9 dicembre 2024

Arturo e Piero Ferraroni, padre e figlio uniti nell'arte della scultura e l'eredità di San Vitale. Nel nuovo opuscolo i racconti di una chiesa e di due protagonisti della scultura cremonese del '900

La storia della Chiesa di San Vitale affonda le sue radici nella lontana epoca bizantina, più precisamente fra il 553 e il 603. La struttura ha ricevuto numerose modifiche e cambiamenti nel corso dei secoli: fu distrutta e ricostruita in seguito al grande incendio del 1113 e arrivò addirittura ad ospitare le spoglie di San Geroldo. Nel 1370, grazie alle donazioni della famiglia Ribaldi, la chiesa venne rinnovata nel suo stile, assumendo un aspetto più simile a quello di una chiesa a tre navate, molto diverso da quello che aveva in precedenza, più simile ad una cappella. 

Col passare degli anni San Vitale cambiò da parrocchia a chiesa sussidiaria. Siamo nel 1561, bisognerà aspettare il 1775 perché recuperi lo stato perso più di 200 anni prima. La chiesa verrà definitivamente soppressa nel 1808, e le reliquie di San Geroldo trasferite nella chiesa di Santa Maria Maddalena e Clemente nell'attuale via XI febbraio.

È solamente agli inizi del secolo scorso che all'interno di San Vitale, ormai dismessa e sconsacrata, vi si insediò un uomo dal grande talento. Scultore e artista, Arturo Ferraroni fece della chiesa la sua casa, ma soprattutto la trasformò nel suo laboratorio di scultura. Il 1913 fu un anno importante per la famiglia, che piantò a Cremona le proprie radici, la stessa città che oggi elogia il talento dello stesso maestro scultore. Arturo trasmire al figlio Piero la passione del marmo, dello scalpello e della bellezza, e presto anche lui seguì le orme del padre, affermandosi come uno dei grandi della storia artistica cittadina. Piero non fu però solo uno scultore, ma si destreggiò con grande capacità anche nell'arte della liuteria, arrivando addirittura a donare una delle proprie opere a Papa Giovanni Paolo II. 

Le opere di Arturo e Piero Ferraroni sono ancora oggi sculture che rappresentano con la loro bellezza la città di Cremona, basti pensare al meraviglioso Capaneo tuttora custodito all'interno delle sale del Museo Civico. Oggi la loro eredità culturale e artistica è ancora forte, non si spegne.

Enrica Ferraroni, nipote di Arturo e figlia di Piero, da ben 32 anni continua a mantenere accesa la memoria dei suoi parenti, e lo fa con generosità e altruismo. Il Premio Ferraroni, istituito nel 1991, è un riconoscimento che ha cadenza annuale, conferito solamente ai migliori studenti dell'Istituto "A. Stradivari". In aggiunta, dal 2021, in occasione della triennale di liuteria, è stato indetto anche il premio per "la miglior scultura del ricciolo nella categoria violoncello".

Quest'anno, il conferimento del premio in memoria ai grandi scultori Cremonesi si terrà il 12 dicembre proprio nella chiesa di San Vitale. Per l'occasione, Enrica Ferraroni, insieme a Rossano Ghizzoni, che alla fine degli anni '80 si occupò in prima persona del restauro della chiesa in qualità di dirigente del settore edilizio della Provincia di Cremona, hanno realizzato un opuscolo dal grande valore artistico e culturale, che raccoglie al suo interno la storia della chiesa di San Vitale dal 553 a oggi, ma soprattutto la vita, le opere e i molti successi di Arturo e Piero Ferraroni.

"Arturo e Piero Ferraroni e l'ex chiesa di San Vitale in Cremona" è l'opuscolo che in poche pagine raccoglie la storia di una chiesa, San Vitale, e di due artisti, Arturo e Piero, che hanno inevitabilmente lasciato un segno nella città di Cremona. 

Luca Marca


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commenti


Francesco Capodieci

9 dicembre 2024 19:56

Dispiace che l'ex chiesa di San Vitale, oggetto di un importante intervento di restauro all'inizio degli anni Novanta, a opera dell'Amministrazione Provinciale, venga ormai pochissimo utilizzata e rimanga malinconicamente chiusa. Fino a una decina d'anni fa aveva ospitato molte prestigiose mostre, concerti, conferenze e incontri culturali di vario genere. Poi...il nulla, o quasi (la cerimonia di consegna del Premio Ferraroni, giovedì 12 dicembre, rappresenterà una delle rare eccezioni). Non riesco a comprenderne la ragione, soprattutto ora che in città risultano inagibili altre importanti strutture come Palazzo Cittanova, Santa Maria della Pietà e la sala Auditorium della Camera di Commercio.