27 settembre 2022

Assemblea FIPE-Confcommercio. Ennesimo grido di allarme per un autunno-inverno “glaciale” per i pubblici esercizi: siamo al terzo anno consecutivo di crisi, senza concreti aiuti si rischia la chiusura

FIPE-Confcommercio Provincia di Cremona si ritrova in assemblea a Palazzo Vidoni per parlare dell’attuale crisi energetica e per proporre soluzioni in aggiunta agli scarsi provvedimenti del vecchio Governo. In sala Guerrini gli operatori del settore pubblici esercizi sono presenti per condividere un presente drammatico e per proporre soluzioni ad un futuro che si prospetta altrettanto difficile per tutto il comparto del terziario: commercio, turismo, logistica, servizi e professionisti.

Alessandro Lupi, presidente provinciale di FIPE: “Non consideriamo completamente soddisfacenti i recenti aiuti del vecchio Governo tramite il DL Aiuti Ter, auspichiamo che il nuovo esecutivo preveda urgentemente ulteriori e maggiori ristori per tutti i pubblici esercizi che hanno registrato, o registreranno nel prossimo autunno-inverno, incrementi assurdi dei costi dei consumi elettrici e di gas. Noi, così come i nostri clienti, siamo vittime di una situazione surreale, che sta portando le nostre aziende velocemente alla chiusura. Per questo, faccio un appello a tutti i Sindaci dei comuni della nostra Provincia chiedendo un piccolo aiuto concreto per i pubblici esercizi che, in questi tre anni di pandemia e crisi, nonostante le numerose difficoltà, hanno animato le piazze e le vie di città e paesi. Dalla nostra assemblea è emerso, ad esempio, che per i pubblici esercizi sarebbe fondamentale sospendere il pagamento della TARI e togliere completamente la tassazione dei plateatici per i prossimi mesi del 2022 e per tutto il 2023”.

Prosegue Andrea Badioni, presidente di Confcommercio Provincia di Cremona, che dichiara: “A seguito della assemblea di FIPE si rafforza ulteriormente il giro d’allarme che avevamo lanciato in estate in diverse occasioni: ciò che non ha fatto la pandemia ai servizi ed al commercio, rischiano di farlo gli insopportabili costi energetici; il nostro osservatorio nazionale stima prudenzialmente che alla prima metà dei 2023, almeno 120 mila piccole imprese del terziario saranno a rischio chiusura, con la perdita di oltre 370 mila posti di lavoro. In questa situazione drammatica, molte delle nostre imprese si stanno riorganizzando per sopravvivere, riducendo i servizi o cambiandoli con strategie di difesa “fai da te” perché quanto messo in atto con il DL Aiuti Ter è una piccolissima goccia in un arido deserto. Al nuovo esecutivo del Governo proponiamo di riproporre le misure emergenziali della fase pandemica in materia di riduzione del capitale sociale e di sospensione temporanea degli ammortamenti. Sarebbe opportuno potenziare interventi per gli strumenti di garanzia, l'allungamento della durata dei prestiti garantiti e il rinnovo delle moratorie. Così come servirebbero soluzioni che consentano, in deroga temporanea ai principi contabili, un ammortamento pluriennale dei costi energetici”.Anche Marco Stanga, presidente provinciale di Federmoda, ha preso parte alla riunione in qualità di vicepresidente di Confcommercio Provincia di Cremona: “Anche per noi negozianti la situazione è critica, al momento non così grave come per i pubblici esercizi, ma, per lavorare, dobbiamo illuminare vetrine ed area vendita e questo inverno dovremo riscaldare i nostri negozi. Con il caro bollette le famiglie affronteranno un difficile inverno e questo porterà ad un drastico calo dei consumi: il nostro Ufficio Studi di Confcommercio Imprese per l’Italia stima che avremo un Natale con 2,5 miliardi di consumi in meno rispetto al terzo quarto del 2022”.

Conclude Stefano Anceschi, direttore di Confcommercio Provincia di Cremona: “Per le nostre aziende il futuro è molto preoccupante: da sabato 1° ottobre, secondo quanto prospetta l'autorità dell'energia Arera, il costo di luce e gas aumenterà in modo rilevante per le piccole attività e per le famiglie; il gas non è mai stato così caro in questo periodo (in media 236 euro al MWh in agosto e 205 euro a settembre) e secondo le stime degli esperti per dicembre l'elettricità potrebbe raggiungere la cifra assurda di 880 euro al megawattora. Il prossimo autunno-inverno sarà per l'economia la stagione più “glaciale” degli ultimi decenni perché per molte imprese del terziario al 30 settembre scadranno i contratti annuali ed avranno oggettivi problemi per il rinnovo perché oramai sono poche le società energetiche disposte a offrire contratti a prezzo fisso, e quelli che osano farlo propongono prezzi “assurdi”, anche attorno a 1 euro al chilowattora. Infine, va osservato che dal 1° gennaio sull'elettricità si chiuderà il segmento delle tariffe tutelate per le imprese, che dovranno rivolgersi esclusivamente ai contratti liberi”.

La foto con il drone è di Riccardo Rizzi Maverick


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