8 dicembre 2022

I Carabinieri di Cremona scoprono prestanome e auto “fantasma”. Due denunciati

I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Cremona, al termine di un’attività di indagine, hanno denunciato due coniugi per truffa ai danni dello Stato e falsità ideologica in atti pubblici.

Agli inizi dell’ottobre scorso, un uomo della provincia di Brescia era stato rapinato del suo rolex da due donne che, con violenza, gli avevano sfilato dal polso l’orologio e gli avevano procurato delle lesioni. Le due erano poi scappate con un’auto della quale la vittima aveva preso il numero di targa che aveva fornito ai carabinieri quando aveva presentato la denuncia. 

I Carabinieri della provincia di Brescia grazie alle banche dati hanno scoperto che l’auto  era intestata a una donna di Cremona e hanno chiesto ai carabinieri del posto di sentirla per conoscere chi avesse in uso l’auto il giorno della rapina. E la donna ha riferito di essere titolare di una società di compravendita di auto e di essere intestataria di numerosi veicoli, ma di non sapere dove fossero i mezzi perché tutte le attività della sua società sono gestite dal marito. Ha riferito solamente di firmare la compravendita di veicoli presso le agenzie di pratiche automobilistiche, ma di non sapere che fine facciano le auto.

I militari hanno approfondito gli accertamenti e hanno scoperto che la donna risulta titolare della ditta di compravendita e il marito risulta un dipendente e stranamente per entrambi risulta un reddito quasi pari a zero.

I militari hanno quindi accertato che la donna risulta intestataria di ben 41 veicoli di cui però sia lei che il marito non hanno saputo fornire alcuna informazione su chi abbia l’attuale disponibilità degli stessi, lasciandoli di fatto nella piena disponibilità di utilizzatori non identificati. E molti di questi veicoli sono stati utilizzati per commettere reati contro il patrimonio come furti agli anziani, furti in abitazione e rapine proprio perché intestati alla prestanome che non permette di identificare i reali utilizzatori.

E’ quindi risultato che la coppia, utilizzando i dati della donna, avrebbe quindi indotto in errore i pubblici uffici che hanno effettuato le trascrizioni e hanno aggiornato i documenti che abilitano alla circolazione dei mezzi, consentendo ai veri utilizzatori di muoversi indisturbati sul territorio nazionale. Avendo aperto la partita IVA, simulando l’attività di commercio di auto e intestando alla donna i veicoli avrebbero anche procurato un ingiusto profitto agli utilizzatori perché non è stata pagata l’imposta provinciale di trascrizione al PRA relativa ai passaggi di proprietà, per un totale di oltre 12.000 euro.

Inoltre, molte auto sono risultate prive di copertura assicurativa e sono state oggetto di numerose sanzioni al codice della strada per migliaia di euro oltre a multe da autovelox e Ztl o mancati pagamenti di pedaggi autostradali. A conclusione di tali approfondimenti investigativiè stato chiesto il blocco anagrafico per persone e società in modo da vietare qualsiasi altrotrasferimento di proprietà. 

Conclusi gli accertamenti, i militari della Sezione Operativa hanno denunciato la coppia.

 


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