Donazione di sangue, organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche, con il dottor Umberto Bodini e Annarita Capellini per gli studenti dell'Einaudi
“Sono qui, per spiegarvi che abbiamo un problema”. Ha esordito così il medico in pensione Umberto Bodini, nell’incontro di Educazione alla Salute ed alla Cittadinanza attiva, scelto dagli studenti di una classe quinta dell’indirizzo Commerciale e di un paio di quarte di Grafica e Comunicazione dell’istituto “L. Einaudi”. Presso la sala di via Massarotti, il dottore ha poi aggiunto: “Non siamo purtroppo in grado di produrre il sangue, considerato sede della vita, sin dall’antichità, e la sua carenza rappresenta una grossa difficoltà per tutti: si tratta di una questione, che riguarda la convivenza civile. L’O.m.s. afferma che un Paese come l’Italia, per essere autosufficiente, dovrebbe aderire con il quattro per cento della sua popolazione. Cremona è una provincia particolarmente generosa, grazie alle numerose campagne di sensibilizzazione e d’informazione, messe in campo, a livello locale”.
L’intervento di Bodini, scientifico ed appassionato al tempo stesso, si è aperto con una breve storia della trasfusione, che, in principio, si effettuava da braccio a braccio, in quanto ancora non si sapeva che bastano acido citrico e glucosio, per impedire la coagulazione di un elemento tanto prezioso. Se la scoperta dei gruppi sanguigni, ad opera di Karl Landsteiner, nel 1901, ha rappresentato una tappa fondamentale, nel Settanta, tramite centrifuga, fu addirittura possibile scindere il liquido ematico nei suoi componenti essenziali (globuli rossi e bianchi, piastrine e plasma), per evitare sprechi e curare i pazienti in modo mirato. Bodini ha inoltre rievocato il primo trapianto di rene, avvenuto nel 1954 e quello di cuore, effettuato da Christiaan Barnard, in Sudafrica, nel 1967, a proposito del quale, ha sottolineato con enfasi: “Si era realizzato uno dei più grandi sogni dell’uomo!”.
Quanto al midollo osseo, esso si preleva dalla zona posteriore del bacino, in passato, in anestesia totale, oggi, invece, tramite sedazione spinale. Vi sono presenti le cellule staminali, che si trovano anche nel cordone ombelicale e che ora, tramite farmaci chiamati fattori di crescita, si possono far uscire persino nell’oro rosso, che scorre all’interno del nostro sistema circolatorio. Malgrado l’incognita del rigetto, i vari casi illustrati indicano l’importanza dell’attività svolta dalle associazioni, che si occupano di tali problematiche. In città, l’A.d.m.o. è nata nel 1992. Per farne parte, bisogna essere maggiorenni, godere di ottima salute e pesare almeno cinquanta chili. L’iscrizione va presentata entro il trentacinquesimo compleanno e si rimane a disposizione sino al cinquantesimo. Gli stessi requisiti, tranne le ultime due specifiche, valgono in egual misura per l’A.v.i.s., in cui la permanenza si prolunga fino ai sessant’anni. Per l’A.i.d.o., è necessario compilare un modulo ed allegare il documento d’identità. La volontaria Annarita Capellini, infermiera professionista e vice referente dell’A.d.m.o., si è soffermata sull’aspetto dell’anonimato, chiarendone le motivazioni. Ha poi ricordato con commozione la propria esperienza di donatrice, a favore di Rosario, un bimbo siciliano, all’epoca undicenne. La Capellini ha infine rivolto un invito alla giovane platea: “Io sto cercando di dare il mio contributo, di fare la mia piccola parte. Poiché vi state avvicinando alla maggiore età, pensateci pure voi…”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti