Concerto pirotecnico al Museo del Violino: Bollani superstar incanta l’Auditorium col suo Danish Trio. In programma diverse novità e qualche “cover”. Poi la dedica della serata a Maurizio Pollini
Un sabato sera da fuochi d’artificio quello in scena all’Auditorium del Museo del Violino di Cremona. Nell’ovale il Danish Trio, formazione che unisce al celebre pianista Stefano Bollani, star italiana famosa e stimata a livello internazionale, due musicisti di punta della scena scandinava: Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria. L'evento speciale ha segnato il debutto di Bollani nella prestigiosa sala da concerto cremonese. Nel live una vera e propria carrellata di interpretazioni e improvvisazioni, legate fra loro dall’incredibile sensibilità dei musicisti che sembrano pensare con un’unica mente e con un unico cuore. Il risultato è un concerto scoppiettante che prende i suoi connotati dal mondo jazz ma che trova spunti trasversali a repertori di epoche diverse abbattendo ogni parete e ogni preconcetto. Il programma ha toccato molti brani inediti. “Abbiamo deciso di presentarvi solo brani nuovi, così nessuno alla fine può dire che abbiamo sbagliato qualche nota” scherza da subito Stefano Bollani, matador della serata fra applausi e tifo quasi “da stadio”. “Abbiamo deciso di dedicare questo concerto a un musicista che amiamo molto e quest’oggi ci ha lasciati, Maurizio Pollini”. Il ricordo del grande pianista scomparso poche ore fa ha immediatamente acceso un nuovo lungo applauso in sala. E di nuovo musica. Le note del jazz sono scorse fra le file del pubblico contagiando anche i più timidi in un vorticoso viaggio attraverso standard e improvvisazioni di grande effetto. Bellissimo il “passaparola” tra gli strumentisti che giocano fra momenti solistici e brani corali. Bollani al pianoforte fa tutto ció che gli passa per la testa, e le sue dita lo portano ovunque egli desideri. La sua tecnica non solo è sopraffina, in questo repertorio non basta, ma le affianca un gusto musicale ed un intuito tali da renderlo uno dei più grandi pianisti viventi. Dal canto loro il contrabbassista Boldisen e il batterista Lund sono in grado di assecondare il pianista in ogni sua vertiginosa follia, seguendolo fino “all’inferno e ritorno”, passando da serratissimi intrecci a momenti di pathos. Nei brani molte citazioni, come il motivetto, in controtempo, di The Entertainer nel brano All’ toghether now in cui l’eclettico musicista ha “insegnato” al pubblico un tema da cantare durante l’esecuzione. “Ma non lo proviamo, altrimenti non è sufficientemente jazz” ha ironizzato. Omaggio anche al grande Chick Corea con un’incredibile versione della sua Ethernal Child. Accolta da un corale “bravi” anche la melodia resa celebre dalle dita di Flavio Premoli in Impressioni di Settembre, seguita subito dal successo napoletano Anima e core, che conobbe il suo debutto dalla squillante voce di Tito Schipa. Alla fine della serata ancora un’ovazione per i tre musicisti che hanno creato quel certo non so che di magico. Dopo un meritatissimo applauso il trio ha regalato al pubblico in sala un bis di rara bellezza, un gioiellino di George e Ira Gershwin reso celebre da Ginger Rogers e, sopratutto, da Judy Gardland: But not for me. Un concerto che ricorderemo per molto, molto tempo.
foto Gianpaolo Guarneri/Studio B12
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