Per fortuna che Marco Villa c’è! Matteo Piloni ha chiesto alla Regione Lombardia di premiare il Ct del ciclismo su pista, festeggiato al Remolino
E’ stato un successo quanto si è verificato ai recenti Mondiali di Ciclismo su Pista, tenutisi in Francia a Saint-Quentin-en-Yvelines, laddove (Chapeau) l'Italia del pedale ha concluso la sua spedizione sulla pista Olimpica di Parigi 2024 con 7 podi, di cui 4 ori e 3 argenti, e il secondo posto nel medagliere complessivo della rassegna, dietro all'Olanda (4,4,2) e davanti ai francesi (3,3,1).
Reduce dal Record dell’Ora, uno stratosferico Ganna, senza nulla togliere agli altri, ecco ha meravigliato conquistando l'oro (e il record del mondo) nell'Inseguimento individuale. Argento per Milan, in quella (contro Ganna) che si è rivelata l’epica sfida tra… i due fantastici italiani. Oro anche per le ragazze dell'inseguimento a squadre e per Martina Fidanza nello Scratch. E pensare che il ciclismo su pista in Italia stava scomparendo anni fa, ricordate?
Sì, il movimento stava letteralmente evaporando, tra disinteresse, velodromi vuoti, abbattuti, lasciati alla malora. Poi arrivarono l'ostinazione di Elia Viviani, ma soprattutto e tutti il lavoro silenzioso e strepitoso di Marco Villa da Montodine, sublime commissario tecnico, bravo, ha ricreare interesse, entusiasmo e partecipazione, intorno al campionissimo sulle due ruote. E bravissimi sono stati i giovani che hanno creduto nell'impossibile e in Villa lavorando sodo: particolare non indifferente: proprio due di questi appassionatissimi atleti, meritatamente hanno appunto raggiunto la finale dell'inseguimento individuale. E nella fattispecie ha vinto Filippo Ganna. Questo il commento di Villa all’epocale disfida tra i due azzurri volanti:
“Indimenticabile è la parola corretta per definire la serata che abbiamo vissuto. Sono felicissimo perché abbiamo chiuso un cerchio magico, iniziato con il record dell’ora e finita con un altro record del mondo sui 4.000 metri. Sì sono felice per Pippo e dispiaciuto per Jonathan, ma non dimentichiamo che Milan ha corso due volte in 4.03”, a 22 anni: il futuro è suo”.
Il ciclismo su pista in Italia è una di quelle realtà meravigliose che sembrano un miracolo. Sta diventando un'esaltazione collettiva com'era da decenni che non accadeva. Una dimostrazione che il talento viene fuori solo se si lavora per farlo venire fuori, se esiste una struttura tecnica capace di sopperire alle mancanze strutturali. Se una nazione nella quale esiste soltanto un velodromo coperto regolamentare, e non sempre aperto visto che il tetto è quello che è, riesce a ottenere questi risultati, vuol dire che il lavoro fatto da Marco Villa e collaboratori è stato eccezionale. Ergo, gridiamolo: a Marco Villa, Elia Viviani, Filippo Ganna, Jonathan Milan, Martina Fidanza e compagnia dovrebbero dedicare una statua davanti al velodromo di Montichiari.
Ah … questo il commento di Villa all’exploit dell’Italdonne: “Felicemente soddisfatto per le ragazze e per il lavoro mio e del mio staff, non era facile, abituati a lavorare con i maschi con diversi carichi di allenamento e rapporti. Siamo riusciti a trovare la quadra negli ultimi mesi e il quartetto ha fatto un tempo eccellente, importante anche per il morale. Questo è un gruppo vincente e che può aspirare da qua ai prossimi due anni a fare molto bene, questi risultati danno ancora di più la convinzione”.
Aspettando la riapertura del Velodromo di Crema, spazio preziosissimo per allenare i campioni del futuro, Villa è già al lavoro per preparare i futuri impegni. Nel mirino ci sono già le Olimpiadi transalpine del 2024. E giustamente, al ristorante Il Remolino di Casaletto Ceredano, mercoledì sera è stato festeggiato dal suo popolo, dai suoi amici, dalla sua famiglia, dalla sua gente.
Per fortuna che Marco c’è! Ah, il consigliere regionale Matteo Piloni ha chiesto alla Regione Lombardia di premiare, per meriti sportivi, sua immensità Villa.
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