12 agosto 2023

Impianto di Biometano. Il Circolo Vedo Verde ribadisce: chiesta fin da subito la compatibilità urbanistica

Anche il Circolo Vedo Verde di Legambiente ha preparato un documento piuttosto critico sulla localizzazione del nuovo impianto industriale di biometano in via Bosco. In un documento ribadiscono la necessità di una immediata verifica di compatibilità con la strumentazione locale e sovracomunale (incompatibilità già emersa anche nel documento degli uffici comunali dell'Urbanistica a firma dell'architetto Masserdotti). Soprattutto stigmatizzano l'incidenza dell'impianto su un'area di tutela delle biodiversità, sulla presenza di una falda superficiale, la sua localizzazione nel Plis del Po e del Morbasco, l'ambito agricolo strategico nel quale viene collocato che non prevede impianti di così grandi dimensioni. Legambiente pone poi una serie di altri quesiti in vista della Conferenza dei Servizi del 15 settembre: la viabilità, la sostenibilità della dieta dell'impianto, le emissioni in aria vista la grave situazione della qualità dell'aria della città. 

Ecco il documento:

Il Circolo Vedo Verde Legambiente Cremona ha inoltrato la richiesta di partecipare alla conferenza di servizi così da poter ribadire le osservazioni presentate in data 17/04/2023.

In particolare, si chiede una puntuale verifica di compatibilità della localizzazione dell’impianto rispetto alla strumentazione urbanistica vigente locale e sovracomunale (PTR, PTCP, PGT), alla presenza di un Corridoio Ecologico Primario, ai vincoli paesaggistici e idrogeologici e alla coerenza con la preesistenza del PLIS del Po e del Morbasco, il cui quadro pianificatore e normativo è di seguito sintetizzato:

1. Area prioritaria per la biodiversità n. 25 “Fiume Po”, elemento di primo livello del Settore 136 “Po di San Daniele Po” della Rete Ecologica Regionale (infrastruttura regionale prioritaria prevista dal PTR, vedi DGR 10962/2009) che al paragrafo 2.5, prevede, come regola di seguire negli strumenti di pianificazione, che si eviti l’inserimento delle “aree di trasformazione” previste dai P.G.T. negli elementi di primo livello della R.E.R.

2. PLIS del Po e del Morbasco (L. r. 86/’83) che rappresenta una forma di tutela normata dal P.G.T. finalizzata al recupero e valorizzazione e risanamento (anche mediante trasferimento di funzioni improprie e incompatibili con superamento delle situazioni di degrado e inquinamento) dei caratteri paesaggistici, storici, ambientali, naturalistici ed agricoli del territorio laddove prioritario appare pertanto l'obiettivo di salvaguardare i suoli esistenti evitando altro consumo di suolo

3. Ambito agricolo strategico AA3 di rilevanza ecologico-ambientale e paesaggistica che prevede il mantenimento, valorizzazione e promozione dell'agricoltura, sulla base dell'elevato valore agronomico dei suoli e degli spiccati caratteri paesaggistici e ambientali laddove non sono ammessi impianti per la produzione di energia rinnovabile da fonte agricola superiori a 100 Kwa ex DM 6/02/2012

4. Relazione geologica e di caratterizzazione Geotecnica – Elaborato 11A) che evidenzia la presenza di falda caratterizzata da notevoli escursioni piezometriche e presenza di acqua a quota prossima a quella del piano campagna (rif. Pag. 23, 24, 26–27)

5. Grado di sensibilità del Paesaggio: elevata, art.4 delle Disposizioni attuative del Documento di Piano 

Il Circolo chiede inoltre:

- informazioni dettagliate circa la dieta dell’impianto, la provenienza delle biomasse impiegate e la sostenibilità delle stesse, stante quanto previsto dal Decreto Biometano in essere

- la verifica della viabilità interessata al conferimento delle biomasse all’impianto, con riguardo sia all’attraversamento di centri abitati, sia al numero di mezzi giornalieri usati considerando il contesto di forte compromissione ambientale esistente

-la verifica della vicinanza a centri sensibili a emissioni odorigene o un’individuazione precisa e puntuale dei quantitativi e delle aree previste per gli spandimenti dell’ammendante derivato dal trattamento del digestato e, nello specifico, gli apporti di azoto reattivo ai suoli, a cui occorre porre attenzione particolare stante che la Provincia di Cremona è in zona critica per i nitrati o un chiarimento circa il recupero dell'acqua derivante dall’impianto, risorsa importante stante la situazione di siccità crescente sul territorio

-informazioni sul ciclo impiantistico, con particolare riferimento al recupero di CO2 e solfato d'ammonio o informazioni sulle emissioni in aria, in particolare per quanto riguarda ammoniaca ed altri precursori della formazione di particolato secondario, visto che nella classifica della qualità dell’aria dell’Agenzia Europea dell’Ambiente la città di Cremona risulta tra le peggiori per polveri sottili Cremona

Il Direttivo del Circolo Vedo Verde Legambiente Cremona

La foto con il drone dell'area di via Bosco è di Riccardo Rizzi Maverick


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti