13 dicembre 2022

‘U.S. Cremonese. La storiA (1903-2022)’, 120 anni di storia grigiorossa raccontata da Giorgio Barbieri.

Nel pomeriggio di domenica si è chiusa l’edizione autunnale 2022 della Fiera del Libro di Cremona e lo ha fatto con un evento che ha unito lo sport, la storia e la cultura della nostra città.

In una Sala dei Quadri del Palazzo comunale di Cremona gremita, Giorgio Barbieri, cronista sportivo di giornali locali come Mondo Padano prima e la Provincia poi, corrispondente del quotidiano sportivo nazionale per eccellenza la Gazzetta dello Sport, ha presentato al numeroso pubblico il suo libro ‘‘U.S. Cremonese. La storiA (1903-2022)’.

A presentare l’opera di Barbieri il critico letterario ed organizzatore della rassegna Claudio Ardigò, l’Assessore allo Sport del comune di Cremona Luca Zanacchi, il Presidente dell’US Cremonese Paolo Rossi, l’editore Dante Fazzi (Ed. l'Apostrofo) e lo stampatore Palmiro Fanti (Fantigrafica).

Un’opera di ben 540 pagine, corredata da tantissime immagini di repertorio, testimonianze ed aneddoti, che insieme raccontano della storia della Cremonese dal 1903 ad oggi, comprese le quindici partite di questo campionato di serie A. 

La prima parte del libro, quella che dal 1903 arriva fino alla fine degli anni ‘70. viene definita dall'autore romanzata, perché lo stesso si deve affidare alla ricerca e dallo studio delle notizie, raccogliendo testimonianze  di chi ha vissuto e di chi ha scritto precedentemente del sodalizio grigiorosso. Dal 1976 ad oggi Barbieri si ritrova a scriverne e quindi a vivere in prima persona gli eventi attraverso i suoi protagonisti.

E’ Claudio Ardigò ad introdurre la serata: ‘Questo libro è cultura, il calcio e’ cultura proprio perché è un gioco, e proprio grazie al libro di Barbieri possiamo apprezzarlo in tutte le sue forme e per ribadire che al calcio possono giocare anche dei geni, come quel giocatore con una gran massa di capelli ed i calzettoni arrotolati che porta il nome di Alviero Chiorri che con la grazie di un ballerino ispirato, portava la palla dove voleva ed agli avversari più antipatici faceva un tunnel perchê si ricordassero di lui’.

Sulla stessa lunghezza d’onda Giorgio Barbieri, che ha parlato di passione per questo gioco, dell’importanza che riveste per chi se ne appassiona, attraverso i colori della squadra della sua città. Di Cremona e dei colori grigiorossi nel nostro caso,  che resta una piccola realtà, che però in più di un'occasione, è arrivata a confrontarsi con le grandi del calcio italiano, risvegliando appunto, passione ed amore per questa squadra.

Dietro a tutto questo c’è la storia di una società che nasce nel lontano 1903, ma soprattutto, come spesso ha sottolineato l’autore, ci sono uomini ancor prima che calciatori, con le loro storie raccolte e raccontate in questo libro. 

Il passato è fondamentale per costruire il futuro, e questo libro lo testimonia. Si tratta di un libro in parte romanzato dove non ci sono classifiche, risultati, tabellini. Fino al 1976 -1977 ho dovuto studiare e cercare di capire, da quella stagione ho cominciato a scrivere di Cremonese e vivere la sua storia. Una storia fatta di uomini non solo calciatori protagonisti, che nel libro cerco di raccontare anche attraverso la loro carriera calcistica’.

Alcune di queste, sono state appena accennate, come quella del piemontese Staccione che a Cremona, arrivato da da militare, ha vestito la maglia grigiorossa nel periodo fascista e che sul giornale di Farinacci (‘Il regime fascista’) al posto del suo nome veniva censurato con una ‘x’ in quanto antifascista, fino alla morte trovata in un campo di sterminio. 

Un’altra storia, una tra le più significative, è quella del giovane portiere Giovanni Zini, a cui si deve il nome dello stadio di via Persico. Uno tra i migliori portieri agli albori del ventesimo secolo, non fosse che ‘la grande guerra’ lo chiama al fronte come barelliere, dove trova la morte ed ha visto un’altra carriera spezzarsi sul Carso.

Tra i tanti dirigenti e collaboratori, non poteva mancare il ricordo di Erminio Favalli, che Barbieri definisce ‘un maestro, un grande amico, la persona più importante della sua carriera da giornalista’. Favalli che gli raccontò quando, appena acquistato dall’Inter, arrivò a casa con un sacco di banconote e le appese a dei fili in cucina, facendo strabuzzare gli occhi alla madre, fino a pensare che avesse fatto una rapina. Ancora una volta l’autore va oltre  il racconto e parla di riscatto sociale, che una famiglia povera trova in uno sport dove i valori premiavano l’uomo ancor prima che il calciatore.

C’è amarezza nelle sue parole quando parla di un calcio cambiato, diverso: ‘Ora è business, dove contano piú i procuratori, gli intermediari ed i dirigenti sportivi che gli uomini’. Sono in tanti gli amici, tra cui tanti ex giocatori, in sala che lo hanno accompagnato nella sua carriera, uniti da un altro valore, l’amicizia che sintetizza nello ‘star bene insieme’.

Dal veterano Aristide Guarneri, cremonese doc che abita in piazza S.Angelo a due passi dove fondarono la Cremonese e che dopo aver vestito la maglia grigiorossa ha vinto tutto con l’Inter. Luciano Cesini 13 stagioni per più di 400 partite in grigiorosso (record di presenze), ma anche Giancarlo Vasini, Felice Garzilli, Giovanni Dall’Igna, l’ex allenatore Roberto Venturato e molti altri.

Tra questi ha preso la parole il condottiero di tante battaglie, una delle bandiere grigiorosse Mario Montorfano, nato a Brescia, ma dal sangue grigiorosso, dall’alto dei suoi 34 anni di militanza a Cremona prima da da giocatore e poi allenatore fiero di avere anche allenato la ‘prima squadra’ in 3 occasioni diverse. ‘Sapere e conoscere il passato è fondamentale, la conoscenza e cultura e la storia non vanno dimenticate. A Cremona anche quando si retrocedeva, non si drammatizzare perché si sapeva ha alle spalle avevamo una società solida fatta di uomini, che le hanno regalato tante soddisfazioni ai tifosi, un ambiente che ti permetteva di vivere il calcio in una dimensione umana. Si parlava in dialetto cremonese, ma dire che era una società da pane e salame è un pò riduttivo, perché c’era organizzazione e competenza’.

Emozionante il ricordo del dottor Bruno Anselmi, significativo e spassoso quello di quando il capitano chiede un rinnovo biennale e Favalli e Luzzara in 30 secondi con due battute in dialetto cremonese glielo concedono. Altri tempi.

Tanti i ricordi, ma anche tante le persone da ricordare, che sono peraltro citate nel libro: dalla ‘mitica’ Carla, Mondonico, Bigio Rossi, fino al grande Presidentissimo Domenico Luzzara, che come ricorda Barbieri, alla morte del figlio Attilio in un incidente stradale, rilevò la Cremonese quasi per dovere, promettendo di ‘portarla in cielo là dove c’è Attilio’, da Nedo Bettoli, alla ‘sagoma’ imponente di Giuseppe Miglioli che con il suo camion arrivava al campo carico di prosciutti, ma anche lavatrici, frigoriferi e di ogni genere di cosa che potesse servire ai calciatori.

Dal padre di Antonio Cabrini che si lamentò con Luzzara per averlo messo sotto contratto, mentre lui l'avrebbe voluto a lavorare nella sua azienda agricola, o quella di Luca Vialli acquistato per ‘un paio di mortadelle o poco più’ dal Pizzighettone' per poi diventare un idolo nazionale.

Non poteva mancare il racconto sul primo incontro con Ugo Tognazzi, conosciuto al Mulino Vecchio di Isola Dovarese, di fronte ad un piatto di ambolina fritta a fronte di una declamazione dialettale sulla bontà del piatto. 

Si è parlato della Cremonese di Luzzara e Simoni, ma anche di quella che nel 2007 ha aperto l’era di Giovanni Arvedi, che l’ha salvato dal fallimento rilevandola da Triboldi pagandola molto di più di quello che valeva, raccontando gli appostamenti allo stabilimento di Riva Trigoso e l’incontro con il Cavaliere che gli diede la notizia dell’acquisizione. Da quel momento sono passati tanti anni, tante delusioni, tanti ‘scarponi’ sapientemente venduti da procuratori scaltri, la triste pagina del calcioscommesse, che ha sfiorato fortunatamente senza lasciare grossi segni se non nell’orgoglio. Poi nel 2017 la promozione in serie B e lo scorso anno in serie A. ‘Da qui in poi’ dice Barbieri ‘toccherà a qualcun altro raccontare il seguito della storia’.

Una serata che si potrebbe definire come quasi un’ora e mezza di chiacchierata tra amici, che se avessero potuto prendere la parola si sarebbe conclusa a notte inoltrata. Il finale è dedicato ai ringraziamenti, a coloro che avrebbero voluto esserci ma non hanno potuto, all’editore Dante Fazzi ed al grafico Palmiro Fanti, che si sono detti entusiasti ed orgogliosi dell’impegno profuso per dar vita a questo libro..

Un libro che Giorgio Barbieri ha il merito di aver scritto ma che appartiene alla gente, a Cremona ed ai cremonesi. Di fronte ad un calcio in cui ormai è difficile riconoscersi, questo libro è la testimonianza che per reggere al passare del tempo e dei cambiamenti servono basi solide e valori che fungano da punti cardinali, attraverso i quali tracciare la rotta.

Il libro sarà disponibile nei prossimi giorni nelle librerie cittadine di Mondadori e Feltrinelli, la distribuzione arriverà anche nei paesi della provincia, il prezzo del libro è di 30 euro.

Per informazioni ed eventuali spedizioni contattare il distributore.

http://www.apostrofoeditore.it/

 

Daniele Gazzaniga


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