Alla ricerca della chiesa perduta di San Pantaleone tra via Melone e via Cadore. Mistero sui quadri e sulla statua in legno sparita
San Pantaleone è un Santo Greco antico di Nicomedia, vissuto fra il 275 e il 305 DC . Fu perseguitato sotto Diocleziano e decapitato il 27 luglio del 305. Il culto del santo si diffuse in epoca bizantina. La chiesa di S.Pantaleone a Cremona attulmente è un’abitazione ma ha origini antiche. Si trova tra via Altobello Melone e via Cadore. Non vi sono notizie certe sull’edificazione della chiesa, che presumibilmente fu già parrocchia dopo il 1000. La chiesa viene nominata “parrocchia”, termine che ne identifica la importanza territoriale nella zona sud est della città medioevale. Se ne parla nel 1200 e ne fanno menzione vari storici cremonesi.
La sua ubicazione periferica e a sud della città, è quasi attaccata alle mura poste tra Porta Mosa e Porta Po Vecchia, in quelli che fino al dopoguerra erano definiti i “bastioni di porta Romana”. La cinta muraria a sud della città andava dall’ attuale incrocio di Via del Sale sino a Porta Mosa, salendo poi fino a Porta Romana tramite Via Pedone. Interessante immaginarlo come un fronte, luogo di confine tra la Città Nova e la Citta'Vetera, che nel 1200 fu luogo di battaglia in una Guerra Civile Cremonese.
Una guerra che fu combattuta in varie parti della città e sempre su zone solcate da acque e canali quali la Cremonella ed il Marchionis, che scorre appunto sotto l’attuale Via Melone, a lato della chiesa di S.Pantaleone (ora omonima piazzetta ).
I primi a menzionare la chiesa S.Pantaleone saranno Campi e Cavitelli, studiosi contemporanei della fine del 1500, ognuno in gara con una sua personale interpretazione della storia di Cremona, una sorta di enciclopedia, Campi con la sua “Fedelissima” in lingua volgare e Cavitelli con “Annales” in latino. Campi Antonio, fratello dei pittori Campi e architetto e pittore egli stesso, abbina al Fedelissima una carta che resta a tutt'oggi interessantissima per studiare la città del 1580.
Una Rappresentazione minuziosa della città murata, ricca di nomi di contrade, di abitanti e loro ubicazione, indicando con precisione certosina chiese, monasteri, edifici pubblici e canali.
Tratto da Cremona Fedelissima :
“Nacquero discordie e sedizioni civili che condussero quasi in estrema ruina. Imperroche si come la Citta in due parti dal fiumicello Cremonella vien divisa, così si diovisero anche i cittadini, chiamandosi quelli che dalla destra sponda del fiumicello habitavano di verso settentriione dove è S.Agata e il Castello con nuovo nome Cittanoviani, per essere quella parte della citta nuova , con i quali però tenevano anche quasi tutti i popolari della Città vecchia e particolarmente quelli della Parochia di S.Pantaleone...”
Cavitelli invece cita con precisione il Vicum Basalari ed il vico “Sancti Pantalemonis”.
Il vicolo del Basolaro appare sino a fine 1800 nelle carte regie, non è null’altro che la strettoia che collega Piazza Marconi a Piazza S.Angelo, qui le case furono bruciate dalla battaglia delle due fazioni e appare ovvio che tale vicolo sia a 100 m. dalla chiesa. Una volta tale vicolo era a lato del Monastero di S.Angelo che venne demolito in epoca fascista per fare spazio al Museo, e al parcheggio di piazza S.Angelo .
Anche altri storici, più avanti descrivono le stesse storie di fatti, avvalorandone la tesi. Lorenzo Manini tra 1700 e 1800 scrive in Memorie Storiche delle Citta' di Cremona:
“….e si venne nuovamente alle mani in una contrada della parrocchia in allora di s.pantaleone. Lungo e sanguinoso fu ilconflitto edalla fine i cittanovani vennero ancora messi in fuga. I vincitori s'impadronirono de sobborghi, fecero prigioniero il presidio postovi dalla dalla fazione contraria e tutti gli abitanti di detta parrocchia, ne saccheggiarono le case e molte ne incenerirono in vendetta de soccorsi che avevano dati ai cittanovani...”
Appare qui più chiaro che le case, in vicolo Basolaro vennero bruciate e, in modo forse un po' romantico, mi piace pensare che quel nero che a tutt'oggi si vede lungo il muro del vicolo, non sia un’ antiestetico segno di smog ma storia e segno di incendi di 800 anni fa. Per chi volesse legare studi a realtà attualmente la parte posteriore della chiesa, adibita ad abitazione si intravede e riconosce da Via Cadore.
Ma la chiesa nel suo interno com'era?
Nasce così la passione della scoperta e delle studio, che non porta risposte certe ma ipotesi interessanti.
Giuseppe Aglio nel 1794 pubblica uno scritto sui Pittori Cremonesi descrivendone le opere nelle varie chiese della città, fra cui S. Pantaleone. Ecco cosa ho trovato a pag. 192 di “ Le pitture e le sculture della città di Cremona”
“In essa chiesa, oltre il quadro di S.Pantaleone del Malosso traslocato, come si è detto, nella chiesa de ss Vitale e Geroldo, eravi ad una pilastrata un quadro in tela con dipinta sopra nubi la B.V. Col Bambino, ed un santo domenicano genuflesso avanti un altare che sta adorando la Vergine apparsagli, su cui sta scritto CESAR CERUTO FECIT, passato nella nobile casa SARTI”
La tela resta sempre presente in un’ immaginario culturale... Ma appurato che, il dipinto del Malosso sia stato trasferito nella vicinissima chiesa di S.Vitale, resta la questione che anch'essa fu sconsacrata nel 1898. Essendo l'opera del Malosso un dipinto e non un affresco, ho pensato di ampliare la ricerca per avere una traccia reale di questo quadro, che sarebbe l'unico testimone superstite della chiesa originale di Pantaleone.
Ho pensato alla scritta CESAR CERVTO FECIT. Tale scritta mi ha portato a Giuseppe Grasselli. Nel 1820 circa lo storico scrive un documento sui pittori Cremonesi e menziona quanto segue:
"Ceruti Cesare – conosciuto anche sotto il nome di Cerutti o Ceruto , pittore uscito dalla scuola del Malosso. La contessa Sarti Caccia possiede un quadro, che esisteva nella inadesso distrutta chiesa di S.Pantaleone”
Della Contessa Sarti Caccia si ha quindi notizia dal Lancetti nel 1819 nella sua opera: “Biografia cremonese ossia dizionario storico delle famiglie e persone per qualsivoglia titolo memorabili e chiare spettanti alla città di Cremona dai tempi più remoti fino alla età nostra”
“Alessandro Caccia , nato nel 1742 fu reggente dell'ospitale di Cremona nel 1802 e morì di polmonite nel 1803 lasciando sola erede la unica figlia Maria, maritata conte Sarti”
La contessa Sarti Caccia non appare più in alcun scritto. Ma di Ceruti Cesare, allievo del Malosso ne parla invece Filippo De Boni nella sua “Biografia degli artisti – 1840”
Si legge “Ceruti Cesare scultore in legno che fioriva verso il 1590, si dice allievo del Malosso. Vedevasi una bella vergine in legno nella distrutta chiesa di S.Pantaleone in Cremona".
Oltre a queste tracce scritte altro è stato impossibile reperire se non che in quella chiesa vi erano sicuramente due opere della fine del 1500 inizio 1600, entrambe della scuola del Malosso che altri poi non era che Giovan Battista Trotti detto appunto Cavalier Malosso, cremonese. Questi studi mi portano a credere che sia la Madonna lignea che il dipinto esistano ancora, anche se non sappiamo dove. E’ stato bello provare a cercarle e la ricerca non finisce. Probabilmente anche molte altre opere furono spostate altrove e perdute nel tempo, mentre la chiesa veniva sventrata nel 1774 e usata come magazzino e filanda. La contrada e lo strettino di S.Pantaleone venivano infine chiuse e soppresse nel 1871. Restano gli scritti, le ipotesi, l’immaginario, di una storia mai totalmente conclusa. Nei suoi ritrovamenti e nella passione di cercare e di tenere viva la storia.
Nelle cartina l'ubicazione della vecchia chiesa, nelle foto i lavori di ristrutturazione all'ex Infanzia Abbandonata con resti di antichi archi in cotto, la piazzetta San Pantaleone e la zona della chiesa da via Cadore
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