Crema città per i ciclisti? Mah… certi titoli, portano luce, ma oltre alla facciata dovrebbero avere contenuti, no?
“Anche quest'anno Fiab premia Crema come Comune Ciclabile e ci consegna la bandiera con gli "Smile" della mobilità a pedali. E sono 3, su una scala di 5.
È un buon risultato, che riconosce l'impegno e i risultati raggiunti dalla città negli ultimi anni, estendendo la rete delle piste ciclabili da 28 a 41 km in un decennio. Ma è soprattutto uno stimolo a fare di più e meglio, a partire dall'ampliamento della rete con i Comuni di prima fascia e dalle connessioni delle piste interne al tessuto urbano. Non tutto sarà semplice, ma ci lavoreremo con molta convinzione.
Cominceremo con le ciclabili di Campagnola e Madignano, i prossimi obiettivi 2023 e 2024”.
Così, lecitamente … per carità, postò Fabio Bergamaschi, sindaco di Crema, capitale del Granducato del Tortello ciclisticamente impegnata. Forse però, certi titoli (ben vengano: portano attenzioni, fanno luce e in certe situazioni conducono a finanziamenti lungimiranti), un po’ come il Partito Democratico, oltre alla facciata, pur incantevole e lodevole, all’interno poco apportano alla causa. Se da un lato potrebbe corrispondere al vero che Crema sia dedicata ai ciclisti, si può ugualmente affermare che per gli stessi, tra incidenti continui, ciclabili improbabili se non scambiate per posteggi, il centro cittadino scambiato per un veloce Velodromo e attraversamenti continui, ecco … pedalino in sicurezza? Mah …
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