23 ottobre 1997, 25 anni fa si dava inizio alla demolizione di piazza Cavour. Dopo un quarto di secolo c'è ancora chi la rimpiange, visti i risultati
Piazza Stradivari compie 25 anni, ma nonostante sia trascorso ormai un quarto di secolo, resta ancora oggi un progetto incompiuto, su cui in questi decenni si sono riversate continuamente critiche ed osservazioni. Queste avevano portato l’amministrazione comunale a bandire, nel 2009, qualche mese dopo la rimozione della famigerata pensilina, un concorso di idee che venisse a mitigare il desolante vuoto lasciato dalla trasformazione della vecchia piazza Cavour. Da allora sono trascorsi altri dodici anni ma il progetto dell’architetto Chiara Gorni, che cercava di ridefinire in qualche modo il sistema di illuminazione e incrementare le alberature esistenti, è stato confinato in qualche cassetto per evitare che si impolverasse. Rispetto al progetto originale di riqualificazione, a vent’anni dalla sua realizzazione è stata smantellata nel 2008, sotto la spinta popolare, solo l’odiosa pensilina.
Era la mattina del 23 ottobre del 1997, infatti, quando il grande braccio di una gru spostò l’edicola che un tempo si trovava sull’angolo della vecchia piazza Cavour per trasportarla in piazza del Duomo, dove è tuttora. Era solo il primo atto di un lungo lavoro che avrebbe portato, nel dicembre del 1998 all’inaugurazione della nuova piazza, intitolata ad Antonio Stradivari, scandito dal rincorrersi delle polemiche e dal disappunto che hanno accompagnato gli interventi, e che ancora oggi, nonostante i mugugni si siano ormai affievoliti, non si è mai del tutto sopito. La riqualificazione di piazza Cavour, d’altronde, ha sempre incontrato fautori e detrattori, con il prevalere finale di questi ultimi. Fin dal momento della presentazione del progetto, nell’estate di quell’anno, seguita dalle clamorose proteste di chi non voleva venissero abbattuti i tigli, e vi si incatenò. In realtà come sappiamo, quel progetto è stato poi realizzato solo in parte, lasciando fino all’ultimo in forse proprio l’installazione della pensilina che ne avrebbe dovuto costituire la parte più qualificante. Passato al vaglio delle competenti commissioni il progetto era stato approvato dal consiglio comunale nella seduta del 15 settembre. II progetto di trasformazione della piazza aveva, tra i suoi obiettivi principali, quello della valorizzazione delle emergenze architettoniche direttamente prospicienti la piazza stessa o ad essa “visivamente collegate” come la Torre del Palazzo Comunale e il Torrazzo. La soluzione architettonica proposta scaturiva da una attenta ricerca storica che aveva evidenziato, pur nelle modificazioni avvenute in epoche passate e recenti, la chiara “vocazione” mercatale di Piazza Cavour ed il suo costituirsi come “piazza minerae”, priva cioè di aree a verde
Ma quando, dalle parole, si passò ai fatti, e prese lentamente forma, tra dichiarazioni d’intenti e smentite la pensilina, iniziarono a piovere le prime critiche. Già la soprintendenza di Brescia aveva avanzato delle perplessità sulla soluzione proposta in un primo tempo dall’architetto Roland Jeol. Ma poi quando uscì allo scoperto lo stesso assessore all’urbanistica Massimo Terzi nel corso di un’assemblea della sezione locale di Italia Nostra dove divennero palesi i dissapori tra quest’ultimo e l’ex assessore Eugenio Bettinelli, che del progetto dell’architetto Ludovico Migliore era stato il più caldo sostenitore, vi fu una vera e propria levata di scudi contro la pensilina. Nei confronti della struttura aveva addirittura aperto un fascicolo la Procura della Repubblica in seguito all’esposto presentato dal portavoce del Wwf cremonese Carlo Capurso. Questi nei giorni immediatamente successivi all’inaugurazione (avvenuta nel dicembre 1998) aveva inviato al sindaco di Cremona, alla Soprintendenza alle Belle Arti, alla Procura ed ai giornali una lunga lettera nella quale manifestava il suo dissenso sulla riqualificazione della piazza ed in particolare sulla stessa pensilina. Sulla base della lettera-denuncia il procuratore Francesco Nuzzo aveva aperto un fascicolo, decidendo però in seguito di archiviare l’inchiesta. Dopo la posa in opera del gruppo scultoreo di Floriano Bodini, il problema tornò prepotentemente d’attualità al punto che l’amministrazione decise di dirimere la questione con un sondaggio. Nonostante le polemiche che avevano contraddistinto la riqualificazione di piazza Cavour, il 67 per cento degli intervistati giudicava l’operazione positivamente, e solo il 28 per cento esprimeva una valutazione negativa. Non così per la pensilina, che non piaceva ed era inutile per il 48% dei cremonesi, non piaceva ma era utile per il 20%, piaceva ma era inutile al 5%, piaceva ed era utile al 21%.
Tuttavia, anche dopo la rimozione del manufatto, la polemica non si è sopita e basta scorrere le esternazioni sui social per rendersi facilmente conto che, venticinque anni dopo, il risentimento dei cremonesi per la perdita dell’amata piazza Cavour è ancora vivo.
Nelle foto Piazza Stradivari attuale, lo spostamento dell'edicola, la vecchia collocazione in piazza Cavour e l'intimità dei giardinetti (foto Muchetti e Faliva)
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commenti
claudio
9 ottobre 2022 17:32
Complimenti a Loffi che a grandi linee ha ricordato parte del trascorso di Piazza Cavour. Ma io qui vorrei ricordare, non solo l'asportazione dell'edicola, ma la "Cia giurnalera" (Lucia Paffi, la giornalaia) che per una vita l'ha gestita, portando il mattino presto con la bicicletta e qualsiasi tempo i giornali ai suoi affezionati clienti accompagnando il gesto con allegre battute rigorosamente in dialetto.
Un piccolo appunto...sarebbe stato "piacevole" (... ma forse è un'omissione involontaria...) vedere tra le foto anche la famosa pensilina ... che comunque ha "un suo sosia" nella struttura in legno esistente all'ingresso della Scuola Materna San Giorgio di Via Santa Maria in Betlem, presente sin dalla costruzione della scuola, ma così com'era e com'è ora, a nulla è mai servita ed ora, senza copertura, peggio ancora... Meglio sarebbe che segua la strada del suo più famoso precedente esempio...
michele de crecchio
9 ottobre 2022 21:24
Dopo ben venti anni di intensa attività amministrativa, decisi autonomamente, senza che nessuno me l'avesse proposto o tanto meno imposto, di abbandonare la mia ormai fin troppo lunga collaborazione con il Comune di Cremona, decisione che credo sia stata, pur con motivazioni disparate, apprezzata da molti! Avevo peraltro anche una notevole fiducia nel proposto (dalla mia parte politica) nuovo Sindaco, alla famiglia del quale mi legava una antica amicizia, fiducia che mi sembrò avere ben riposta anche quando fu presentata la squadra degli assessori, composta da personalità tutte particolarmente qualificate, come forse non era mai capitato da molto tempo.
Devo pertanto ammettere di avere, per credo naturale e rispettosa conseguenza, seguito solo superficialmente le vicende che portarono al rifacimento integrale di ben due aree cittadine centralissime (la piazza Cavour, oggi Stradivari, e i giardini di piazza Roma) che, probabilmente, di tali interventi non avevano, in realtà, nessun urgente bisogno.
La nuova sistemazione "metafisica", in pietra di Lessinia e porfido di piazza Stradivari, progettata dall'architetto Ludovico Migliore, che a mio parere non resistette alla tentazione di "firmarla" con una gigantesca "L" (altrimenti inspiegabile), ancora oggi non mi dispiace affatto, una volta liberata dalla assurda pensilina (della quale, per quanto ne so, è tuttora ignoto il vero progettista). Altrettanto ho sempre pensato della bellissima e tanto ben collocata statua di Floriano Bodini. Peccato che la nuova piazza sia stata utilizzata una sola volta per ospitarvi, come sarebbe più che logico fare, i maggiori concerti all'aperto e le loro complesse attrezzature che tanti disagi e danni hanno apportato e rischiano di apportare alla contigua e ben più delicata piazza Duomo. Del disastro apportato ai giardini di piazza Roma dal calcestre e dalla pietra di Sirmione, consigliati dal pur titolatissimo architetto Kippar meglio non parlare. Personalmente ho molta nostalgia anche del bel disegno, da sempre sottovalutato, che Gianni Toninelli aveva progettato pochi anni prima per qualificare la pur modesta pavimentazione in autobloccanti che caratterizzava la parte dei giardini riformata all'italiana da quando, in epoca autarchica, era stata sciaguratamente eliminata la preziosa cancellata di recinzione. Dopo queste due deludenti vicende, stimolato da amici giornalisti (segnatamente Antonio Leoni e Mario Silla), tornai ad esprimere, anche pubblicamente, la mia opinione, spesso critica, sulle tematiche urbanistiche cittadine, tematiche che fin dagli anni del liceo mi avevano sempre tanto interessato.
claudio
10 ottobre 2022 09:22
E' sempre un piacere (per me, ignorante in materia, ma amante dal punto di vista storico di Cremona) leggere le dissertazioni sull'urbanistica della nostra città dell' Arch. De Crecchio, indiscusso esperto e profondo conoscitore della materia. Per mio interesse e, direi anche della collettività, mi auguro che tale "collaborazione" prosegua a lungo. Grazie
michele de crecchio
10 ottobre 2022 18:46
Troppo gentile, in ogni caso, tante grazie. Mi spiace solo di non conoscerla di persona.
Roberto Regonelli
10 ottobre 2022 07:53
La piazza come si presenta da anni, assomiglia a quelle piazze volute durante il ventennio fascista per le adunate.
Lo considero uno spazio assolato, mal utilizzato. Desidererei vederla, piena di frondosi alberi che a mio parere sono più utili e belli.
Mariateresa
10 ottobre 2022 12:46
Non ho mai smesso di rimpiangere il precedente assetto di piazza Cavour. L'attuale era stato ulteriormente peggiorato dalla pensilina, poi rimossa. Mi chiedo da allora a cosa il Comune voglia ridurre un centro storico, già piacevole. Per completare l'opera sono stati anche installati i totem per deturpare (a mio parere) tutte le piazze della città