Area Frazzi. L'abbattimento del muro di cinta eretto fra il '56 e il '58. Assessore Carletti: "Un muro senza alcun pregio artistico. Un'offesa cui ormai l'occhio dei cremonesi si era abituato"
"L'ingresso sud della città è il più bello e scenografico, ma esiste un muro che impedisce di godere dello spettacolo imponente dell'area Frazzi. Certo non potremo ricostruire lo splendido ingresso del macello di porta Po, ma abbattere il muro di cinta lungo viale Po ridarà quel respiro e quell'ampiezza che si godono solo nelle più belle città". Così dichiara l'assessore con delega alle Opere Pubbliche e all'Urbanistica Paolo Carletti in merito a quanto previsto, tra l'altro, nel progetto di rigenerazione urbana del parco Ugo Tognazzi, area Frazzi, che è stato predisposto.
A seguito dei lavori già avviati e volti a riqualificare alcune strutture nell'area Frazzi, come il restauro e la nuova funzione del"Forno grande" in corso di realizzazione e la riqualificazione del parco Ugo Tognazzi, già completato, questo ulteriore intervento si pone come obbiettivo il completamento della rigenerazione urbana dell'intero comparto.
L'area interessata fa da filtro naturalistico tra il fabbricato ex industriale denominato "Forno Grande" e viale Po. Il parco presenta un leggero declivio verso sud, creando una conca naturale delimitata ad est dal corso d'acqua del Morbasco, a sud dall'area del Forno Hoffmann (Forno grande), ad ovest da via della Ceramica e a nord da viale Po. Come linea di separazione tra il viale alberato ed il parco, vi è un muro in mattoni con soprastante un grigliato di metallo eretto nella seconda metà dello scorso secolo: non esistono infatti fonti storiche certe sulla realizzazione dell'attuale muro che delimitava l'area Frazzi, ma, ripercorrendo storiograficamente gli avvenimenti seguendo il percorso fotografico e in base alle istantanee dell'epoca, è stato possibile identificare il periodo a cui risale l'opera, cioè ad un'epoca compresa tra il 1956 ed il 1958.
Di fatto questa separazione, che aveva la funzione di delimitazione dell'area produttiva della vecchia fornace, nella rinnovata ottica della rigenerazione urbana del quartiere Po, portata avanti negli scorsi anni, con la riqualificazione e il restauro della strutture limitrofe, comporta una barriera non funzionale che limita l'accesso alla nuova struttura ricettiva e contrasta con l'idea di collegamento, fruibilità e aggregazione che si vuole creare. In questo modo viene meno la possibilità di godere della vista dei luoghi, creando una barriera al cono di vista ottico che si creerebbe sull'intera area in presenza del muro. L'intervento prevede pertanto l'abbattimento del manufatto, riportando lo stato dei luoghi così come era in passato. Non appena ottenute le necessarie autorizzazioni dagli enti competenti si potrà procedere all'attuazione del progetto.
"La riqualificazione del complesso che si trova nell'area Frazzi sarà urbanisticamente e sociologicamente un intervento epocale per Cremona, vederlo ingabbiato da un muro senza alcun pregio artistico è un'offesa cui ormai l'occhio dei cremonesi si era abituato. Nel frattempo è già stata stanziata una somma per il ripristino del ponte sul Morbasco così che questo comparto ritorni a quel concetto di luogo ameno con il quale gli urbanisti di fine '800 avevano pensate viale al Po", prosegue l'assessore Paolo Carletti. "Fatto questo - conclude l'assessore - ci concentreremo sull'abbassamento del muro di cinta del giardino del parco del Vecchio Passeggio, anche qui tornando alle origini, cioè alla cancellata in ferro battuto che cingeva il giardino nell'800. Anche in questo caso la ricerca è quella urbanistica di dare il maggior respiro possibile alle vedute cittadine".
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commenti
Manuel
10 gennaio 2025 18:32
A me personalmente, il muro non dispiace affatto, anzi, la demolizione, anni fa, del tratto di via Ceramica, ha favorito un passaggio veicolare pericoloso da e per viale Po, com’anche reso meno rilassante quell’angolo di quartiere.
Il muro, inoltre garantisce un minimo riparo alla cosiddetta “fauna minore”, contiene l’usufrutto smodato, consumistico e contrasta, tampona l’accumulo di rifiuti.
Le intenzioni possono anche essere ispirate da ambizioni interessanti, ma Carletti e gli amministratori in genere, possibile che ascoltino sempre le stesse campane (non di rado stonate) e gli stessi stakeholders?
Alessio Mazzetti
11 gennaio 2025 09:30
Che si preoccupino del parapetto sul Morbasco, con i ferri sagomati a tritoni, in parte già rovinato nel fiume e transennato da anni a 20 metri da ciò che vogliono abbattere o dell'eliminazione di quel traliccio rugginoso con scritto Porta Po o il ripristino della fontana. Ma nel XXI in crisi idrica ed energetica hanno ancora senso le fontane
Daniro
11 gennaio 2025 09:38
Quando non si hanno idee si fanno proposte bislacche pur di tirare a campare. L'unica proposta sensata sarebbe di liberare lo storico viale Po dal assurdo parcheggio tra i platani pericoloso per pedoni e ciclisti. Dovremmo invece secondo l'assessore, demolire il muro esistente che almeno protegge visivamente da questo scempio e magari adattarci ad assistere a qualche auto pronta ad invadere anche il giardino. Già il progetto di sistemazione del giardino ha demolito il bellissimo filare di prunus preesistente lungo il muro e ora si vuol dare il colpo finale? Ma per favore.
Anna
13 gennaio 2025 10:30
Perfettamente d'accordo.
Stefano
11 gennaio 2025 23:50
Vien da pensare che sarebbe il caso di smetterla di vaneggiare cose inutili e senza senso, tanto per dare l'idea di fare qualcosa ma buttando via i soldi pubblici.( Non abbiamo dimenticato le onde blu sul Corso e quei magnificenti totem..e la famigerata pensilina?...Con tutte le cose che ci sono da riparare e da pulire a partire dal ponte lì vicino sul Morbasco ed i marciapiedi, possibile che arriviate invece a pensare cose del genere? Ha ragione anche Manuel riguardo alla protezione della fauna che sta all' interno dell' area Frazzi. Ma sulla base di quali ispirazioni e competenze vi vengono idee dei genere? Datevi una calmata. Limitatevi a riparare l'ordinario che è già molto Per il resto meno cose vi inventate e meglio è. Primo non nuocere!!
Pasquino
12 gennaio 2025 09:38
Un altro grande genio dell'urbanistica espresso da questa amministrazione di persone capaci e impegnate che per fortuna ora può contare su un buon stipendio e si appresta giustamente a fare cose importanti e durature buone e giuste
Complimenti a tutti
Stefano
12 gennaio 2025 11:11
E poi godersi a pieno cosa, con gli animali in particolare domestici,i cani, ma anche i bambini, che grazie a questa bella idea, correranno molto più il rischio di finire sul viale Po a rischio di investimento macchine, con secondario inutile supplemento di inutile vigilanza da parte di genitori nonni padroni.. ma quando decidete le cose,le pensate tutte queste variabili? L'impressione che si ha è che le vostre trovate, alcune come questa,siano il frutto di una ideologica improvvisazione
Valentina
6 febbraio 2025 20:45
Criticare questo brillante progetto è un atto dovuto..."abbattere il muro ,che idea geniale! Riparare il parapetto in ghisa sul Morbasco invece ,cosa è una idea balenga?" Forse è un voler far vedere che viene fatto qualcosa per il decoro della città ,con la minima spesa ,tanto per fare qualcosa ...complimenti! Di bene in meglio!
Michele de Crecchio
12 gennaio 2025 18:45
Un tempo il viale Po era, sicuramente, la più affascinante delle strade urbane cremonesi esterne al centro storico. Progettata all'inizio dell'ottocento (dall'architetto Luigi Voghera!) e poi perfezionata e gestita, a suo tempo, con molteplici attenzioni, ormai da circa mezzo secolo ha visto, purtroppo, progressivamente scadere il suo aspetto.
La accidentale e parziale distruzione dei parapetti (impreziositi con decorazioni in ghisa ricche di allusioni storiche) parapetti che delimitano il tratto di viale che, realizzato su ponte, scavalca il Morbasco, ha, da qualche tempo, notevolmente evidenziato la spiacevole condizione di degrado complessivo del pregevole contesto, degrado al quale non credo sia però difficile porre rimedio.
Considerato che a tale distruzione non si è, come pure sembrava agevole che si potesse rapidamente fare, ancora messo rimedio e che si sono sono così rese ancora più evidenti le esigenze e le opportunità di riordinare, ai lati del viale, quantomeno, lo stato delle corsie laterali (pedonali e ciclabili), nonché degli spazi (eventualmente) destinabili a parcheggio, personalmente riterrei opportuno verificare bene, prima di assumere una decisione operativa e attraverso un progettino generale di sistemazione dei luoghi (sempre che non si sia già operato in tal senso), l'opportunità effettiva, sotto il profilo sia ambientale che funzionale, di una demolizione, totale o parziale, in altezza o in lunghezza, della preesistente e non sgradevole recinzione.