Allarme sanità pubblica: a Cremona la carenza di personale medico arriva al 25%, tra medici d'urgenza e di base. Una costante emorragia che mette in difficoltà il sistema sanitario
Purtroppo non è una novità: da tempo ormai i dati relativi al sistema sanitario suscitano preoccupazione, in particolare quelli riferiti al numero di medici e di conseguenza della qualità dei serivizi erogati ai pazienti. Sì, perchè con una carenza ormai cronica che tocca punte del 25%, è facile capire come diventi tutto più complesso sia per la parte organizzativa a monte che per l'utenza a valle. E' un po' il gatto che si morde la coda: mancano 60 medici di base sul territorio cremonese, ossia il primo filtro per rispondere ai bisogni dei pazienti che invece ora si trovano costretti a rivolgersi direttamente al pronto soccorso. E i dati purtroppo confermano questa tendenza, dicendoci che negli ultimi anni gli accessi al pronto soccorso sono aumentati quasi del 20%. Di conseguenza qui troviamo il secondo snodo critico, visto che l'altra grande carenza si registra proprio nella medicina d'urgenza, dove i medici rimasti sono costretti a turni pesanti e palesi difficoltà organizzative.
La provincia di Cremona però non è l'unica a soffrire di questa lenta e costante emorragia di professionisti sanitari nel settore pubblico, ma la situazione locale è la diretta conseguenza di una difficoltà strutturale di tutto il sistema, confermata da Cisl Asse del Po Funzione Pubblica, che nei giorni scorsi ha incontrato i dirigenti di funzione dell'ospedale maggiore per analizzare la situazione e discutere di come affrontarla.
Ma perchè dunque i camici bianchi 'scappano' dal servizio sanitario pubblico? Le cause sono più di una, naturalmente, a partire dalle retribuzioni che, rispetto al settore privato o addirittura rispetto all'estero, attualmente sono inferiori; a questo si devono poi aggiungere le difficoltà organizzative che costringono i medici a turnazioni sfibranti, soprattutto come si diceva sopra, per il pronto soccorso e la medicina d'urgenza.
Una situazione allarmante che rischia di diventare sempre più pesante sia per i medici che per i pazienti, portando spesso a situazioni di insofferenza e tempi di attesa lunghi e snervanti.
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commenti
Marco
23 novembre 2024 12:59
Quando si capirà che medici,infermieri,operatori sanitari assistono e salvano vite sarà sempre troppi tardi.
Turni massacranti,richiami in servizio,eroi quando noi siamo inermi davanti alla malattia e vediamo in loro una possibilità di salvezza e conforto,invisibili quando chiedono più dignità e giuste retribuzioni .
Oramai paghiamo il Servizio Sanitario Nazionale per avere ancora il Pronto Soccorso gratuito(un plauso a quello di Cremona) ma già hanno dato vita a un Pronto soccorso a pagamento e sono aumentati i ticket per farmaci e prestazioni sanitarie .
Una soluzione per tamponare il problema a mio avviso potrebbe essere di estendere la possibilità di lavorare in extramoenia anche agli infermieri dipendenti pubblici sperando che un migliore trattamento attiri i giovani nella sanità.
Pensare che le case di cura private, alle quali lo stato destina molte risorse, debbano aprire un pronto soccorso sembra impossibile ma sarebbe giusto.
Manuel
23 novembre 2024 13:39
... e intanto proseguono i carotaggi nell’area ospedale...