"Uniti contro le fake news in agricoltura". L’appello lanciato nel corso dell’assemblea dei Contoterzisti Apima Uncai di Cremona
“Siamo la spina dorsale dell’agricoltura, tiriamola fuori!”. L’appello è stato lanciato in mattinata, al Palace Hotel di Cremona, nel corso dell’assemblea generale dei contoterzisti Apima-Uncai. L’invito è a unire le forze, agricoltori, contoterzisti, politici e sindacati, per combattere le fake news che restituiscono un’immagine menzognera dell’agricoltura italiana, dall’impatto degli allevamenti e dei fitofarmaci sull’ambiente a proposte definite “indegne” dal presidente di Apima Cremona Clevio Demicheli quali il sistema di etichettatura a semaforo degli alimenti (Nutriscore), basato su algoritmi e un’intelligenza artificiale acerbo, e il cibo artificiale. “Il settore è messo sotto accusa, occorre combattere l’ignoranza e la malafede”, ha detto il presidente di Uncai Aproniano Tassinari al termine dell’incontro, organizzato con il contributo di Zerbi macchine agricole e Michelin, che ha confermato il consiglio direttivo dell’Associazione degli agromeccanici di Cremona.
Presenti all’incontro anche il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, pronto ad avviare con l’associazione di contoterzisti progetti di corretta informazione ed educazione alimentare in collaboratore con l’Università Cattolica e il Politecnico perché “ci sono pericolose fregnacce che si possono smontare solo con gli strumenti dell’intelligenza e della ricerca”, ha detto.
Sulla stessa linea il Consigliere di Regione Lombardia Marcello Ventura: “Chiederò di far parte della Commissione agricoltura della Regione per lavorare in difesa della filiera agroalimentare e per portare avanti le vostre istanze, ma anche per costruire insieme percorsi Its di istruzione tecnica superiore in ambito agroalimentare e di meccanica agricola”.
È della partita anche Coldiretti, con il presidente lombardo Paolo Voltini, che invita all’unione nella richiesta di un assessore all’agricoltura di Cremona: “La partita va giocata, perché avremo meno aziende agricole rispetto ad altre province, ma per numero di ettari e per peso delle fileire Cremona è prima in Lombardia”. Coesione necessaria anche per modificare la nuova Politica agricola comune che porterà, con le sue eccessive ambizioni green, “alla demolizione nel 2024 di molte aziende agricole”.
Tra i temi trattati, si è discusso anche di Pac, in particolare degli irragionevoli contributi europei per chi mette i terreni a gelo (set-aside ecologico) e della riduzione dei fitofarmaci con l’abbandono coatto di molecole essenziali alla produzione senza che ancora vi siano alternative valide. “Di fronte a tali attacchi all’agricoltura occorre lavorare insieme, con la corretta informazione, e avvicinando il cittadino alla campagna”, ha detto il vicepresidente di Libera agricoltori cremonesi, Amedeo Ardigò.
Dopo il video saluto del Presidente della Commissione agricoltura alla Camera, l’on. Mirco Carloni, che ha dato appuntamento a Roma ai vertici Uncai, Mino Grossi, di Uila-Uil ha invitato le filiere agroalimentari a una maggiore integrazione, “con al centro meccanizzazione e innovazione”, ricordando come in passato la stessa agromeccanica sia stata fatta oggetto di fake news: “Dati alla mano oltre a incrementare produttività ed efficienza, permette di avere prodotti di qualità maggiore rispetto alle operazioni manuali”, ha detto.
“L’Italia agricola sta per essere sacrificata dall’Europa”, ha chiosato il presidente Uncai Tassinari, “sentire agricoltori che intendono rinunciare ai contributi della Pac perché le condizioni da rispettare sono insensate è un segnale molto preoccupante, in una situazione già compromessa che ha visto scomparire nel 2022 3300 aziende agricole a causa della siccità e dell’inflazione”. Clevio Demicheli, concludendo il suo discorso, ha così sottolineato che “abbiamo interessi convergenti per questo è fondamentale procedere insieme sui grandi temi connessi allo sviluppo dell’agricoltura italiana per far crescere insieme, in termini dimensionali, economici e finanziari, sia le aziende agricole che quelle agromeccaniche”.
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