19 agosto 2024

Le pagelle di Cosenza-Cremonese: Fulignati evita guai (e voti peggiori). Vandeputte e Bonazzoli cambi positivi ma troppo tardivi

Le sconfitte fanno parte del gioco del calcio, vanno accettate, ma soprattutto analizzate per capire e non ripetere gli errori commessi. Perdere a Cosenza ci sta, soprattutto a fronte di una squadra che (almeno nella partita di ieri) è stata superiore in tutto, ma non perdere come hanno fatto i grigorossi, attraverso una prestazione nettamente al di sotto delle aspettative e delle potenzialità della rosa.

Detto questo, ‘sparare ad altezza uomo’ o fare ‘processi sommari’ alla prima giornata di campionato e con un mercato ancora in essere (con una rosa extra-large da snellire) non fa il bene della squadra, come del resto non lo è soprassedere su una prestazione che per molti (troppi) versi, ha ricalcato quella di alcune gare della scorsa stagione, rivelatesi poi (pallottoliere alla mano) determinanti per l’esito finale.

Sostanzialmente in campo la differenza l’ha fatta il Cosenza ed il suo allenatore Alvini che, arrivato a giugno di quest’anno, ha dimostrato di aver preparato la gara e caricato la sua squadra in modo impeccabile, mettendo in campo sin dal 1’ ben 7 nuovi acquisti: Ciervo, Kouan, Dalle Mura, Caporale, Charlys, Fumagalli e Mazzocchi. Il resto lo hanno fatto la cattiveria agonistica, la determinazione, il coraggio (parola che Alvini ha gridato quasi ininterrottamente) ed idee chiare e funzionali al progetto di gioco. Esattamente l’opposto di quello che ha messo in campo la Cremonese.

LA FORMAZIONE INIZIALE: a centrocampo l’inserimento di Pickel non ha pagato in nessuna delle due fasi di gioco e quello di Tsadjout in attacco, con il compito di supportare e rifornire l’unica punta De Luca, è stato un totale fallimento. Ovviamente con il senno di poi è facile pontificare, ma con tutte le alternative a disposizione, queste erano le meno prevedibili.

IL MODULO ED ATTEGGIAMENTO: il lato grottesco della sconfitta di ieri è che, grazie alla prestazione quasi perfetta degli avversari, deve aver convinto anche i più scettici (me compreso) che anche con il 3-5-2 si può arrivare a risultati quasi sorprendenti. Quello che fa la differenza è il come lo si interpreta e soprattutto chi si sceglie per interpretarlo.

CAMBI E CAMBIAMENTI TATTICI: gli unici cambi che hanno portato qualche segnale di vita alla squadra, cono stati quelli (a mio parere tardivi) di Bonazzoli e Vandeputte. Poi tatticamente la squadra ha iniziato la gara come l’ha finita. Una scelta che può essere condivisibile o meno. Il risultato finale non l’ha certo premiata.

NUMERI E STATISTICHE: i dati statistici (presi dal sito della Lega serie B) sottolineano quanto (ancora una volta) l’eccessivo palleggio non porti a risultati tangibili, sia in termini di gioco che di risultato: i grigiorossi hanno avuto il 67,4% del possesso palla. 438 passaggi riusciti contro 178 del Cosenza, 7 spazzate in area contro le 22 del Cosenza, 7 tiri in porta (1 n3llo specchio) contro i 14 dei ‘lupi’ (5 nello specchio), 528 passaggi totali grigiorossi contro i 262 del Cosenza. 34 cross a favore della Cremonese contro i 13 del Cosenza. 4 chiare occasioni da rete a 0 a favore dei padroni di casa e per finire 158 palle perse contro 138. Dati impietosi, ma oggettivi da non sottovalutare.

LE PAGELLE DEI GRIGIOROSSI:

FULIGNATI 6.5: fischiato dal pubblico per il suo passato tra le file del Catanzaro, ha il merito di evitare una disfatta in almeno quattro occasioni chiare da rete.

ANTOV 5: l’impegno non si discute, ma come con il Bari appare molto in difficoltà in entrambe le fasi di gioco. Il retro passaggio intercettato da Fumagalli nel secondo tempo ne è la prova lampante.

RAVANELLI 6: Fumagalli e Mazzocchi si alternano in area, nonostante tutto riesce a limitare i danni (dalle sue parti e da quelle di Antov).

BIANCHETTI 6: il capitano capisce subito che aria tira ed evita di sbilanciarsi troppo in avanti. Nel finale ci mette una pezza in un paio di occasioni.

SERNICOLA 5: D’Orazio è un brutto cliente, lo perde sull’azione del gol e non solo. Sulla fascia non incide. 46’ Zanimacchia 5.5: ci mette voglia e determinazione, ma non la precisione necessaria per lasciare il segno.

Pickel 5: manca della solita grinta, abulico, quasi assente dal campo. In svantaggio, spreca un’occasione che avrebbe meritato ben più determinazione.

Castagnetti 5: ha sempre avuto l’uomo addosso e pochi riferimenti su cui contare. Tanti attaccanti e trequartisti, ma alla fine manca una valida alternativa nel suo ruolo (fondamentale) di play.

Collocolo 6: da lui parte l’unico tiro (dalla distanza) verso la porta avversaria. Fa quello che può, il più determinato dalla cintola in su. 65’ Vandeputte 6: ci si sarebbe aspettati di vederlo titolare, ma nello scacchiere tattico grigiorosso fatica a trovare spazio nel ruolo a lui più congeniale. Nonostante tutto dimostra di avere qualità ed idee che non possono essere lasciate in panchina per tutto quel tempo.

Quagliata 4.5: in fase difensiva ha due marce in meno di Ciervo. Qualche cross ed un paio di incursioni in area da dimenticare. 71’ Barbieri 5: si mangia un rigore in movimento e non porta l’apporto sperato, ma ha le attenuanti di chi è arrivato da poco.

Tsadjout 5: si sostituisce nel ruolo di Johnsen (o Vazquez) cercando di dare supporto a De Luca. Cerca di farlo in tutti i modi ed in tutte le posizioni della trequarti avversaria (anche nella sua). I risultati sono pessimi. 71’ Bonazzoli 6: niente di eclatante: un cross, un tiro, ma soprattutto la sensazione che lasciarlo in panchina rappresenti uno spreco.

De Luca 5: Dalle Mura gli si appiccica addosso come una cozza, concedendogli poco o nulla. Si becca pure un’ammonizione 46’ Johnsen 6: mette sui piedi di Barbieri un pallone d’oro. Il suo dinamismo mette in difficoltà la difesa avversaria.

STROPPA 5: è evidente che, al netto delle sue scelte tattiche e tecniche su cui si potrebbe discutere all’infinito, alla squadra non sia arrivato il messaggio che ha portato nella conferenza stampa pre-partita che si potrebbe sintetizzare nella frase “dobbiamo assolutamente migliorare quanto di straordinario fatto l’anno scorso e per farlo bisogna superarsi a livello tecnico e mentale”. È chiaro però che, nel momento in cui le cose non vanno come devono, chiunque può essere messo in discussione, sta poi a lui, attraverso prestazioni (e scelte) convincenti, mettere a tacere le critiche. La prossima occasione sarà sabato prossimo allo Zini contro la Carrarese, e sono certo che tutti i tifosi grgiorossi (me compreso) saranno ben felici di archiviare questa gara come un incidente di percorso.

Daniele Gazzaniga


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti