Ecco Ballardini al lavoro, un uomo di mare per una Cremonese in mezzo alla burrasca
Poche parole, senza troppa enfasi, per una sola promessa: fare del proprio meglio attraverso il lavoro sul campo.
Così si è presentato ieri Il nuovo allenatore grigiorosso Davide Ballardini, romagnolo di Ravenna, dove è nato il 6 gennaio 1964.
Una storia di calcio lunga più di quarant’anni. La sua carriera di calciatore è brevissima e finisce nella Primavera del Cesena a causa di un brutto infortunio al ginocchio.
Un incidente che in realtà si trasforma in una opportunità che gli cambierà la vita, perché proprio a Cesena conosce un certo Arrigo Sacchi che li sta facendo la sua gavetta nelle giovanili e con cui instaurerà un bel rapporto, mentre la prima squadra è allenata da Osvaldo Bagnoli, che nella stagione 1984/85 condurrà allo scudetto il Verona dei miracoli.
La sua carriera di allenatore inizia nel 1988 nelle giovanili del Bologna per poi proseguire in quelle di Cesena, Ravenna, MIlan e del Parma da dove viene chiamato dalla Sambenedettese in serie C nel 2004/05 Seguono 2 stagioni poco fortunate a Cagliari in serie A e Pescara in B.
Sempre a Cagliari torna nel gennaio 2008, rilevando la panchina di Sonetti, dove conquista la prima ed insperata salvezza. A fine stagione lascia ed al suo posto arriva Allegri.
A settembre dello stesso anno viene chiamato da Zamparini a Palermo in serie A, dove chiude con un ottimo 8° posto.
A fine stagione lascia Palermo e va alla Lazio dove vince la Supercoppa italiana battendo l’Inter 2-1, ma in campionato delude e chiude al 12° posto.
Nella stagione 2010/11 approda al Genoa, dove chiude la stagione al 10° posto, ma anche qui l’istrionico Preziosi a fine stagione non gli conferma la fiducia.
Nel novembre 2011 torna a Cagliari subentrando a Ficcadenti, ma è una parentesi, che dura fino al marzo dell’anno successivo.
Nel gennaio del 2013 viene chiamato ancora alla corte del Grifone da Preziosi per sostituire Del Neri, riuscendo a conquistare nuovamente la salvezza nella massima serie, chiudendo al 17° posto. Ma ancora una volta Preziosi lo mette da parte e sceglie Liverani.
Ballardini approda a Bologna nel gennaio 2013, subentrando a Pioli, ma stavolta ,pur chiudendo la stagione, la salvezza resta un sogno.
Dopo essere stato fermo una stagione nel novembre 2015 torna a Palermo, richiamato da Zamparini a sostituire Iachini, ma nel gennaio 2016 fu sollevato dall’incarico del vulcanico presidente rosanero (8 cambi di panchina in questa stagione). Lo richiama nell’aprile dello stesso anno e conclude la stagione salvando i rosanero con un solo punto di margine sulla terz’ultima.
La successiva stagione, dopo solo 2 partite Zamparini lo solleva dall’incarico.
Nel novembre 2017 torna al Genoa: Preziosi prima prende Juric e lasciando che Gasperini approdi all’Atalanta, poi chiama Ballardini per sostituire Juric a novembre.
Sotto la lanterna arriva un’altra salvezza, chiudendo la stagione al 12° posto. Non basta, perché nella stagione successiva 2018/19, viene esonerato da Preziosi a sorpresa, dopo 5 vittorie e 3 sconfitte, appena sotto la zona Champions.
Al Genoa viene richiamato per la quarta volta nel dicembre 2020 per sostituire Maran e dove conquista l’ennesima salvezza chiudendo al 12° posto. La stagione successiva parte male e dopo 2 vittorie, 5 sconfitte e 6 pareggi e viene esonerato.
Curioso che la maggior parte delle sue esperienze professionali siano state legate a città di mare ed a presidenti, con cui ha instaurato legami tanto indissolubili quanto burrascosi.
Un allenatore che dal 2008 allena nella massima serie, che ha iniziato la stagione con la preparazione estiva 3 volte ed è subentrato in corsa 11, ma sempre con grande professionalità ed impegno.
Che ha saputo dire di no, perché non abbastanza motivato dalle proposte a costo di restare fermo e dare le dimissioni, perdendoci anche dei soldi, quando sono venuti a mancare i presupposti per la condivisione di un progetto.
Ballardini su queste rinunce economiche ci ha anche scherzato: ‘Mio nonno contadino mi avrebbe rincorso con la falce in mano’.
Ha vinto una Supercoppa italiana contro l’Inter nel 2009, ma forse le sue vittorie più importanti sono le 7 salvezze che ha conquistato con il Palermo, il Genoa ed il Cagliari.
Tra queste, anche la vittoria nel derby per 1-0 che nel 2010 è stato determinante della retrocessione della Sampdoria o quando, chiamato in conferenza stampa dopo un derby, si rifiuta educatamente, ma fermamente, per rispetto ai tifosi genoani di sedersi sulla poltrona con lo stemma blucerchiato.
Ad una Cremonese nel bel mezzo di un mare in burrasca, forse serve veramente qualcuno come Ballardini che conosce bene questo mare, che lo ha navigato in lungo ed in largo, nel quale si è anche perso, ma dal quale è sempre uscito a testa alta e spesso vincitore.
Un'ultima annotazione: nel 2008 venne a Cremona perchè l'Associazione Nazionale Allenatori gli assegnò il Premio Nazionale "Il Torrazzo" come miglior allenatore.
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