14 ottobre 2023

Bennato e la solidarietà toccano il cuore e la memoria del Ponchielli che canta le "canzonette". Musica e parole del cantautore napoletano per una serata straordinaria per l'Airc

Saranno solo canzonette. Ma l'energia, la musica, la spensieratezza ma anche l'umorismo e la capacità di far pensare attraverso la musica di Edoardo Bennato hanno contagiato il Teatro Ponchielli in una serata magica ma carica di significato. L'idea del concerto, il fine di questo concerto, meritava già il successo e poi lui, l'eterno ragazzo di 77 anni con una energia, una storia musicale e una forza contagiose che hanno fatto cantare tutto il Ponchielli. Prima del concerto quattro donne (anche questo non è un caso) hanno ringraziato gli oltre ottocento spettatori che hanno voluto essere presenti dando così solidarietà e fondi alla ricerca sul cancro. Caterina Caldonazzo, Cristina Coppola, Monica Poli e Silvia Zavarise hanno così fatto, a sipario ancora chiuso, gli onori di casa a nome della Fondazione Airc, Comitato Lombardia e Delegazione di Cremona, una presenza di solidarietà consolidata in Italia e sotto il Torrazzo

Poi è toccato a Edoardo Bennato toccare il cuore e i ricordi degli spettatori con oltre due ore del suo concerto con le parole e la musica. Quella musica che prende spunto dal rock and roll degli anni Cinquanta ma che diventa una rivoluzione sia nel beat che in quella più seriosa dei cantautori degli anni Sessanta. E' dal 1966 che Edoardo Bennato accompagna generazioni di italiani, 57 anni di vita e successi cantati a tutta voce anche dal pubblico del Ponchielli. Il cantautore di Bagnoli  (fu il primo italiano a suonare in pubblico l'armonica) ha passato in rassegna molti dei suoi successi. Dalle storie di “Burattino senza fili” ispirata a Pinocchio e ai personaggi di Collodi “dove anche i cattivi sono divertenti” ha raccontato Bennato e poi la sua “Sono solo canzonette” dove dietro l'ironia c'è anche l'impegno sociale e politico mai mancati in tanti anni di carriera. 

In tanti oggi tengono concerti negli stadi ma Bennato fu il primo che “osò” esibirsi a San Siro facendo il tutto esaurito, lì e ovunque con il suo tour nei 15 templi del calcio che fece epoca. 

E poi “le altre” canzoni di Bennato, quelle del 2017 aggiunte ai personaggi del libro di Collodi rimasti fuori da quello storico 33 giri, Lucignolo (pensato come uno che organizza i rave party) e il pensionato Geppetto. E la sorpresa a teatro è che Edoardo Bennato è amato e le canzoni cantate non solo da quelli che l'hanno conosciuto negli anni Sessanta e Settanta (fu il primo ad essere definito “punk”) ma anche dai giovanissimi a teatro. E Bennato si è rivelato anche un affabulatore con le parole, non solo con le canzoni, raccontando la sua storia, la genesi della sua musica profondamente napoletana (in famiglia due fratelli musicisti straordinari con la Nuova Compagnia di Canto Popolare). Poi spazio al suo chitarrista Giuseppe Scarpato e al suo omaggio ai Pink Floyd.

E poi la sorpresa di Bennato: Rossini e il suo Barbiere di Siviglia con “la calunnia” mentre scorrono le immagini di Enzo Tortora e Mia Martini. E poi l'impegno sociale e politico mai mancato nel suo impegno di artista: dal clima alla guerra, dall'inquinamento alla violenza, dalla povertà al racconto “farlocco” della storia. 

Il recital si chiude con “Capitan Uncino” ma l'artista richiamato a gran voce regala ancora “Una settimana al giorno” ringraziando per le emozioni fate e ricevute. E poi la chiusura con “Un giorno credi”.

Un giorno credi di essere giusto. E di essere un grande uomo. In un altro ti svegli e devi cominciare da zero. Situazioni che stancamente. Si ripetono senza tempo”, parole che ti restano dentro ed emozionano anche se dette con l'ironia e il sorriso di un grande artista.

Le fotografie sono di Gianpaolo Guarneri (FotoStudioB12)

P.M.


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