Cremona e la Cremonese sono state fortunate ad incontrare, sulla strada, persone come la Signora Carla. Giusto ricordarla con una targa allo Zini
"Esiste un'Unione Sportiva Cremonese società calcistica in campo, nei campionati, coi giocatori, nelle alterne vicende sportive che ci ha accompagnato in questi ultimi 50 anni. Dalle stelle alle stalle, su è giù più volte per quattro serie come sulle montagne russe. Una Cremonese che ci fa innamorare ma anche incavolare.
E poi c'è la 'nostra' Cremonese, un elemento fondamentale della memoria, della cultura e dell'identità cremonesi che celebreremo sabato 29 novembre alle 11.00 alla Tribuna Centrale dello stadio. Grazie agli Amici della Storia Grigiorossa con una targa, lì dove c'era la casa della signora Carla, custode dei più intimi segreti dello Zini. Carla Bonazzoli classe 1923 che ci ha lasciato nel novembre 2019, occupa una posizione preminente in quel sentire che centra solo in parte col calcio, ma nasce dentro l'anima ed è impossibile da spiegare. Quasi fosse un lascito che ci hanno trasmesso i nostri nonni e che sentiamo il dovere di portare avanti, indipendentemente dai risultati sportivi. Anzi, specie nei momenti di maggiore difficoltà. Questa memoria collettiva è stata costruita da personaggi diventati epici che hanno dato tanto alla Cremonese, contribuendo a crearne il mito. Una emozione entrata a far parte a tutti gli effetti della millenaria Storia di Cremona. Tra loro la Signora Carla, figlia dei vecchi custodi dello Zini: era andata ad abitare in una casetta di legno di fianco alla tribuna centrale fin dai lontani anni venti all'età di 3 anni. Poi, nel 1930 e fino agli anni 2000, la sua casa è diventata la stessa Tribuna in una abitazione ricavata sotto i gradoni, che ha attraversato 70 anni di squadre, giocatori, campionati, tifosi. Era lei che cuciva le poche maglie di lana nella Cremo che lottava contro fallimenti e rovesci nel Dopoguerra: 'Non c'erano tutte le divise di oggi, tutto quel materiale. La maglia era unica e dovevamo cucirla'. Era ancora lei che accompagnò con una presenza amorevole gli eroi della seconda Cremo dei Miracoli che a metà degli anni Settanta con Cesini, Mondonico e Finardi erano riusciti a tornare in B. Fondamenta solide del meraviglioso ritorno in A del 1984, con i guizzi: 'Del mio Luca', come ricordava con affetto il ricciolino di Cristo Re. Cesare Prandelli in una intervista spiegava che: 'Essere invitati a prendere il caffè nella casa dalla signora Carla era come un lasciapassare, è li che si entrava davvero nella storia della Cremonese, non era un invito che ricevevano tutti, ma solo chi dava il massimo per la maglia grigiorossa.' Aneddoti, foto che mostrava: 'Ah il mio Marco come mi faceva arrabbiare', ricorda Carla sull'estroso ma simpatico Marco Nicoletti. 'Il mio Mondo' ripete mentre mostrava una foto di un giovane Emiliano superbaffuto, appena passato dal campo alla panchina. E non manca nemmeno l'arguzia di Giancarlo Finardi, altra figura da brividi di quegli anni, capace di sdrammatizzare tutto, una vera lezione di vita. 'Eh cosa vuoi, mi ha detto, Carla non ti preoccupare quando muori chiamiamo il trattore facciamo fare un buco lì in campo davanti alla tribuna e poi ricopriamo tutto così sei a posto'. Sono passati 6 anni da quando la signora Carla è mancata e su youtube è possibile vedere l'intervista del Fatto Quotidiano che la immortala insieme alla sua casa, rimossa dai lavori di ristrutturazione del 2022. Ma la sua anima, il suo insegnamento, le sue storie aleggiano ancora tra le tribune e i gradoni del nostro caro vecchio Zini, come scherzando aveva previsto Finardi. Pronti a raccontarci dei racconti diventati quasi fiabe. Miele per le orecchie dei tifosi grigiorossi che vorranno ascoltarle".
Così postarono via social sulla pagina Milano Grigiorossa. Cremona e la Cremonese sono state fortunate ad incontrare, sulla strada, persone come la Signora Carla. Giusto ricordarla con una targa allo Zini.
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