"Transazione Tamoil: i conti non tornano. Inutile trionfalismo per coprire un flop". Duro attacco del centrodestra
Mentre il Comune annuncia di essere riuscito ad ottenere 2 milioni e 400mila euro come risarcimento per i danni per l'inquinamento della Tamoil e nello stesso giorno i tecnici della Bissolati dicono che la fuoriuscita di idrocarburi continua, ecco il centrodestra al completo che attacca duramente l'amministrazione rea di essersi accontentata delle briciole a fronte di una richiesta iniziale di 40 milioni di euro. Ecco il documento
In merito alla transazione relativa alla vicenda Tamoil, che il Comune di Cremona ha sottoscritto accettando 1.400.000 € dopo il milione già incassato, ci chiediamo se la chiusura dell’azione legale da parte dell’Amministrazione sia da ritenersi soddisfacente, a fronte dell’iniziale richiesta di € 40.000.000.
Al contrario, i toni trionfalistici con i quali il Sindaco e la maggioranza hanno commentato questo epilogo e la fretta di chiudere la partita in tempi stretti, nascondono la sproporzione tra gli obbiettivi attesi, stimati dall’amministrazione in € 40.000.0000 all’inizio della causa, e il magro risultato effettivamente ottenuto, che non raggiungere neppure il 10% della richiesta originale.
Delle due, l’una: o il risarcimento richiesto in sede processuale è stato quantificato al rialzo e in modo approssimativo rispetto al reale valore del danno subito dal Comune di Cremona, oppure è legittimo chiedersi quali siano le motivazioni di un accordo che ha visto di molto ridimensionata la richiesta iniziale. E’ giusto quindi che l’Amministrazione faccia chiarezza e garantisca la necessaria trasparenza non già solo sull’utilizzo di queste risorse: su quali basi tecnico-economiche l’Amministrazione Comunale ha richiesto inizialmente a Tamoil una somma di € 40.000.000? Su quali elementi concreti e misurabili e’ stato ritenuto adeguato l’importo accettato? A cosa è dovuta la fretta con la quale un’Amministrazione in scadenza di mandato ha voluto, senza alcun confronto con la minoranza, definire “autonomamente” una vicenda che ha forti implicazioni sul presente e sul futuro della città? Quale privato o azienda avrebbero intentata una causa civile e accettato di buon grado una soluzione così penalizzante rispetto agli obbiettivi iniziali?
Non è peraltro possibile parlare di un successo, constatando come l’inquinamento causato da Tamoil pare non si limiti al periodo 2001-2007 preso in considerazione. In realtà risulterebbe che l’inquinamento non si sia arrestato, ma al contrario è proseguito negli anni successivi, come sostengono i tecnici ed i vertici della Cannottieri Bissolati. Pur nella consapevolezza di come le azioni ed i compiti della società Bissolati e del Comune di Cremona siano distinte, attendiamo sviluppi dopo la conferenza stampa da parte della Canottieri Bissolati. A tal proposito, concordiamo con la proposta di aggiornare la posizione dei punti per il monitoraggio del surnatante in occasione della Conferenza dei Servizi programmata per il 21 dicembre.
Simona Sommi - Lega
Carlo Malvezzi - FI
Alessandro Zagni - FdI
Maria Vittoria Ceraso - Viva Cremona
La fotografia è di Antonio Leoni
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commenti
Antonio Madoglio
16 dicembre 2023 21:13
Quando amministrava il centrodestra il Comune non si era nemmeno costituito parte civile. Che coraggio lamentarsi adesso...
Michele de Crecchio
17 dicembre 2023 01:52
Chi abbia anche solo una superficiale conoscenza della più recente storia urbanistica di Cremona sa bene quanta poca attenzione praticamente tutte le forze politiche cittadine riservarono inizialmente alla pericolosissima posizione nella quale, a partire da un minuscolo deposito di petrolio realizzato dai tedeschi per ragioni militari, nel secondo dopoguerra, purtroppo si insediò e si sviluppò rapidamente, nei pressi della città e sopravento rispetto alla stessa, una importante raffineria di petroli. Le rare voci che si levarono contro tale insediamento furono quelle di pochi illuminati intellettuali (i fratelli Grasselli e altri che diedero vita alla sezione cremonese di Italia Nostra), di alcune altre persone che, passando molte ore della loro giornata nei pressi dei nuovi impianti industriali, intuirono subito i disturbi che gli stessi avrebbero potuto arrecare alle società canottieri da loro frequentate, nonché dal personale sanitario, amministrativo e dai pazienti stessi ospitati, (incredibilmente!) nel tubercolosario "Gaspare Aselli" ivi preesistente da una decina d'anni.
Per quanto ricordo, la gravissima questione ambientale rappresentata dalla raffineria e dalla sua rapida espansione venne, finalmente, alla attenzione del Consiglio Comunale solo durante il secondo mandato del benemerito Sindaco Emilio Zanoni. Da allora "vennero ufficialmente a galla" i molteplici disagi che la raffineria già da tempo determinava alla città ed i gravissimi rischi la sua attività avrebbe potuto produrre persino a danno dell'intera città. Non tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale, purtroppo, manifestarono, in occasione dei numerosi contenziosi che da allora, nel difficile rapporto tra città e impianti petroliferi, sensibilità, attenzioni e impegni adeguati alla estrema delicatezza delle problematiche che si venivano sempre più chiaramente evidenziando.
Pasquino
17 dicembre 2023 04:04
Buffonate amministrative e la situazione è al punto di partenza !
Daniro
17 dicembre 2023 10:19
Ci vuole una bella faccia tosta da parte di chi, di fronte all'auto denuncia fatta dalla stessa Tamoil per aver inquinato, non si costituì da subito parte civile nel processo per disastro ambientale. Come è utile ricordare che la medesima posizione fu tenuta da esponenti del centro sinistra. Come poteva finire una vicenda che per decenni ha visto amministrazioni comunali quantomeno affette da strabismo che sbandieravano occupazione e nutrite sponsorizzazioni ma dimenticavano le questioni ambientali? Con una misera paghetta.