Panchina grigiorossa, un lungo elenco di pretendenti (almeno tredici). Entro la settimana l'annuncio
Dopo la delusione, sottotraccia mi ha preso una leggera, ma costante apprensione, amplificata dai silenzi della società in merito alla figura di allenatore che dovrà prendere il posto di Pecchia.
E visto che in Italia si dice che siamo tutti allenatori, per una volta mettiamoci nei panni dei dirigenti.
Sono così andato a curiosare sul sito di statistiche Transfermarkt prendendomi la briga di curiosare tra ‘le statistiche’ degli allenatori più evocati dalla stampa e dalle fantasie dei tifosi grigiorossi (peraltro tutti presenti nelle prime due schermate della lista).
Cominciamo col precisare che qualsiasi allenatore ‘prenda il timone’ della Cremonese per salpare per l'avventura nei mari sconosciuti della serie A, avrà il suo bel da fare per completare nel migliore dei modi una rosa esangue a causa dei prestiti che andranno ad esaurirsi a breve e per una rosa di giocatori di proprietà quantomeno incompleta.
Un altro particolare non da poco, sarà dato dal fatto che con molta probabilità alcuni di questi giocatori arruolati dall’ex condottiero di Formia, saranno sbarcati ancor prima di salpare per la nuova avventura, perchè ritenuti magari non idonei al progetto tecnico tattico del nuovo mister.
Detto questo partiamo dal tanto acclamato Andrea Pirlo, che è anche a dire il vero il primo della lunga lista proposta della selezione del sito.
Ad una carriera stellare culminata con la vittoria del campionato del mondo in Germania nel 2006, il quarantatreenne bresciano ha iniziato la carriera da allenatore nientemeno della Juventus, un predestinato.
52 le partite alla guida dei bianconeri di cui 34 vinte, 10 pareggiate ed 8 perse, con un'importante media di 2,15 punti a partita.
Una ‘relazione’ breve ma intensa, che ha portato in bacheca un Coppa Italia, una Supercoppa italiana ed un quarto posto che gli è valsa la qualificazione in Champions League, risultati che però non sono bastati a salvargli il posto a Torino.
Partire con una ‘fuoriserie’ non aiuta certo a capire ed accettare, tutti i meccanismi complessi e spesso incompleti, delle squadre di medio/bassa classifica.
Veniamo forse al più gettonato dai tifosi Gennaro ‘ringhio’ Gattuso.
Tanto lo era come giocatore e tanto ha dimostrato di esserlo da allenatore: un lottatore nato. Ha cominciato nel 2013 con il Sion e poi passando da Palermo e Pisa è arrivato al Milan nel 2017 dove è restato fino a maggio 2019 raccogliendo 82 vittorie, 40 pareggi, 20 sconfitte con una media punti di 1,73 a partita.
Niente male se non fosse che in una squadra con il Milan, come in altre società, se non vinci almeno un trofeo la panchina comincia a traballare, lascia il Milan nel maggio 2019 e nel dicembre 2019 viene chiamato da De Laurentis a Napoli dove conquista il suo primo trofeo: la Coppa Italia.
L’avventura all’ombra del Vesuvio si chiude la scorsa estate con 47 vittorie,12 pareggi e 22 sconfitte con una media punti a partita di ben 1,88 punti.
Da allora, per la verità un accordo nella scorsa estate l’aveva trovato con la Fiorentina, ma il contratto fu rescisso dopo poche settimane, senza peraltro che "ringhio" fosse mai stato in campo, per incomprensioni con la società viola.
Neppure la proposta del Watford in Premier ha smosso gli ‘ormoni sportivi’ del tecnico calabrese, Gattuso è sicuramente un allenatore che può far bene ovunque, ma che difficilmente accetterebbe una scommessa come quella grigiorossa.
Veniamo al discusso, ma non improbabile Pippo Inzaghi.
Al solo nome il 99,9% dei tifosi grigiorossi storce il naso, le accoglienze riservate al tecnico piacentino allo Zini parlano da sole, ma se valutiamo la sua carriera da allenatore l’esperienza, la passione per il calcio ed i risultati acquisiti, è forse il più appetibile dei candidati.
La sua carriera è cominciata nelle giovanili del Milan nel 2012 fino a sfociare in prima squadra nel giugno 2014, un’esperienza durata una stagione nella quale ha raccolto 14 vittorie, 13 pareggi e 13 sconfitte, con una media punti di 1,38.
Anche qui la bacheca intonsa ha giocato un brutto scherzo a ‘Superpippo’ che dopo un anno sabbatico, nel 2016 ha portato il Venezia dalla Lega Pro alla serie B ed vincendo anche la Coppa Italia di categoria.
Chiude la sua avventura in laguna nel giugno del 2018 dopo un anno non entusiasmante con un bottino di 48 vittorie, 30 pareggi e 17 sconfitte 1,83 la media punti a partita.
La stagione successiva passa in serie A al Bologna, dove resta fino a gennaio quando è esonerato a causa dei pessimi risultati.
A giugno sale sul treno del Benevento che lo porterà diretto in serie A dopo una stagione da incorniciare con 26 vittorie, 8 pareggi e 5 sconfitte, 2,21 la media punti a partita.
L’anno successivo sulla panchina delle’ streghe’ non riesce ad evitare la retrocessione e a giugno 2021 arriva a Brescia alla corte di Cellino con cui nonostante i risultati, verrà presto ai ferri corti.
Ne seguirà un teatrino che lo porterà all’esonero a poche giornate dalla fine del campionato regolare con tanto di strascichi legali ancora in essere. Decisione discutibile, ma inevitabile, visto che i playoff erano ampiamente alla portata con una rosa di giocatori peraltro limitata.
Al netto di campanilismi e simpatie, potrebbe sulla carta essere una delle figure più adatte alla panchina grigiorossa, dove porterebbe nuovi stimoli, sostanza ed esperienza.
Cesare Prandelli, 64 anni di Orzinuovi, cremonese acquisito dai tempi di Mondonico, persona distinta e seria, oltre all’esperienza (negativa) finita con la finale persa agli europei nel 2012.
Dopo l’addio al calcio giocato nel 1990 ha occupato le panchine delle giovanili dell’Atalanta (dove ha vinto un Torneo di Viareggio ed un campionato primavera), Verona (1° classificato campionato di serie B), Venezia, Parma, Fiorentina, Roma, Galatasaray, Valencia, Genoa ed ancora Fiorentina fino all’esonero del marzo 2021.
Tanta esperienza dunque ed un legame che lo lega a Cremona ed alla Cremonese che sicuramente porterebbe tanta esperienza sulla panchina grigiorossa, ma che forse non appare la figura più adatta per affrontare un campionato così difficile.
Il vero outsider è Paolo Zanetti, 39 anni di Valdagno, dopo le buone esperienze con Sudtirol ed Ascoli, ha fatto il suo exploit a Venezia con la promozione guadagnata in extremis ai play off la scorsa stagione ed esonerato a poche giornate dalla fine di questo campionato di serie A, quasi a scaricare le colpe di una disfatta collettiva, quando la salvezza era già compromessa.
Un profilo ancora caldo per la serie A, giovane e promettente sul quale varrebbe la pena farci più di un pensiero.
Ricordiamo ancora Alvini, tecnico del Perugia di cui tutti dicono bene anche se non ha esperienza di serie A.
A scendere nella lista sono tanti i nomi di allenatori in lista di attesa, dai più improponibili fino ai più improbabili: Leonardo Semplici, Eusebio Di Francesco, Roberto Donadoni, Walter Mazzarri, Luigi Di Biagio, Alessandro Nesta, fino ad un certo Fabio Cannavaro che pare voglia tornare in patria dopo la lunga esperienza in Cina.
I tifosi grigiorossi, orfani della guida ‘tecnico/spirituale’, sono in attesa di buone nuove dalla dirigenza per poter dare un volto e un nome da acclamare e su cui contare in una stagione purtroppo iniziata in salita. Entro la settimana il nome del nuovo mister grigiorosso.
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