Caso Sgroi, il PD attacca: "La maggioranza parli chiaro e prenda una posizione politica seria"
Il PD torna a discutere sul caso Sgroi, una vicenda che continua a pesare sulla vita politica di Rivolta d’Adda. A sei mesi dall’arresto del sindaco Giovanni Sgroi — sospeso automaticamente dal Prefetto dopo la misura cautelare dei domiciliari — la maggioranza non ha ancora espresso una posizione politica netta, limitandosi a sostenere che non spetti a loro formulare giudizi morali.
"Prendiamo atto, con rammarico, che anche nella seduta del Consiglio Comunale del 24 novembre la maggioranza ha scelto di non assumere alcuna posizione politica seria né di pronunciare parole chiare sulla vicenda che coinvolge il sindaco di Rivolta d'Adda, Giovanni Sgroi.
La capogruppo di maggioranza, Nicoletta Milanesi, ha dichiarato che non spetterebbe a loro esprimere giudizi morali. Una risposta che conferma, ancora una volta, l'incapacità della maggioranza di cogliere la gravità della situazione e la volontà di proseguire come se nulla stesse accadendo. Può anche non spettare alla maggioranza formulare giudizi morali, ma spetta certamente a loro assumere una posizione politica chiara e responsabile.
Durante il Consiglio, la maggioranza ha sostenuto di aver preso posizione fin da subito, richiamando la sospensione del sindaco disposta dal Prefetto. Riteniamo doveroso precisare che il Prefetto non è parte del confronto politico e non deve essere trascinato impropriamente in questa vicenda: la sospensione è stata semplicemente l'applicazione automatica della legge a seguito della misura cautelare degli arresti domiciliari imposta al sindaco.
Come già detto dalla minoranza in Consiglio, anche noi ribadiamo che l'Amministrazione comunale e i consiglieri non hanno alcun coinvolgimento nelle vicende a carico del dott. Giovanni Sgroi. Tuttavia, anche alla luce delle ultime notizie di stampa — che parlano di "prime e parziali ammissioni" e di un tentativo di accordo risarcitorio con le quattro donne che lo hanno denunciato presso la Procura di Milano — riteniamo indispensabile una presa di posizione chiara, pubblica e condivisa da parte dell'intera Amministrazione e dell'intero Consiglio Comunale.
A distanza di sei mesi dall'arresto del sindaco, questa presa di posizione non è ancora arrivata.
La strada da seguire l'abbiamo indicata da tempo: sciogliere il Consiglio Comunale e portare ordinatamente la cittadinanza al voto nella primavera del 2026, evitando che questa situazione indecorosa si trascini fino alla scadenza naturale del mandato nel 2027 o fino a una eventuale sentenza.
Rivolta d'Adda ha bisogno di chiudere questa pagina dolorosa, di ricostruire fiducia e di ripartire."
PD Rivolta d'Adda
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