Vanzina: «Il cinema crea ricordi, la tv crea sonno». A il cinema in pellicola a Piacenza
«Il cinema crea ricordi, la televisione crea sonno»; «il cinema è un po’ come l’ambiente: continuamente minacciato, ma non morirà mai; si adatta, come un virus»; «il cinema non è soltanto un film, ma qualcosa di più complesso: tipo uscire di casa, parcheggiare, andare in sala e guardarlo insieme a qualcuno e con questo qualcuno andare dopo in pizzeria a mangiare qualcosa mentre si discute del film»; «il cinema, soprattutto quello popolare, entra nella nostra vita». Queste sono solo alcune delle perle di saggezza regalate ieri, giovedì 12 ottobre, da Enrico Vanzina al pubblico del PalabancaEventi intervenuto alla prima giornata del Festival del cinema in pellicola, evento ideato da Giorgio Leopardi con l’Associazione culturale I.N. Artists, con il sostegno di Banca di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Camera di Commercio dell’Emilia e il patrocinio di Comune e Provincia di Piacenza.
Lo sceneggiatore e regista è stato l’assoluto protagonista di questa prima giornata del Festival, che ha vissuto di due momenti: la presentazione del libro dello stesso Vanzina (“Il cadavere del Canal Grande”, HarperCollins editore) - al pomeriggio in Sala Panini - in dialogo con Luca Pallanch del Centro sperimentale di cinematografia, critico collaboratore de “La Verità”; e la proiezione in 35 mm con una macchina della collezione del compianto Paolo Truffelli (sindaco della Banca) - in serata in Sala Corrado Sforza Fogliani appositamente allestita - del film di Francesco Nuti (prodotto da Leopardi) “Willy Signori e vengo da lontano”, del 1989.
LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI VANZINA
Dopo il saluto della Banca portato da Ludovico Mazzoni, responsabile della Direzione crediti, Vanzina in Sala Panini ha parlato (poco) del libro («Fa parte di una trilogia: il primo volume l’ho ambientato a Roma, il secondo a Milano, due città che conosco molto bene. Questa volta ho scelto Venezia che ho imparato ad amare fin dai tempi in cui la frequentavo con mio padre, impegnato a girare il film sulle avventure di Giacomo Casanova. L’ho voluta raccontare mettendo nel testo quello che piaceva a me. E’ un romanzo storico, ma leggero, ambientato nel ‘700; una riflessione sul rapporto tra arte e realtà, nella quale ho messo anche abbastanza sesso») e - diffusamente - del cinema in generale «Un mondo - ha sottolineato - che Giorgio Leopardi ha una grandissima voglia di continuare ad amare. E quando ho visto il proiettore da 35mm, mi sono emozionato». Lo sceneggiatore, regista e scrittore ha poi confessato di «essere finito nelle grinfie del cinema per evidenti ragioni familiari», avocandosi un merito: «Aver raccontato qualcosa agli altri. E il saper raccontare è uno dei momenti più alti della socialità, perché chi racconta, prima ha ascoltato». Il suo sogno di adolescente, era però quello di fare lo scrittore, ed un giorno lo confessò ad Ennio Flaiano («padre della commedia all’italiana con Guardie e ladri») che gli rispose: “Scrivere serve a sconfiggere la morte”. E allora Vanzina ha chiuso l’incontro da par suo (lasciando spazio all’attore Saverio Vallone, figlio di Raf, che ha letto alcuni brani tratti dal libro): «Il mio sogno è di vedere, nel 2050, una ragazza entrare nella casa della nonna, avvicinarsi alla libreria piena di volumi, prendere Il cadavere del Canal Grande e iniziare a leggerlo: se succederà, vorrà dire che ho sconfitto la morte».
LA PROIEZIONE DEL FILM DI NUTI
In serata successo per la proiezione del film di Francesco Nuti “Willy Signori e vengo da lontano”, con lo stesso attore e regista nei panni di un cronista di nera, che sogna - invano - di occuparsi di altri argomenti e vittima di un incidente stradale che cambierà la sua vita (tra i protagonisti, l’attrice piacentina Isabella Ferrari). Prima del film, Yassmin Pucci ha introdotto gli interventi di Giorgio Leopardi, Saverio Vallone ed Enrico Vanzina. «E’ la terza volta che vengo a Piacenza - ha osservato quest’ultimo - città misteriosa, che mi piace. Perché sono venuto? Per amicizia, di cinema, nei confronti di Giorgio (Leopardi) e di Francesco (Nuti), anche se non abbiamo mai avuto occasione di lavorare insieme. L’amicizia è il sentimento più bello in assoluto; l’amore, invece, è come la febbre. Di Nuti ricordo le vacanze insieme a Capri, quando frequentava Isabella (Ferrari). Aveva un sorriso con la fossetta che conquistava e la sua simpatia era contagiosa». La serata è stata presentata da Lavinia Curtoni, responsabile dell’Ufficio Rrelazioni esterne della Banca.
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