29 giugno 2024

Commercio: nei primi tre mesi del 2024 a Cremona sparito un negozio ogni 72 ore. Ma è boom di consegne con l'e-commerce

Le vetrine continuano a spostarsi dalla strada alla rete, ma il risultato nuoce ai comuni. Nei primi tre mesi del 2024 nella provincia di Cremona sono scomparse 33 imprese del commercio al dettaglio per una media di quasi 1 negozio ogni 72 ore. Un crollo cui corrisponde la crescita inarrestabile degli acquisti online: secondo le stime di Confesercenti lieviteranno del +13% nel corso del 2024, generando quasi 4,4 milioni di spedizioni ai clienti cremonesi, in media circa 503 consegne di pacchi all’ora.

Tra chiusure e mancate aperture, il numero di negozi di vicinato al servizio della comunità cremonese è calato in modo continuo dal 2014 in poi. Erano 2.974 a fine 2023, sono 2.941 al primo trimestre 2024 (Dati Unioncamere).

 Se le vetrine scompaiono – e con loro il servizio sul territorio per i cittadini - le consegne di acquisti online, invece, fanno boom. Secondo le stime di Confesercenti, infatti, quest’anno dovrebbero arrivare a 734 milioni a livello nazionale, di cui oltre un terzo nelle tre regioni più interessate: Lombardia (oltre 124 milioni di consegne in tutto), Lazio (71 milioni circa) e Campania (69,6 milioni). 

Con la riduzione dei negozi, si riduce anche la base imponibile per il fisco. Secondo le stime di Confesercenti, dal 2014 ad oggi il tessuto commerciale italiano ha perso oltre 92mila imprese. E con loro, l’Irpef, la tari, e gli altri tributi – dall’occupazione suolo pubblico alla pubblicità – solitamente pagati dai negozi. In media, la desertificazione commerciale ha portato ad una perdita cumulata di 5,2 miliardi di euro di tasse negli ultimi dieci anni. A perderci sono soprattutto fisco centrale ed enti locali. Del gettito sfumato, infatti, il 17,4% - 910 milioni di euro - sarebbe stato di IMU, il 12,6% - o 660 milioni di euro – di TARI, il 42,7% (2,24 miliardi) di Irpef, cui si aggiungono 223 milioni (il 4,3%) di addizionale regionale e comunale Irpef, 700 milioni di euro di Irap (il 13,4%) e infine 510 milioni di euro di altri tributi comunali (9,7% del totale).

Anche per questo Confesercenti della Lombardia Orientale sostiene in Regione Lombardia il Progetto di legge regionale che chiede di trattare le logistiche alla pari della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). 

«Il Progetto di legge pone le basi per un processo di pianificazione e valutazione più strutturato per gli insediamenti logistici di rilevanza sovra comunale; l'obiettivo di armonizzare la pianificazione urbanistica a livello sovra comunale e tutelare ambiente e salute è condivisibile - spiega Gaia Fortunati, Presidente della sede di Cremona di Confesercenti della Lombardia Orientale. - Tuttavia sarà importante garantire che i criteri per la definizione degli ambiti territoriali idonei e la procedura di valutazione degli interventi tengano in considerazione gli effetti della logistica quando è al servizio del commercio elettronico. Il commercio elettronico porta con sé molte opportunità, ma anche molti aspetti problematici se non opportunamente governate anche a livello territoriale. Oltre al mancato gettito fiscale dovuto alla scomparsa dei negozi, c’è un tema ambientale, perché un elevato numero di consegne contribuisce all’inquinamento atmosferico e alle emissioni di CO2, specialmente nelle aree urbane densamente popolate. È quindi necessario per noi che l'efficienza e la comodità delle consegne venga bilanciata con interventi di sostenibilità ambientale e di supporto al commercio locale». 

Nella foto aerea di Riccardo Rizzi Maverick la zona di Porta Romana con via Pietro Vacchelli oggetto di numerose chiusure

 


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commenti


Gianluca

29 giugno 2024 12:15

E siamo solo all’inizio. Fare fuori la città.

Pasquino

29 giugno 2024 12:58

Speriamo che con la nuova giunta inizi una inversione di tendenza ma le premesse non sono delle migliori

Piero

29 giugno 2024 19:03

Non è una questione politica, sono i cittadini a decidere se andare nei negozi o acquistare online.
La storia dei parcheggi è solo una scusa, i negozi muoiono anche nelle zone dove non c'è nessuna limitazione

Marco

30 giugno 2024 05:04

Concordo, accade in tutte le città italiane tranne che al sud dove i negozi di quartiere hanno costi accettabili.

Antonio Sivalli

29 giugno 2024 14:10

Avevamo avvertito tutti ma i dati erano faziosi ecco auguri per i prossimi 5 anni

Patrizia Signorini

29 giugno 2024 15:00

Questa debacle è stata prevista almeno 30 anni fa. Solo ora qualcuno si accorge delle perdite che subiscono i Comuni e solo per questo se ne parla; , l'economia e la struttura sociale del territorio fino al modo di vivere delle persone sono cambiati e comunque compromessi.
Rimediare ? Forse è possibile , ma ci vorranno anni e intanto la cancrena del sistema economico REALE si aggraverà.

Antonio

29 giugno 2024 17:41

Adesso ci pensa il super sindaco Virgilio037…

Marco

30 giugno 2024 05:01

Meno male,Virgilio di idee buone ne ha e sono contento che lo sia anche lei .
ha chiesto la collaborazione delle minoranze che spero non facciano ostruzionismo a prescindere.
Negli schieramenti si possono trovare tentativi di rilanciare il commercio ma sono pessimista.
È un cambiamento di mentalità del consumatore e l'e-commerce è imbattibile se lo uniamo al basso potere d'acquisto causato dai continui aumenti dei prodotti e dalla mancanza di dignità dei salari .
Non da ultimo la riduzione della quantità di merce(alimentari) a parità di costi....la solita fregatura italiana.

Antonio

30 giugno 2024 14:50

Aumenteranno di sicuro con il genio supremo di Virgilio037, farà il balletto di fine campagna e tutto si risolve!!!!