Casa d'appuntamenti con giovani cinesi in via Bergamo allestito anche un triage sanitario
Per attirare la clientela anche in pieno lockdown e per non perdere il giro di affari, avevano organizzato le case di appuntamento con un vero triage sanitario.
La tenutaria, dopo una rapida valutazione sull'apparente stato di salute del cliente e ricevuto il denaro, lo avviava in un disimpegno ove gli veniva prelevata la temperatura con un termometro digitale, gli venivano disinfettate le calzature e dopo essere stato igienizzato e fornito di mascherina, veniva introdotto nell’area trattamento "massaggi" per ricevere la prestazione sessuale pattuita.
I Carabinieri del Norm della Compagnia di Cremona, la mattina del 5 marzo u.s., hanno tratto in arresto, in esecuzione di una misura cautelare della custodia cautelare in carcere, emessa in data 04.03.2021 dal Gip del Tribunale di Cremona dott.ssa Elisa MOMBELLI, su richiesta del PM Dott.ssa Vitina PINTO, per i reati di cui agli artt. 81 cpv c.p. e 3 legge 75/1958 (favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione), un 73enne originario di Mede (PV), ma da anni residente a Fiorenzuola d’Arda (PC) e la sua convivente, una 52enne di nazionalità cinese.
Dalle risultanze investigative condotte dai Carabinieri a partire dal mese di gennaio u.s., e scaturite dalle segnalazioni di alcuni cittadini preoccupati per il continuo sospetto via vai causato dai clienti (tutti uomini adulti che prima di accedere anticipavano l’ingresso con una telefonata), rimasto costante anche nel periodo di massimo lockdown, delle festività natalizie, sono stati raccolti nei confronti dei due, chiari elementi di prova, quali gestori di due abitazioni (una a Cremona ed una a Crema), ove risultava venire favorita la prostituzione di giovani donne di nazionalità cinese, dietro il paravento di un’attività di “centro massaggi”. Tra le segnalazioni anche quelle di alcuni professionisti o uomini che per motivi di lavoro frequentavano altri uffici presenti nel condominio ove era stata creata la casa d’appuntamento che avevano ricevuto delle esplicite “avance” da ragazze cinesi che verosimilmente vivano all’interno dell’appartamento. Attività illecita ampiamente pubblicizzata su rete internet e pubblicazione di annunci. In particolare un appartamento posto all’interno di un elegante condominio residenziale in via Bergamo di Cremona, è stato individuato quale luogo in cui alcune giovani donne cinesi, venivano fatte prostituire dalla coppia. Ragazze che venivano reclutate tramite annunci di lavoro per massaggiatrici, quindi fatte alloggiare nonché minacciate, nel caso in cui non avessero accettato di prostituirsi, di rimanere senza lavoro e segregate in casa, così costringendole a consegnare i proventi ottenuti (tra i 30 e i 50 euro per prestazione). Sono ancora in corso accertamenti al fine di stabilire il numero esatto delle giovani donne fatte prostituire nei due appartamenti gestiti dalla coppia, in quanto ciclicamente venivano sostituite, ma in ogni caso risultano tutte provenire dalle comunità cinesi di Milano e Pavia. L’appartamento di proprietà di una professionista cremonese, estranea alla vicenda, e preso in affitto dalla coppia, con il falso pretesto di volerci andare a vivere, è stato posto sotto sequestro. Fuori dalla porta d’ingresso della casa d’appuntamento, era stata istallata una telecamera di videosorveglianza, mediante la quale i due gestori dell’illecita attività, monitoravano la presenza sul pianerottolo dei clienti al loro arrivo, sia di eventuali soggetti estranei, al chiaro fine di eludere eventuali interventi o controlli di polizia. L’attività di indagine ha confermato, che la proprietaria stessa dell’appartamento aveva già rappresentato al 73enne che l’istallazione della telecamera non era autorizzata e che non potevano essere riprese le persone che accedevano al condominio, ma l’uomo aveva risposto “che l’aveva istallata in quanto in giro ci sono delle persone cattive che avvicinano gli anziani come lui con cattive intenzioni”.
Decine i clienti provenienti dalle province, di Cremona, Piacenza, Parma, Lodi, Mantova e Brescia, che frequentavano gli appartamenti gestiti dalla coppia, sempre in orari diurni per “mascherare il sospetto via vai” con le numerose regolari attività di ufficio che si svolgevano negli altri appartamenti occupati nei condomini di Cremona e di Crema. Clientela per cui i Carabinieri stanno svolgendo i dovuti accertamenti anche in virtù delle violazione commesse in relazione alla normativa ministeriale in materia “anti-Covid”, in particolare per raggiungere le “case d’appuntamento” violando le prescrizioni sui movimenti tra i vari Comuni, le Province e le Regioni a seconda del “colore” in vigore nelle circostanze dell’incontro con le prostitute.
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