12 agosto 2024

Brasile, a Salvador de Bahia un nuovo gruppo di volontari da Cremona. Sono arrivati nei giorni scorsi presso la comunità di Gesù Cristo Resuscitato a fianco di don Davide Ferretti

È iniziata una nuova settimana a Salvador de Bahia, nella comunità di Gesù Cristo Resuscitato dove opera il sacerdote fidei donum cremonese don Davide Ferretti, che può contare anche sulla presenza della conterranea Gloria Manfredini. Mentre per il primo gruppo di volontari della Diocesi di Cremona, arrivati lo scorso 17 luglio, l’esperienza si è ormai conclusa, tre nuovi giovani hanno raggiunto don Ferretti. Si tratta di Simone Villa, 22enne magazziniere pieno di energie, Laura Bellicini, educatrice 23 anni e studentessa di Giurisprudenza, e Sara Finazzi, anche lei 22enne che studia per diventare assistente sociale, tutti dalla parrocchia di Antegnate, nella Bergamasca. Arrivati con l’inizio di agosto, resteranno in Brasile fino al 18.

"Arrivare qui è stato come entrare in una realtà totalmente diversa da quella alla quale siamo abituati – dice Sara Finazzi – la natura e il paesaggio che ci circonda, le case e le abitudini della gente". Il primo impatto che può generare l’immersione nella realtà bahiana? "La confusione – ammette Simone Villa – tante persone, tanto rumore e tanta contraddizione: la povertà della gente che vive nella favela si affianca alla ricchezza delle insegne pubblicitarie e del lusso della parte ricca della città, quella più turistica". Aggiunge infine Laura Bellicini: "Sono venuta qui con la curiosità di scoprire e conoscere una nuova cultura. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare, sono certa che tornerò più arricchita di come sono partita".

In questi primi giorni i ragazzi hanno assistito al saggio di metà anno del corso di danza che la parrocchia organizza da tanti anni, anche con l’aiuto di benefattori oltreoceano. Più di seicento erano gli spettatori e più di 150 le ballerine, di età compresa tra i 6 e i 18 anni, che si sono alternate in balli e coreografie di danza classica e moderna.

La comunità ha inoltre celebrato il triduo in preparazione alla festa della Trasfigurazione, che è stata festeggiata martedì 6 agosto con la processione e la Messa.

Il programma per le prossime settimane sarà il medesimo che ha visto impegnati Chiara Allevi, Gloria Clerici, Gianluca Faraco e Leone Maletta: attività in una scuola dell’infanzia e nel centro educativo Kilombo, che si occupa di rinforzo scolastico, incontri con i giovani brasiliani e visite nelle case dei parrocchiani.

Abbiamo chiesto loro che cosa si portano a casa da questa esperienza.

"Pochi giorni fa ho mostrato a una bambina una foto che avevamo fatto insieme cinque anni fa – spiega Chiara Allevi – e da allora mi guarda e mi sorride in modo tutto speciale, come se si sentisse importante. E poi parlare con gli adolescenti e i giovani della parrocchia… Sembra una cosa così normale! Lo facciamo sempre a casa, ma qui acquista tutto un altro significato: questi ragazzi hanno sete di sguardi e di attenzione, di persone che hanno piacere semplicemente a stare con loro".

Aggiunge quindi il seminarista Leone Maletta: "Spesso ho accompagnato don Davide che andava a trovare persone anziane e malate nelle loro case per distribuire loro la comunione. Questi incontri mi hanno scaldato il cuore: portando loro l’Eucarestia ho capito veramente che quello è il Pane della Vita che sazia anche nella profonda povertà materiale e, a volte, spirituale".

"A me – prosegue Gianluca Faraco – nessuno mai aveva dedicato un gol! E invece mi è successo: Miguel l’altra sera ha segnato durante una partita tra amici e quando mi ha visto, poco dopo, mi ha detto che aveva segnato per me. Questo mi ha colpito, perché è un gesto piccolo che nel concreto non cambia la vita, ma il fatto che si sia ricordato di me mi ha fatto capire che il dono non è soltanto materiale".

Gloria Clerici, invece, si porterà a casa il fatto che "La gente ti ascolta quando parli, è disponibile ad ascoltarti, anche quando la difficoltà della lingua è un ostacolo. La cosa che ho amato di più è stato camminare tra le vie del quartiere e osservare la vita che procede lentamente".

Così conclude don Umberto Zanaboni, responsabile dell’ufficio missionario diocesano che ha accompagnato i giovani: "Quelli che si stanno chiudendo sono stati giorni intenti e significativi. Intensi per il ritmo incalzante, le profonde emozioni provate, il confronto con una realtà complicata e faticosa a causa della povertà e della violenza. Significativi perché abbiamo gustato un modo diverso di essere Chiesa. La vicinanza a don Davide Feretti, don Andrea Perego e a Gloria Manfredini che vivono qui e che ogni giorno si spendono per queste persone ci ha donato tanto. Il loro essere sempre presenti tra la gente è stato per il nostro gruppo un segno di vera edificazione. Sicuramente ci vorranno settimane per elaborare e fare nostro quanto di intenso abbiamo assaporato e immagazzinato". (www.diocesidicremona.it)

 


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