3 dicembre 2025

Vardy? E’ l’ultimo, (per ora), di incredibili storie, tra acuti e tonfi, di attaccanti passati per Cremona e la Cremonese

“E’ un rapporto difficile da comprendere. Almeno se ci si sforza di usare la razionalità. Perché una piccola squadra da sempre confinata ai margini del calcio italiano è riuscita a far vestire la propria maglia a una serie sconfinata di attaccanti con vite da romanzo. L’ultimo capitolo del libro è stato nella serata di lunedì scorso 1 dicembre, quando Jamie Vardy ha sepolto i sogni di Champions del Bologna sotto due reti. E lo ha fatto anche a modo suo, con una gara totale fatta di corsa e di pazienza, di egoismo misto a generosità. La Cremonese è stata anche la storia di formazione dell’allora giovane Gianluca Vialli, con una delle sue massime, la seguente:  "Si dice che serve un intero villaggio per educare un bambino, oltre alla mia famiglia devo ringraziare quello che mi ha offerto Cremona". Ceduto Vialli alla Sampdoria, fa il percorso inverso Alviero Chiorri, centravanti definito, da mister Renzo Ulivieri, più forte, (ma pure più svagato), di Baggio e Mancini. Cremona è stata anche la terra promessa dei bidoni. Nel 1989 la Juve acquista un diciottenne paraguaiano. Si chiama Gustavo Neffa e sembra un campione, Boniperti lo gira in prestito alla Cremo,  ma in due anni Neffa diventa sinonimo stesso di pacco di mercato. Un po’ come successo ad Aloisi, l’australiano arrivato nel 1995 per aiutare i grigiorossi a restare in A. La storia va diversamente. Trova il suo primo gol nel 7-1 rifilato al Bari, tanto che Gigi Simoni, che lo ha mandato in campo, commenta: "Una qualità l’ha di sicuro: è fortunato". La gestione Simoni coincide con l’era di altri due attaccanti molto diversi. Enrico Chiesa resterà solo un anno, segnando 14 reti in Serie A. Andrea Tentoni, invece, sarà il trascinatore dalla B alla massima serie, ma soprattutto del successo nella Coppa Anglo-italiana del 1993. Tentoni entrò nel giro della nazionale di Arrigo Sacchi, ma si ammalò di varicella. Quando guarì si portò dietro una spossatezza difficile da spiegare. Tanto che tornerà a segnare solo all’ultima giornata. Il ct lo depennerà quasi subito, lasciandogli i rimpianti. Gli stessi che ha avuto Dessers, capocannoniere della Conference League che a Cremona ha vestito i panni del fantasma dell’opera. Un’altra storia che è rimasta prosa senza diventare poesia”. 

Così ha scritto, per la redazione On Line de Il Foglio, il giornalista Andrea Romano.

 

 


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