7 agosto 2022

"Qui perché si accenda una luce nuova". Il pellegrinaggio a Lourdes dell'Unitalsi con il vescovo e un'ottantina di cremonesi

Un clima incerto, quello tipico di Lourdes - dove si passa dal cielo plumbeo ad un sole rovente nel giro di pochi minuti – ha accompagnato i primi passi del pellegrinaggio dell’Unitalsi lombarda cui partecipano ottanta cremonesi guidati dal presidente della sottosezione Tiziano Guarneri.

In tutto i pellegrini – provenienti soprattutto da Como, Mantova e naturalmente dalla città del Torrazzo – sono oltre 250, tra di essi molti malati e diversamente abili, che grazie alla commovente disponibilità di dame e barellieri possono vivere con serenità e intensità i tanti momenti celebrativi che il santuario mariano offre ogni giorno.

I sacerdoti sono una decina, metà dalla nostra diocesi: don Maurizio Lucini, assistente diocesano Unitalsi, don Claudio Rasoli, presidente della Fondazione Opera Pia Ss. Redentore di Castelverde, don Massimo Macalli, parroco di S. Matteo delle Chiaviche, don Mario Martinengo, collaboratore parrocchiale a Bozzolo e don Stefano Montagna, vicario dell’unità pastorale S. Omobono che comprende le comunità della Cattedrale, S. Imerio e S. Pietro. Il giovane sacerdote sta accompagnando 16 giovani dai 22 ai 29 anni che, indossata la polo blu dell’associazione, si sono messi a servizio degli ammalati con grande passione e disponibilità.

Guida spirituale dell’intero gruppo lombardo è il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, giunto a Lourdes sabato 6 agosto, un giorno dopo l’arrivo dei lombardi in terra francese.

Il pellegrinaggio, infatti, è iniziato nella serata di giovedì 4 aprile con la partenza di sette pullman da diversi punti della nostra regione: due da Cremona. Arrivati la mattina successiva, il primo appuntamento comunitario si è tenuto nella Basilica del Rosario con la Messa di apertura presieduta da don Mario Martinengo. La giornata di sabato 6 si è aperta con la celebrazione penitenziale e le confessioni individuali: molti ammalati, ma anche tanti volontari, hanno voluto consegnare a Dio tutte quelle infedeltà e mancanze che non permettono una piena comunione con il Padre e con i fratelli. Nel primo pomeriggio il gruppo si è diviso: alcuni hanno celebrato la via Crucis sulla collina delle Spelonche (Espélugues) con le stazioni rappresentate da statue di ghisa dorate ad altezza naturale, i malati, invece, l’hanno vissuto nella prateria, la grande distesa di verde che si affaccia al di là del Gave, dove spesso i gruppi di giovani si ritrovano per pregare, ma anche per cantare ed esprimere la gioia e l’entusiasmo della loro età.

Alle 16.30, nella chiesa dedicata a Santa Bernadette, il vescovo Antonio, giunto in aereo nel primo pomeriggio, ha presieduto la S. Messa nella festa della Trasfigurazione del Signore.

Mons. Napolioni, nella breve omelia, ha rimarcato la grazia di essere in questo luogo di intensa preghiera, nel quale avvengono ogni giorno tanti piccoli miracoli che nessuno conosce, ma che sono estremamente reali: le conversioni dei cuori, scelte di vita improntate al Vangelo, l’accettazione delle proprie croci da parte di malati e infermi. E prendendo spunto dal Vangelo della Trasfigurazione ha proseguito: “Noi siamo qui non per rifarci il look o il lifting ma perché si accenda nel nostro volto una luce nuova. Terminata questa esperienza torneremo a casa: non ci prenda la nostalgia o l’invidia, perché potremo sempre essere uniti a Lourdes proprio attraverso la preghiera e godere così i frutti spirituali di questo luogo benedetto dalla Madonna”.

E commentando il volto luminoso di Gesù sul Tabor ha proseguito: “Egli si è trasfigurato proprio mentre pregava il Padre. Il suo modo di pregare ha davvero portato frutto in lui, cambiandolo addirittura di aspetto! Così può essere per noi: la preghiera, se vissuta bene, aiuta a cambiare lo sguardo sulle cose e sulla realtà. Essa ci permette di sperimentare la vicinanza di Dio e quindi sconfigge ogni sentimento di solitudine e di disperazione”. Infine l’invito a condividere i doni e le grazie spirituali di queste giornate di intensa spiritualità: “Diciamoci come davvero il Signore ci sta aiutando ad accettare quello che siamo e la realtà nella quale siamo immersi, anche se spesso è costellata di croci visibili e invisibili”.

Terminata l’Eucaristia il gruppo lombardo ha attraverso il ponte sul Gave e si diretto alla Grotta di Massabielle dove alle 18 il presule ha recitato il Santo Rosario in diretta su TV2000: in questo modo centinaia di cremonesi hanno potuto unirsi spiritualmente al pellegrinaggio.

Domenica 7 agosto due gli appuntamenti importanti: alle 9.30 la Messa internazionale celebrata nella grande basilica ipogea dedicata a S. Pio X, mentre nel pomeriggio, alle 17, si terrà la solenne processione eucaristica che si snoderà per gli ampi e affollati piazzali del Santuario: proprio questo suggestivo rito sarà presieduto dal vescovo Antonio. Nel primo pomeriggio, per chi desidera, sarà possibile visitare i luoghi in cui visse Santa Bernadette prima della sua entrata nel convento di Nevers.

Lunedì ci sarà il momento più atteso: la Messa e il passaggio di ogni singolo pellegrino alla Grotta e quindi il gesto dell’acqua che quest’anno, a causa ancora dell’emergenza pandemia, sostituisce il bagno nelle piscine. In serata la compagine lombarda parteciperà ufficialmente alla processione aux flambeaux. Martedì 9 i momenti conclusivi: alle ore 9 la Messa finale con l’accoglienza del personale del primo anno e la celebrazione degli anniversari di ordinazione per i sacerdoti e di matrimonio. Alle 15, infine, la recita del Rosario e i saluti finali.

 

Claudio Rasoli


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