Via Massarotti, chiude il negozio di ortofrutta aperto solo a metà settembre. Una breve avventura che ora vede di nuovo il locale vuoto
E' durata poco meno di un trimestre l'attività del negozio di frutta e verdura aperto solo lo scorso settembre, che però ha già chiuso i battenti.
La saracinesca del negozio di Ermanno Pedroni si era alzata nel periodo di rientro dalle ferie estive, a metà settembre, per dare vita ad un'attività di vendita di frutta e verdura, dopo aver già fatto esperienza nella piazza principale di Casalbuttano e dopo quasi 30 anni di commercio in numerosi e diversi settori. Era dunque approdato a Cremona nei locali dell'ex Bar Sport all'inizio di via Massarotti per dar vita al nuovo negozio di ortofrutta, in una zona che ne era sprovvista e che prometteva di essere interessante sia per il passaggio pedonale che automobilistico, a metà tra il centro e la cintura verso la periferia, ma evidentemente l'esperienza è già giunta al capolinea e la vetrina è tornata ad essere nuovamente vuota dopo una manciata di settimane.
Non è questa la prima nè l'unica saracinesca che si abbassa ancora in via Massarotti, dove di recente ha chiuso una storica lavanderia oltre ad altre attività cessate da più o meno tempo, confermando il trend negativo del commercio al dettaglio in tutta la città.
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commenti
Gianluca
18 dicembre 2024 10:26
Visto che siamo tra i migliori in Italia, quale posto occupa Cremona per le attività che chiudono?
Marco
18 dicembre 2024 12:57
Basta leggere i quotidiani nazionali per venire a scoprire che e' così in quasi tutta l'Italia.
Ogni ora chiudono 4 negozi
Poi ho scoperto che i negozi asiatici hanno le tasse pagate dalla loro nazione e già questo fa' capire il perché i negozi chiusi vengono rilevati da loro.....non c'è competizione.
E questo fa' un'enorme differenza.
La soluzione sarebbe smettere di considerare i cittadini e gli imprenditori in generale come fonte di tassazione per coprire gli sprechi, inefficienze e privilegi di uno stato che pare molto spesso impegnato a garantirsi i propri privilegi e ad aumentarli appena può e quasi alla chetichella.
Andatevi e rileggere il libro "La Casta " di Rizzo e Stella.
Io quando vedo le cerimonie al Quirinale prive si sobrietà e con un walzer di valletti,uscieri, funzionari che non sì sa' bene cosa facciano divento molto nervoso .
Poi il negozio era una morte annunciata.... difficoltà di parcheggio in primis e la vicinanza di un supermercato.
Tommaso
18 dicembre 2024 14:23
Concordo al 110%
Claudio
18 dicembre 2024 12:48
Troppe tasse (forse in tanti non sanno che anche il registratore di cassa ha una tassa, senza parlare degli aggiornamenti tipo la lotteria degli scontrini) , troppe spese.
Le bollette di luce acqua e gas sono decuplicate, gli affitti aumentano (non per colpa dei proprietari che a loro volta sono oberati di tasse) e la gente ha pochi soldi da spendere per la qualità dei prodotti.
Lo stato se ne frega dei Commercianti che chiudono tanto non devono pagare la cassa integrazione e possono recuperare le tasse alzando l'IMU ai proprietari degli immobili
Marco
18 dicembre 2024 14:45
Quando chiude una attività lo sport nazionale è dare la colpa alle tasse ed al Comune. Mai nessuno prende in considerazione che l'imprenditore di turno si sia semplicemente fatto male i conti oppure che non sia riuscito ad attirare un numero sufficiente di clienti. Perché alla fine è questo il problema, la gente indica come problema le tasse ma il problema vero è che le persone preferiscono fare la spesa nei supermercati (tendenzialmente pieni) piuttosto che nei piccoli negozi di prossimità, si dice perchè si risparmia ma non è totalmente vero. Comunque è molto meglio convincersi che la colpa è delle tasse piuttosto che del nostro comportamento di consumatori distratti, superficiali, totalmente in balia dalle campagne di marketing e sempre pronti a premiare le multinazionali ed il mercato globale con i fatti ed a difendere i piccoli commercianti solo con le chiacchiere. È ipocrita ma molto comodo.