23 novembre 2022

Andrea Piacentini guardi che il sindaco Fabio Bergamaschi ha celebrato la Standard col seguente intervento…

US. Standard 90anni 

Il mio saluto nella prefazione al libro curato da Alvaro Stella e Paolo Carelli. 

Festeggiare i traguardi raggiunti può essere un’autocelebrazione narcisistica, il richiamare l’attenzione degli altri su di sé. E’ il senso più limitato e deteriore. Umano, anche comprensibile, ma solo apparentemente appagante. Perché se una volta spenti i riflettori non resta nulla, la gioia è stata solo un’illusione, un inscenamento. Al contrario la festa può essere l’occasione per ritrovare legami e appartenenza e per riscoprire la dimensione di senso di un impegno, del proprio percorso di vita, rinforzando l’identità personale in relazione agli altri, ad un gruppo, ed al tempo così trascorso: è nella prospettiva collettiva della storia che tutto acquista un valore. 

Non è possibile non riconoscere nei novant’anni dell’U.S. Standard una bella e tipica storia cremasca. Una storia che merita di essere raccontata e consacrata con l’inchiostro e con la carta, riscoperta per chi c’è, conosciuta per chi ci sarà. Una storia che vive nella nostra comunità cremasca e che la vivifica, contribuendo da quasi un secolo a plasmarla più di quanto gli stessi protagonisti possono essere portati a credere, per la modestia e la sana inconsapevolezza che è propria di chi si impegna nel volontariato sportivo per pura, genuina passione, senza altra ambizione. 

Le società sportive sono una serra della comunità. Un luogo di formazione non meno importante della famiglia e della scuola, in cui crescere come persone prima ancora che atleti, coniugando il benessere fisico a quello psicologico, attraverso il divertimento e l’apprendimento degli insegnamenti realmente necessari nella vita: il valore della vittoria, ma anche della dignità che può risiedere nella sconfitta; il senso di rispetto dell’avversario; la bellezza dello spirito di squadra; l’importanza degli obiettivi e dell’impegno necessario per raggiungerli. 

Ho la fortuna di poter testimoniare che tutto ciò è realmente scritto nel codice genetico dell’U.S. Standard. Quando, di tanto in tanto, mi capita di sfogliare le fotografie del bambino che indossava la maglia granata, insieme all’inevitabile velo di malinconia e tenerezza, provo un forte senso di gratitudine. Per gli infiniti ricordi felici. Per le amicizie che sono rimaste. Per aver avuto l’opportunità di crescere in un luogo in cui mi sono sentito profondamente bene. In cui tutti ci siamo sentiti – e continuiamo a sentirci – a casa.

Buona festa, cuore granata!

Così postò via social il sindaco di Crema, ex calciatore, Fabio Bergamaschi, grande calciofilo e tifoso di Inter e Pergo. Chissà se al giovane e bravo leghista Andrea Piacentini fischieranno le orecchie. Perché il fischio? Con un post ad hoc, Piacentini aveva chiesto di celebrare i primi novant’anni della gloriosa Standard… 


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