Il violoncello Stauffer star della commemorazione stradivariana. Le sorelle Rana rapiscono i cremonesi con grandi classici e curiose riscoperte
Successo per l’attesissimo appuntamento che si svolge ogni 18 dicembre, ovvero Stradivari Memorial Day, appendice conclusiva dell’omonimo festival che onora la scomparsa di uno dei cittadini cremonesi più illustri di sempre.
L’onere quest’anno è ricaduto su un duo eccezionale, quello formato da Beatrice e Ludovica Rana. Le sorelle hanno presentato un programma che ha alternato grandi composizioni del repertorio romantico (la prima sonata di Johannes Brahms e la seconda di Felix Mendelssohn) e splendide pagine di autrici quali Clara Schumann e Fanny Mendelssohn, figure che stanno entrando sempre più spesso e a buon titolo nel repertorio dei grandi interpreti.
Risuonano ancora una volta nell’Auditorium Arvedi le note composte da Clara Schumann, nello specifico due romanze trascritte per violoncello e pianoforte indubbiamente tra i generi prediletti in casa Schumann. Le liriche sono eseguite con un candore quasi familiare, creando un’atmosfera da salotto letterario di altri tempi. La decisione di eseguire melodie vocali (in questo caso il primo e l’ultimo numero dell’Op. 13 dell’autrice) in adattamenti per strumento ad arco può risultare tanto piacevole quanto stucchevole: la perdita dei suoni peculiari della lingua e della poesia tedesca appannano la resa musicale del brano, rendendolo meno efficace. Le gradevolissime melodie sono comunque state eseguite in maniera pregevole a mo’ di introduzione a un programma di dimensioni considerevoli.
Secondo brano in scaletta la Sonata Op. 38 del giovane Johannes Brahms, capolavoro amatissimo dagli appassionati di musica da camera. La struttura granitica e drammaticità delle melodie conferiscono un fascino particolare che a tratti ricorda certe pagine di autori della grande tradizione classica.
Ancora una volta il duo si è dimostrato capace di trovare raffinatissimi colori e piani sonori chiari facendo trasparire con particolare efficacia le melodie principali e le ingegnose linee secondarie.
Il freschissimo Allegretto quasi minuetto è stato eseguito con sfumature sensuali ed eleganti (anche grazie a un vibrato molto caloroso del violoncello) facendo da contraltare all’eroico Allegro iniziale.
Molto più esplosivo il Finale: un vero e proprio saggio di maestria nella condotta imitativa delle parti. Le voci dei due strumenti si sono intrecciate in questa sorta di baldanzosa giga, notevole la prestazione di Beatrice che è riuscita a dialogare con la sorella nonostante la densissima scrittura pianistica.
Ad aprire la seconda metà del programma la Fantasia in sol minore di Fanny Mendelssohn, brano di denso lirismo al cui interno vengono alternati momenti di bravura e languide melodie.
Il timbro profondo dello Stradivari “Stauffer” (1700) è emerso fin dalle prime sofferenti note del pezzo. Questa breve e fresca pagina dal carattere un po’ salottiero ha dato modo alle sorelle di dimostrare un assieme chiaro e un piglio convinto, caratteristiche apprezzabilissime riscontrabili in ogni momento della serata.
In chiusura un vero e proprio raggio di sole, ovvero la sonata Op. 58 di Mendelssohn, un brano maturo caratterizzato da grandiosi slanci di vitalità, specialmente nei movimenti estremi.
Echi della celeberrima sinfonia “Italiana” traspaiono già dalle prime misure del primo movimento: ritmi danzanti, passi di brillante virtuosismo e melodie splendenti hanno coinvolto e convinto gli spettatori.
Le due musiciste hanno eseguito con estro e grazia il secondo brano, giocando su sonorità più intime e suoni più asciutti.
Menzione speciale per la sonorità corale di Beatrice nelle prime battute del terzo movimento che ha dato modo allo Stauffer di cantare in un modo sinceramente sentimentale attraverso le sapienti mani di Ludovica. Bruschi arpeggi hanno annunciato il burrascoso e virtuosistico Finale, concludendo non solo la sonata ma questo vero e proprio tour de force cameristico.
Conclusa la parte ufficiale del concerto le sorelle hanno concesso un bis che porta il nome di famiglia, ovvero un potpourri di celebri melodie pucciniane composto da loro padre.
Prossimo appuntamento in auditorium il 20 dicembre per una serata-evento che vedrà protagonisti i blasonatissimi Swingle Singers.
Fotoservizio di Gianpaolo Guarneri (FotoStudio B12)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti