23 novembre 2024

1625-2025, quattrocento anni dalla morte di Sofonisba Anguissola, trent'anni dopo la grande mostra di Caroli, Cremona starà alla finestra?

"Sofonisba Anguissola si spegne a Palermo il 16 novembre 1625 e viene sepolta nella chiesa di San Giorgio dei Genovesi, a lei molto familiare, ove sempre si recava per le funzioni religiose. Sette anni dopo, nel 1632, il marito Orazio le fa porre una lapide sulla quale è scritto in latino: "Alla moglie Sofonisba, della nobile famiglia Anguissola, per bellezza e per le straordinarie doti di natura posta fra le donne illustri del mondo, e così insigne nel ritrarre le umane immagini, che nessuno della sua età potè esserle pari, Orazio Lomellini, colpito da grande dolore, dedicò questo estremo segno di onore, esiguo per una tale donna, ma massimo per i comuni mortali". (Millo Borghini, Sofonisba. Una vita per la pittura e la libertà). 

Dunque nel novembre del prossimo anno sarà il 400° della morte di Sofonisba Anguissola, cremonese che qui è nata e si è formata la più grande pittrice di ogni tempo. Purtroppo, ad oggi, nulla figura nell'agenda cremonese del prossimo anno che possa ricordare la grande pittrice: una grande mostra su Sofonisba, un parallelo con Van Dick di cui è stata, ormai anziana, la "maestra", un convegno di studi, magari l'acquisizione di una sua opera visto che a Cremona non c'è un solo quadro della grande artista. Pensate che nel maggio di quest'anno andò in asta alla Dorotheum di Vienna uno straordinario grande quadro, segnalato dal cremonese Marco Tanzi, per 169.000 euro. Il quadro era di grande interesse, sia per l'artista, sia perchè si trattava di un'insolita opera bifacciale: sul retro un ritratto di nobildonna, forse Aloisia de Luna Moncada cognata dell'artista, a busto lungo, con indosso un abito nero ricamato; sul fronte Santa Maria Maddalena, olio su rame, 23,7 x 18,7 cm, con cornice. L'opera era databile agli anni Settanta del Cinquecento, durante il primo soggiorno dell'artista in Sicilia. Nonostante la segnalazione il Comune di Cremona non battè ciglio e l'opera finì all'estero. Lo stesso era accaduto due anni prima.

Esattamente trent'anni fa a Santa Maria della Pietà (oggi inagibile) si teneva la grande mostra "Sofonisba Anguissola e le sue sorelle" con una settantina di dipinti e disegni provenienti da tutto il mondo. Accanto una sezione documentaria con esposti libri, stampe e documenti che illustravano la vita a Cremona tra XVI e XVII secolo. Voluta dall'assessore provinciale alla Cultura Vittorio Foderaro e dall'Amministrazione piazza, la mostra è stata curata da Flavio Caroli, da allora rimasto legato al nostro territorio. Fu un successo straordinario con 15 mila ingressi solo nel primo mese di apertura (settembre) ma poi su fino agli 80 mila visitatori. Ed eccezionale è stato l'eco della mostra nel campo degli studi d'arte perchè ha ricollocato Sofonisba Anguissola nel suo grande ruolo di donna pittrice stimata da più grandi del suo secolo espressione di una cultura nata in questa terra e diventata cosmopolita

E' vero che il prossimo anno, per celebrare i 500 anni dalla morte del pittore rinascimentale Boccaccio Boccaccino, il museo diocesano di Cremona gli dedicherà una grande mostra in collaborazione con la diocesi di Ferrara (Boccaccio Boccaccino, nato a Ferrara nel 1467 e morto a Cremona nel 1525) ma perchè non si pensa in grande a due mostre, quella del Boccaccino nella prima parte dell'anno, l'altra nella seconda? Le grandi mostre dovrebbero ritornare finalmente nelle corde dell'amministrazione pubblica, come insegnano le città vicine (Parma, Mantova, Brescia, Bergamo, Piacenza). 

Mario Pasquali


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