31 luglio 2024

Chapeau a Vanessa Ferrari (Crema la premiava, Brescia lavorava per lei) il mito che ha illuminato le Fate di Parigi

Già ha ragione da vendere il Corriere di Brescia, per intenderci, la "versione" bresciana del Corriere della Sera, quando scrive, dopo la medaglia d'Argento, storica, delle ginnaste italiane a Parigi che ... "viene spesso abusata la frase 'Si è fatta la storia', ma questa volta non ci si può esimere. Di più poichè appunto Brescia ha fatto sul serio la storia dello sport italiano, perché da quelle parti hanno costruito passo dopo passo la crescita esponenziale della ginnastica artistica femminile, che alle Olimpiadi eravamo abituati ad ammirare da spettatori esterni. La svolta nel 1996, grazie al lavoro dellaBrixia di Enrico Casella (ingegnere ed ex campione italiano con il Rugby Brescia) e del presidente Folco Donati, allorquando, lontano dai riflettori, stava nascendo un sistema, o meglio, il sistema Brescia. Modello che prima ha portato Vanessa Ferrari, (Ricordate? Crema la premiava, essendo la ragazza abitante a Genivolta, ma cercando luce nei premianti, nel bresciano si lavorava per lei, illuminandola Differenza epocale, no?) il faro che ha illuminato la via, aiutata dalle veterane (su tutte Monica Bergamelli, ora allenatrice) che l'hanno coccolata e accompagnata al debutto da uragano. L'oro al Mondiale di Aarhus 2006 resta la più grande deflagrazione dello sport in oggetto, insieme all'oro nei 100 metri di Marcell Jacobs. Già, quell'oro di Vanessa ha consegnato alla città una palestra diventata poi il punto di riferimento federale. E, nel nostro Paese, è una vittoria ancora più complessa di uno sprint olimpico. Quando Ferrari vinse l'oro iridato, le eroine di Parigi non erano ancora nate o avevano pochi mesi di vita: questo dato racconta, meglio di ogni altro, il percorso svolto che ha sempre avuto Brescia al centro, con Casella a creare un modello che ora studiano anche all'estero. L'argento della Farfalla di Orzinuovi a Tokyo ha chiuso la sua carriera stellare, ma già tre anni fa si era intuito che qualcosa di più grande stesse per nascere. Non più una fuoriclasse, ma tante grandi atlete intercambiabili (a casa è rimasta Martina Maggio, ex campionessa europea: Asia D'Amato, talento purissimo, è fuori per infortunio e lo stop all'ultima curva di Vanessa è noto a tutti). La ginnastica per qualcuno è uno sport individuale, non è così. A Brescia si è fatta squadra, anche con la politica: nel 2026 nascerà a Sanpolino il centro di preparazione olimpica, a due passi dalla A4, anche se un'autostrada più importante è stata costruita da queste ragazze. Le chiamano Fate, ma hanno dentro la forza operaia di una città che le ha cresciute e ora le ringrazia". Chapeau alle ginnaste italiane e al Modello Brescia, esempio da imitare, metodo con poche passerelle (meno festival che piacciono a cremaschi e più ... pratica), ma con tanta lungimiranza, fantasia, mecenatismo pragmatico e lavoro. Ah... la Ferrari meritava di salutare l'agonismo gareggiando in terra parigina, ma un infortunio glielo ha impedito, Vanessa però non si è fermata a piangersi addosso, è volata a Parigi, tifando per le amiche e colleghe. Chapeau alla Ferrari: mito dello sport italiano.   

 

Stefano Mauri


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