1 gennaio 2023

1926, così il grande incisore russo Aleksei Kravchencko raccontò su legno Cremona e la bottega di Antonio Stradivari

Il processo dura pochi minuti e dà origine una sentenza già scontata. Un ufficiale seduto al tavolo ha al suo fianco un segretario che prende meticolosamente appunti, appunti che poi finiranno nella relazioni del partito come una sorta di giustificazione del percorso rivoluzionario che stava attraversando la Russia. L'imputato, in piedi davanti al tavolo e già consapevole di come andrà a finire la farsa che si sta consumando, ha solo il diritto di farsi riconoscere e di spiegare con un paio di frasi la sua posizione, frasi che nessuno ascolta e che il segretario, probabilmente, neanche riporterà tra i suoi appunti.

Siamo nel 1918 a Saratov, in Russia, e Stepan Tikhonov è in piedi davanti a quel tavolo, era il direttore della Banca del Volga e l'ufficiale che sta emettendo la sentenza è un fedelissimo della Ceka, la spaventosa polizia segreta leninista che, dal 1917, sta attuando una epurazione su vasta scala di coloro che venivano identificati come controrivoluzionari. La figlia di Tikhonov, Ksenia, assiste inerme al processo, con lei anche il marito, Aleksei Kravchencko anche lui inerme nonostante fosse già famoso in tutta la Russia. Pochi minuti dopo il plotone d'esecuzione formalizzerà la sentenza del tribunale; a Ksenia e Aleksei viene straordinariamente offerta, o forse imposta, la possibilità di assistere alla fucilazione, così come viene formalizzata subito dopo, nei confronti della coppia, la confisca di tutti i loro beni.

Aleksei Kravchencko era un talento della Russia di inizi '900, nato nel 1889 era risultato il migliore laureato della prestigiosa scuola di Architettura e Belle Arti di Mosca nel 1910. Nella Russia ancora zarista il suo talento non era rimasto parcheggiato, per un paio di anni Aleksei avrà la possibilità di studiare e perfezionarsi all'estero, due anni tra la Francia ma, soprattutto, in Italia. In quel periodo arriva a Cremona, la città è uno dei simboli della architettura medioevale europea e raccoglie in sé anche la storia, ormai già conosciuta in tutto il mondo, della liuteria. L'insieme delle due cose è qualcosa di esplosivo nella mente creativa di Aleksei, l'artista prende appunti sulle bellezze e sulla storia della città del Torrazzo, ha solo bisogno di tempo per metabolizzarle.

I suoi lavori ben diversi dalla tradizione artistica russa di allora, i disegni e gli schizzi fanno impazzire la famiglia dello Zar Nicola II a tal punto da venir acquistati in blocco e donati in una collezione all'Hermitage, la massima espressione dell'arte in Russia. Dopo l'Europa e il matrimonio viene inviato in India e nel sud est asiatico, per far scoprire alla Russia del XX secolo come l'arte si stava evolvendo in un nuovo mondo, la Cremona di Aleskei avrebbe dovuto aspettare ancora un po'. Al rientro in patria quel tempo che gli serviva non si presenta, viene inviato subito al fronte durante la Prima guerra Mondiale per disegnare e offrire alla propaganda ciò che accadeva nelle trincee della Galizia. Il tempo sembra essere il peggior nemico del famoso disegnatore ed incisore russo, appena rientrato dalle trincee deve assistere alla fucilazione di suo suocero insieme a Ksenia e alla confisca di tutto ciò che dispone.

Nel 1921 la vita della coppia è tutta da ricostruire, Aleksei ha un talento enorme e intoccabile anche per Lenin e la Ceka, per cui la coppia si trasferisce a Mosca e lui comincia a lavorare come disegnatore ed incisore di libri. Ormai la sua fama è indiscutibile al pari di molti altri colleghi europei, con la morte di Lenin la coppia viene lasciata relativamente tranquilla, ma Aleksei non si fida, ha visto chiaramente la velocità con cui le cose possono evolvere nella Russia rivoluzionaria, ha già pagato un prezzo altissimo nel 1918.

Nel 1926 prende i suoi attrezzi, trova il tempo e la tranquillità necessaria e fa rivivere la sua Cremona così come l'aveva vissuta lustri prima. L'incisione dedicata a Cremona e ad Antonio Stradivari viene fatta sul legno, quel materiale che rappresentava l'essenza del lavoro dei liutai. E' un'incisione emblematica dove il Torrazzo, il Battistero, le torri e i tetti in cotto del Medioevo cremonese entrano prepotentemente nello studio del maestro liutaio. La luce illumina il tavolo dove gli attrezzi, che Aleskei conosceva bene perché l'incisione su legno era parte della sua vita, hanno dato origine ad alcuni strumenti famosi in tutto il mondo. Dopo quindici anni la mente di Aleskei ricostruisce quella immagine che l'aveva affascinato così tanto poco mesi dopo la sua laurea, è un lavoro emblematico e raffinato che avrebbe dovuto offrire alla Russia di Stalin l'immagine di un luogo dove l'arte e la storia si incontravano dentro un piccolo studio.

Aleskei verrà a mancare nel 1940 ma buona parte dei suoi lavori durante il periodo rivoluzionario verranno scoperti solo a metà anni '60, Kravchencko li aveva tenuti nascosti per evitare di finire in piedi davanti ad un tavolo con un disinteressato ufficiale che annuiva distrattamente alla frasi di un imputato dal destino già deciso.

Marco Bragazzi


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