A Vidalenzo (crocevia tra Parma, Piacenza e Cremona) da non perdere la straordinaria infiorata carica di spiritualità benedettina realizzata dai monaci e dai parrocchiani
Al crocevia fra tre province (Parma, Piacenza e Cremona), e due regioni (Emilia Romagna e Lombardia) c’è un luogo dove, da qualche anno, ha messo le radici la spiritualità benedettina. Il luogo è Vidalenzo, frazione del Comune parmense di Polesine Zibello: un gruppo di case cresciute all’ombra del campanile, come accade per tanti villaggi della nostra vasta e fertile pianura, abitate da gente laboriosa e tenace.
Un luogo ricco di storia, basti pensare che ha dato i natali al più grande tenore verdiano di tutti i tempi, il maestro Carlo Bergonzi (di cui ricorre il centenario della nascita) che, pur avendo girato tutto il mondo ed essendosi esibito nei più celebri teatri del globo, ha scelto di tornare nella “sua” Vidalenzo, per riposare nel piccolo camposanto insieme ai suoi familiari ma anche a due passi dalla cappella in cui riposano invece Carlo Verdi e Luigia Uttini, i genitori del maestro Verdi. Una storia fatta anche di monachesimo; infatti la chiesetta di Santa Franca, posta ai piedi dell’argine maestro (sussidiaria della parrocchiale) è stata fondata nel XIII secolo dai monaci Cistercensi della non lontana Abbazia di Chiaravalle della Colomba. Nel XVII secolo, e fino alla soppressione napoleonica degli ordini religiosi, la stessa chiesetta è stata invece officiata da una piccola comunità di frati francescani. Ora, da qualche anno, a Vidalenzo sono arrivati i monaci benedettini, con una piccola ma vivace comunità denominata “Custodi del Divino Amore”, che nelle terre del fiume hanno saputo creare, in poco tempo, una vera e propria oasi di silenzio, spiritualità e preghiera che guarda anche ai centri vicini, senza distinzioni di province o regioni.
Qui, soltanto pochi mesi fa, grazie ad una felice intuizione del giornalista e scrittore cremonese Roberto Fiorentini, Dante è tornato a far sentire le sue parole attraverso la voce di un altro cremonese, l’attore Massimiliano Pegorini. In quell’occasione, nella bella chiesa dedicata a san Cristoforo, sono risuonati i versi del XXXIII canto del Paradiso della Divina Commedia: nell'ambito dell'incontro “Dante all’Eremo”. Una serata in cui, con la partecipazione degli stessi monaci, si sono intrecciate meditazione religiosa e ascolto del capolavoro assoluto della letteratura italiana. Giusto ricordare che proprio dalla famiglia dei benedettini proveniva quel San Bernardo a cui Dante fa esprime la supplica alla Vergine affinché lui viadante possa contemplare la Trinità cristiana posta al centro dell'Empireo dove si svolge l'ultimo atto del viaggio del poeta nell'Aldilà. Ora, nella stessa chiesa, fino al 18 giugno, è visitabile lo splendido tappeto fiorito, una bella opera di arte e fede , voluta e realizzata in occasione della festa del Corpus Domini, dai monaci e dei parrocchiani. Un tappeto artistico che, alla sua quarta edizione è un viaggio attraverso i momenti più significativi della Chiesa, celebrando il tema annuale con una dedizione che trascende l'arte. La chiamata di Pietro, un momento di svolta nella storia cristiana, è raffigurata con una maestria che invita alla riflessione. I fiori e i semi si intrecciano per formare l'immagine di un uomo che abbandona la sua rete per seguire una chiamata più grande, un gesto di fede pura che ancora oggi risuona nei cuori dei fedeli. Proseguendo nel percorso, il tappeto rivela la scena dell'Ultima Cena, dove Gesù spezza il pane, prefigurando il sacrificio imminente. Ogni dettaglio è curato con reverenza, ogni fiore è una preghiera, e il pane spezzato diventa un simbolo universale di comunione e condivisione. Al centro di questo capolavoro, troneggia San Cristoforo martire, a cui è dedicata la chiesa parrocchiale, il gigante buono che, secondo la leggenda, portò Gesù in spalla attraverso un fiume impetuoso. La sua figura è un promemoria della forza e del coraggio necessari per portare la luce del Cristo nel mondo, un messaggio che i parrocchiani di Vidalenzo hanno voluto esaltare con ogni fiore del loro tappeto. Infine, il tappeto si conclude con un'immagine potente: il mondo sostenuto dalla croce, simbolo della Chiesa universale. È un promemoria che, nonostante le sfide e le tribolazioni, la fede ha il potere di unire e sostenere le comunità attraverso i tempi.
“Quest'opera d'arte, creata con passione e dedizione, è un invito a contemplare la bellezza della fede – spiegano i monaci di Vidalenzo - che si manifesta in forme tangibili. È un tributo alla tradizione, un ponte tra passato e presente, e un messaggio di speranza per il futuro. I monaci benedettini e i parrocchiani di Vidalenzo desiderano regalare ai visitatori non solo un tappeto, ma una testimonianza della loro fede inestinguibile”. Il tappeto fiorito è aperto al pubblico fino al 18 giugno (tutti i giorni dalle 8.30 alle 19) ed è arricchito da un ulteriore tappeto realizzato, per la prima volta, anche nella chiesa di Santa Franca, luogo che ha già pienamente respirato, fin dalla sua fondazione, la spiritualità monastica. Ma non è finita perché domenica, 9 giugno, nei locali della foresteria san Benedetto, i visitatori potranno visitare ben due mostre: quella d’arte della pittrice fidentina Ivana Bianchi e quella dedicata al grande tenore verdiano Carlo Bergonzi, realizzata e curata da Gianluca Gotti. “Queste mostre – spiegano i monaci - offrono un'ulteriore dimensione di arte e cultura, arricchendo l'esperienza spirituale con l'espressione artistica.
Questo angolo di preghiera a Vidalenzo è un esempio luminoso di come l'arte, la spiritualità e la comunità possano convergere per creare un luogo di pace, riflessione e bellezza. È un luogo dove l'arte non è solo un'espressione estetica, ma un mezzo per esprimere e sperimentare la connessione con il divino. Invitiamo tutti – concludono - a visitare e sperimentare la tranquillità e l'ispirazione che questo luogo ha da offrire. Che sia attraverso l'ammirazione del tappeto artistico, la partecipazione alla liturgia, o l'ascolto della musica classica, c'è qualcosa per tutti in questo angolo di preghiera”.
Per i cultori di storia cremonese da ricordare infine che Vidalenzo era un antico rettorato della diocesi di Cremona ed un suo parroco, Oddone, è citato dal Campi nella sua “Historia ecclesiastica di Piacenza” quale intermediario in una vertenza confinaria intercorsa nel 1180 tra i vescovi di Cremona e Piacenza. Infine, il più importante dipinto che la chiesa di Vidalenzo possiede è un olio su tela del cremonese Vincenzo Campi che raffigura “Cristo deposto e due angeli”. L’opera, che risalirebbe al 1573, secondo uno studio compiuto dal professor Giovanni Godi sarebbe una replica fedele, anche nelle dimensioni, dell’omonimo dipinto custodito nella chiesa parrocchiale di Bordolano e, in origine sarebbe stato custodito nella chiesa di san Mattia in Cremona.
(nelle foto l'infiorata di Vidalenzo e quella di Santa Franca)
Eremita del Po
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