Bivacchi e pernottamenti nell'ex ceramica Frazzi di Porta Po tra sporcizia e piccioni...aspettando il cantiere
Cercando, senza neanche impegnarsi tanto, risulta in rete come punto di riferimento storico a Cremona e, di certo, ha tutte le caratteristiche per raccontare una parte della storia della città. L'area della antica fornace Frazzi, che si estende dal parco Tognazzi fino ai margini di piazza Cadorna, racconta una storia che, per quanto riguarda il luogo dedicato all'Ugo da Cremona, sta cercando di riprendere forma con dei lavori di ristrutturazione che potranno dare lustro al nome del cittadino cremonese e alla storia della famosa azienda cremonese. Si spera, almeno.
Ma le torri ben visibili della fornace sono due, quella che domina il centro del parco e quella che si rivolge verso un'altra “torre”, il totem di porta Po; se una è sotto una cura terapeutica che si spara risolutiva l'altra parrebbe decisamente meno. I piccioni, se ti avvicini alla struttura verso piazza Cadorna, si irritano, quella è la loro casa da tempo e gli intrusi non sono ben ammessi. Hanno ragione i volatili ad agitarsi se provi ad avvicinarti, i loro predatori sono un po' dappertutto e hanno il brutto vizio di non riconoscere il loro domicilio come un luogo dove la caccia sia vietata, in pratica ai piccioni conviene rimanere nel sottotetto con travi in legno, dove il patio per i “cocktail party” è un ponteggio interno che è lì da tempo immemore. A gennaio fa freddo per i cocktail party – detto in inglese fa più internazionale - all'aperto, gli inquilini della struttura aspetteranno almeno aprile per cominciare, tanto sono lì da anni. L'estate scorsa, come poche settimane fa, alcuni dormivano tra i mattoni in cotto rosso che erano il simbolo del lavoro di molte persone e, per estensione, della vita di una parte della città; organizzati in bivacchi più o meno improvvisati ricordavano una sorta di Woodstock di noialtri senza però l'accompagnamento di Jimi Hendrix, Carlos Santana o dei Jefferson Airplane. In pratica mancava la cosa fondamentale, la musica, in compenso il sottofondo canoro e il tubare dei piccioni poteva di certo essere di certo paragonato agli assoli della Stratocaster di Hendrix, con moltissima fantasia e pazienza, però.
I rimasugli dei bivacchi sono all'interno della struttura e anche all'esterno, non si può entrare perché una griglia divelta impedisce di avvicinarsi ai mattoni rossi, le foto si fanno ben lontano dalla struttura della fornace ma, in alcuni punti, la griglia è divelta e agevola l'ingresso in una zona dove sarebbe proibito entrare. Non serve essere degli atleti per superare le quantomeno provvisorie griglie di separazione, di certo basta spostarne una e ci si ritrova dentro un punto di riferimento storico della città di Cremona. All'interno dell'edificio i bivacchi sono tutti da vedere, il pernottamento di qualcuno ha fatto in modo di lasciare evidenti tracce del passaggio, quasi a conferma che, anche senza prenotazione, un alloggio al riparo da Giove Pluvio lo si può sempre trovare. Una sedia è, probabilmente, un romantico residuo che vorrebbe richiamare quelle sedie a dondolo che si vedono sulle verande delle villette del sud degli Stati Uniti, dove una persona si gode il clima osservando il passare del tempo e, ogni tanto, vede cose interessanti del tipo l'atterraggio di qualche navetta spaziale o l'arrivo delle macchine nere dei servizi segreti che ti chiedono della navetta spaziale. A Cremona non si capisce cosa potrebbe osservare una persona, forse piazza Cadorna e neanche tutta. Qualche sveglio e simpatico come un branco di lupi affamati che ti insegue ha deciso di lasciare, con delle bombolette spray, la sua firma alla base della stupenda ciminiera, rimarcando il concetto che la griglia di sicurezza, forse, va bene solo come apparenza. Di solito coloro che hanno velleità da scrittori dovrebbero utilizzare strumenti idonei come fogli e biro per dare sfogo alla loro creatività, lasciando in pace edifici soprattutto se di valore storico.
Il cavo del telegrafo, o del telefono, parte dal tetto e arriva fino a terra, è un particolare molto carino, volendo vedere, perché spiega di come un secolo fa per comunicare, per lavoro o per svago, era necessario un cavo; è ancora integro sull'angolo del tetto, e ringrazia Thomas Bell per la quella invenzione che ha avvicinato le persone. Il progetto di recupero parrebbe esserci, i fondi speriamo che arrivino alla svelta per poter recuperare quella parte storica della città, ce lo auguriamo tutti, prima che quei bivacchi diventino parte integrante della struttura che rappresentava un vanto cittadino e che adesso rischia solo di essere parte del degrado urbano. Però almeno ripulire non sarebbe una cattiva cosa, ogni tanto.
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commenti
Gino
30 gennaio 2024 08:11
Sporcizia e inciviltà sono il nuovo standard di Cremona.
Basta passeggiare in qualsiasi quartiere della città per rendersene conto, basta non avere le fette di salame sugli occhi.
Valentina
30 gennaio 2024 09:15
Purtroppo le devo dare ragione ,contrariamente ad altre piccole città,come ad esempio Mantova ,Cremona appare trascurata e sciatta
Jeppetto
30 gennaio 2024 18:41
Esatto, ci sono troppi nullafacenti in giro a bighellonare, ai quali non gliene frega niente della città... Anche perché non è la "loro" città...
Manuel
30 gennaio 2024 20:13
Va bene la riflessione/constatazione su coloro che sono al momento “ospiti” o “visitatori”, ma coloro che si dichiarano cremonesi, italiani e trattano il pubblico come discarica? Che facciamo?
Antonella
31 gennaio 2024 10:57
Ricordo con piacere gli spettacoli del Festival di Mezza Estate che si sono svolti per alcuni anni in quella struttura. Eventi che avevano dato lustro a Cremona con persone dello spettacolo che avevano attirato molte persone. Avevo visto meravigliata l'interno delle fornaci dove erano stati improvvisati i camerini dei vari artisti. Purtroppo dopo diversi anni dalla fine di queste manifestazioni vedo con molto dispiacere il degrado di queste fornaci che hanno fatto la storia della nostra città. Spero in una riqualificazione veloce dell'area prima che il tempo e i vandali la danneggino ulteriormente.