi uno spazio importante nel calcio che conta. Tuttavia, a livello di massimo campionato, vi sono società virtuose, come l'Empoli: pur essendo espressione di una piccola città, ha una proprietà saldamente ancorata al territorio, un organigramma snello, fatto da gente di calcio, più che da commercialisti. Soprattutto, ha continuato a investire con vigore nel settore giovanile,  cosa che l'attuale società grigiorossa mi pare abbia fatto con minor convinzione (e i risultati sono lì da vedere). Ecco, credo che la proprietà abbia faticato a dare fiducia (e potere) a gente che sa di calcio. Come spesso diciamo, una società calcistica è una SpA in cui il fattore umano conta quanto i soldi, se non di più. Non può essere gestita come una qualunque altra impresa”.

D: Un’ultima domanda che è più un quiz.  Sei sulla torre grigiorossa che sta scricchiolando pericolosamente. Chi butti giù per evitare che crolli definitivamente?

R: “Chi butterei giù dalla torre? Oggi come oggi, fare i nomi di Giacchetta e Armenia (che pure hanno enormi responsabilità operative), sarebbe un po' come sparare sulla Croce Rossa. Piuttosto, credo che alcune risposte inevase siano da ricercare nell'organigramma societario. Basta andare sulla pagina web della società. Ognuno, poi, potrà convenire, o meno”.

Quiz e battute a parte, la speranza è che la Cremonese si possa giocare la salvezza fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata, a cominciare da domenica allo Stadium. Di fronte si ritroverà la seconda forza del campionato, che avrà una semifinale di Europa League nelle gambe, ma anche la necessità di fare più punti possibili in vista di un’altra probabile e definitiva penalizzazione.  

 

Daniele Gazzaniga


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