28 dicembre 2024

Tsunami del 2004: nell'inferno indonesiano c'erano anche l'architetto cremasco Leonardo Gennari con la moglie Elena, miracolosamente sopravvissuti al disastro.

Era la mattina del 26 dicembre 2004, una mattina di festa dopo il Natale, i turisti in spiaggia per godersi il caldo e le spiagge affacciate sul tratto di Oceano Indiano che va da Indonesia, Sri Lanka, India, Thailandia. Duecentomila morti, dispersi, feriti e chi  si salvò vent'anno fa per puro caso o per fortuna, ha ancora negli occhi le immagini del disastro e della distruzione che ne seguirono. Tra loro c'erano anche Leonardo Gennari, architetto che all'epoca viveva a Casalbuttano e che oggi ha lo sudio a Crema, insieme alla moglie Elena; erano a Patong e al momento dell'arrivo dell'onda si trovavano ancora sul balcone della loro camera, in un albergo poco distante dal mare ma situato su una collina, abbastanza in alto da non essere raggiunto dall'onda. Se quella mattina fossero scesi in spiaggia presto, molto probabilmente non avrebbero potuto raccontare quello che videro: una prima onda che arriva e travolge turisti, bagnanti, case e palazzi, poi si ritira portandosi in mare tutto quanto e di nuovo dopo pochi minuti una seconda onda si insinua con violenza nellì'entroterra per centinaia di metri. Il potente sisma con epicentro al largo dell'isola di Sumatra ha dato origine al peggiore tsumani della storia, che si abbatte sulle coste del golfo del Bengala senza preavviso e senza che nessun allarme venisse lanciato in tempo per avvisare le migliaia di turisti e di abitanti del posto, travolgendo e distruggendo tutto quello che si trova sul suo corso. 

Pochi minuti di furia bastano per devastare i luoghi di lusso e divertimento frequentati da decine di migliaia di turisti: chi è riuscito a salvarsi ora si aggira come un fantasma, ancora frestornato, tra le macerie, alla ricerca di amici e famigliari che improvvisamente sono stati inghiottiti dalla furia dell'acqua. Luoghi paradisiaci diventati un inferno di morte e distruzione. Alla fine la conta dei morti sarà tra le peggiori della storia, con oltre 230mila persone uccise, 20mila dispersi mai più ritrovati, migliaia di feriti, quasi 5 milioni di persone rimaste senza un tetto e sfollate, territori completamente devastati nelle strutture e nelle infrastrutture.

 


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