Ciak, si gira. La fuga del ladruncolo Philippe nel fossato della rocca di Soncino, prima scena del mitico fantasy Ladyhawke di Richard Donner (25)
La Rocca di Soncino fu impiegata come set per alcune scene di film e sceneggiati televisivi: Marco Visconti (1975), regia di Anton Giulio Majano; Camilla (1976), regia di Sandro Bolchi; Ladyhawke (1985), regia di Richard Donner; Il Mestiere delle armi (2001), regia di Ermanno Olmi. Ma è senza dubbio la vicenda di Ladyhawke, esempio per antonomasia del filone fantasy, ad aver sollecitato nel tempo l’attenzione e il ricordo, nonostante gli scarsi risultati ottenuti al botteghino.
La trama. Il ladruncolo Philippe Gaston (detto le Rat, "il Topo") riesce a fuggire dalle prigioni della fortezza di Aguillon poco prima dell'esecuzione; durante la fuga dalla città rischia di venire nuovamente catturato dalle guardie dello spietato vescovo ma in suo aiuto accorre l'ex capitano della guardia Etienne Navarre che, battendosi contro i suoi vecchi soldati, lo porta al sicuro.
Navarre è sempre accompagnato da un bellissimo falco, al quale è molto legato. L'ex capitano afferma di aver aiutato Philippe a scappare perché lui ha un compito, uccidere il vescovo e, essendo Philippe l'unico ad essere riuscito a fuggire dalla prigione di Aguillon, è l'unico che, facendo il percorso inverso, lo può aiutare ad entrare in città senza essere notato: Philippe accetta con estrema riluttanza e viene legato da Navarre perché non scappi. Philippe tenta una fuga notturna ma si ritrova davanti un feroce lupo nero che, però, si ammansisce totalmente alla presenza di una splendida giovane donna apparsa dal nulla. Alcune notti dopo, Philippe (legato da Navarre perché non tenti nuovamente la fuga) viene liberato dalla stessa donna e fugge.
La mattina successiva, Philippe è nuovamente rintracciato dai soldati del vescovo ma in suo soccorso giungono nuovamente Navarre e il falco che, nello scontro che ne segue, rimangono feriti. Navarre rimane misteriosamente sconvolto per la sorte del volatile e ordina a Philippe di portarlo presso un monaco di nome Imperius in quanto lui non può farlo. Anche il monaco rimane esterrefatto dalla sorte del falco e si accinge a prestargli tutte le cure possibili; sebbene Imperius abbia ordinato a Philippe di non entrare nella stanza in cui si trova il volatile, il giovane lo fa, ma invece del falco trova la giovane donna che lo aveva salvato, con una freccia conficcata nella spalla, proprio come il falco.
Imperius racconta al ragazzo che, all'incirca due anni prima, Isabeau d'Anjou giunse ad Aguillon per via della morte di suo padre e, nonostante molti si fossero innamorati di lei per la sua bellezza, lei aveva ricambiato solo l'amore di Navarre. I due amanti avevano dovuto, però, mantenere segreto il loro sentimento perché anche il vescovo era innamorato di lei e, data la sua malvagità, non avrebbe mai tollerato l'idea di saperla felice con un altro uomo. I due eraro stati però involontariamente traditi dal loro confessore (lo stesso Imperius) in quanto questi, ubriaco, aveva confessato al vescovo la loro relazione. Il malvagio prelato, allora, pur di far sì che i due non si potessero amare, aveva stipulato con Satana in persona un patto che avrebbe condannato Isabeau a essere un falco di giorno e Navarre un lupo la notte, così che i due non potessero più incontrarsi in forma umana, tranne che per un breve istante al calar del buio e al levar della luce solare. Relazione descritta da Phillipe Gaston con la frase "sempre insieme, eternamente divisi".
La mattina dopo, i soldati del vescovo attaccano le rovine del castello e Philippe aiuta Isabeau a fuggire assistendo di persona alla sua metamorfosi. Navarre giunge in loro soccorso e li salva. Imperius rivela a Philippe e Navarre che ben presto ci sarebbe stata l'opportunità di rompere la maledizione e far tornare normali i due innamorati, poiché ci sarebbe stata "Una notte senza il giorno e un giorno senza la notte". Per permettere che la maledizione abbia fine, però, Navarre deve rinunciare al suo desiderio di vendetta sul vescovo (se uccidesse il prelato la maledizione durerebbe in eterno) e deve, invece, affrontarlo faccia a faccia insieme ad Isabeau, entrambi, finalmente, nella loro forma umana. Philippe poi segue Navarre ad Aguillon. Si fermano a dormire e, mentre Philippe si stiracchia, arriva in picchiata il falco che anziché poggiarsi sul braccio di Navarre, si posa su quello di Philippe che aveva fatto di tutto per proteggerlo.
Dopo tre giorni, il gruppo giunge ad Aguillon e Navarre ordina a Imperius di uccidere il falco se udisse le campane della chiesa suonare poiché ciò significherebbe il fallimento dell'impresa e l'uccisione di Navarre stesso. Philippe, nel frattempo, giunge in chiesa attraverso le fogne (grazie alle quali era fuggito) per aprire il portone della chiesa e permettere a Navarre di entrare; Philippe ha con sé anche la grande spada a due mani di Navarre, al quale aveva fatto credere di averla persa (e a cui il capitano teneva moltissimo in quanto simbolo del suo casato e strumento col quale avrebbe ucciso il vescovo), per farlo desistere dal suo piano di omicidio.
Navarre entra in chiesa e uccide, proprio grazie alla spada che Philippe all'ultimo momento gli passa, il capitano della guardia che aveva preso il suo posto e, convinto che Imperius abbia ucciso Isabeau perché le campane hanno effettivamente preso a suonare, si appresta a uccidere il vescovo. In quel momento avviene un'eclissi solare («Una notte senza il giorno e un giorno senza la notte») e Isabeau compare improvvisamente, umana. La maledizione ha quindi termine, ma il perfido vescovo tenta di uccidere la donna; Navarre, prontamente, lancia la spada contro il malvagio prelato e lo uccide. Imperius e Philippe vengono ringraziati dai due innamorati, finalmente liberi di vivere la loro vita insieme.
Quando è arrivato al cinema nel 1985, Ladyhawke non è stato un grande successo commerciale (gli incassi sono stati inferiori al budget di produzione). Ma nel corso degli anni, il film diretto da Richard Donner ha conquistato un devoto pubblico di appassionati ed è diventato è un piccolo cult del genere fantasy.
La storia, l’ambientazione medievale e il cast stellare con Rutger Hauer, Michelle Pfeiffer, Matthew Broderick e John Wood hanno sicuramente contribuito a creare il piccolo “mito” di Ladyhawke. Ma una parte del merito va senza dubbio ai luoghi dove è stato girato il film.
La vicenda di Etienne e dei suoi compagni di avventura è ambientata in Francia, ma in realtà la pellicola è stata filmata in Italia. All’inizio, Richard Donner aveva pensato di utilizzare come set la Cecoslovacchia. Tuttavia, il fatto che il paese all’epoca fosse nell’orbita di influenza della Russia ha complicato le cose e costretto il regista a desistere. Donner ha valutato alcune location in Spagna, poi è rimasto “folgorato” dal Belpaese.
Ladyhawke ha preso forma tra castelli, chiese e borghi medievali per lo più del centro Italia, ma alcune scene sono state realizzate tra i paesaggi mozzafiato delle Dolomiti.
La Fortezza di Aguillon dove risiede il Vescovo è un luogo chiave di Ladyhawke, ma nella realtà non esiste. L’imponente maniero è un “patchwork” di castelli e borghi medievali. La rocca sforzesca di Soncino fa da sfondo alla fuga di Philippe all’inizio del film e torna più volte nel corso della storia. Philippe Gaston (Matthew Broderick) è un giovane ladruncolo che vive di espedienti e riesce miracolosamente a scampare all’impiccagione evadendo attraverso le fogne dalla prigione di Aguillon, borgo fortificato governato da un malvagio Vescovo. La fortezza da cui fugge è appunto la Rocca sforzesca di Soncino. Per girare le scene il fossato che circonda la Rocca venne riempito d’acqua. L’ingresso e il cortile di Aguillon sono quelli del Castello di Torrechiara, nei pressi di Parma. Alcune scene, come l’impiccagione iniziale di alcuni detenuti e la processione guidata dal Vescovo, sono girate nel borgo medievale di Castell’Arquato in provincia di Piacenza, rispettivamente nella Rocca Viscontea e nella piazza del Municipio.
Durante la sua fuga Philippe si ferma in una locanda, dove per spacconaggine racconta a tutti la sua epica fuga dalle prigioni del Vescovo. Peccato che ad aspettarlo ci siano le guardie. La sua fuga viene agevolata da Etienne Navarre (Rutger Hauer), ex capitano delle guardie di Aguillon, che lo salverà più volte. Durante una di queste lo afferra al volo mentre è al galoppo in sella al suo cavallo nero, presso le rovine dell’acquedotto di Monterano (Roma).
Philippe, dopo averne conosciuto la triste storia, si ripromette di aiutare Etienne e lo segue nella sua impresa. Inizia così per loro un viaggio che li porterà ad attraversare boschi, laghi ghiacciati e borghi. Etienne pesca trote con la balestra nel piccolo lago Antorno, tra le Dolomiti, e precisamente lungo la via Piana nel comune di Auronzo di Cadore (BL), tra il lago di Misurina e le Tre Cime di Lavaredo.
Durante una notte Philippe, Imperius e Isabeau (Michelle Pfeiffer) cercano di fermare Etienne trasformatosi in lupo come tutte le notti, per impedirgli di compiere la sua missione: siamo tra le montagne innevate del Passo Giau, in località San Vito di Cadore (BL).
Quando il falco viene ferito a Campo Imperatore (AQ) Etienne ordina a Philippe di portarlo da Imperius, un monaco che vive come un eremita nella Rocca di Calascio (AQ), alla quale sono state aggiunte scenografiche corone alle torri. La Rocca, poco distante dalla piana di Campo Imperatore, domina la valle del Tirino e l’altopiano di Navelli.
La chiesa dove troviamo spesso il Vescovo, e al cui interno si svolge la scena finale, gran parte ricostruita a Cinecittà, è la Basilica di San Pietro di Tuscania, paese di origine etrusca in provincia di Viterbo.
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