2 dicembre 2022

Dall'inizio di Avvento le messe feriali in Duomo si celebrano in cripta. Ricordato il 50° della morte di monsignor Bolognini

Nel pomeriggio di giovedì 1° dicembre il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto nella cripta della Cattedrale la Messa in suffragio dei vescovi cremonesi defunti, con un particolare ricordo per mons. Danio Bolognini alla vigilia del 50° anniversario della morte, avvenuta a Cremona il 2 dicembre 1972. La liturgia, concelebrata dal vescovo emerito Dante Lafranconi e dai canonici del Capitolo della Cattedrale, si è svolta in cripta, dove con l’inizio dell’Avvento sono celebrate le Messe feriali, rafforzando così la vicinanza spirituale ai vescovi che qui sono sepolti.

Prima dell’inizio della celebrazione il Vescovo ha voluto sottolineare che «pregare per i vescovi significa riconoscere le responsabilità che hanno portato davanti al Signore, davanti al popolo di Dio, chiedere la misericordia, la paternità, il premio, la gioia». Aggiungendo poi che «significa anche guardare avanti con fiducia, perché il Signore non ha mai fatto mancare pastori secondo il suo cuore nelle Chiese del mondo».

Successivamente nell’omelia, riferendosi alla Parola di Dio, il Vescovo ha evidenziato come essa sia «il vero filo rosso delle nostre esistenze, della missione della Chiesa» e richiamando il brano di Vangelo ha ricordato un’immagine in particolare, quella della roccia: «Questa immagine – ha detto monsignor Napolioni – bene si addice alla memoria del vescovo Danio, persona forte, imponente, sicura, a volte a tratti rigida, ma una roccia sulla quale appoggiarsi».

«Oggi si dice che tutto è fonte di insicurezza, confusione – ha proseguito il vescovo nella sua omelia –. C’è questo rischio, certo, ma qual è il segreto che dobbiamo imparare da chi ci ha preceduto e ha attraversato periodi non sempre migliori dei nostri?». «La testimonianza dei pastori che ci hanno preceduto – ha detto – è fatta dei loro tentativi di rispondere alle sfide del loro tempo, ma anche e soprattutto della custodia dell’essenziale».

Il vescovo Napolioni ha quindi in guardia dal «costruire una città, una realtà ecclesiale, anche la propria vita, con grandezze che non resistono con l’urto delle sfide del tempo». Con riferimento il motto del vescovo Bolognini – “Veritas in caritate” – ha sottolineato come «la verità inseparabile dall’amore ci ricorda che nessuno può mettersi su un piedistallo in nome di Cristo. Anche se il vescovo talvolta deve essere davanti a tutti, dare voce all’insegnamento del Signore della Chiesa, osare nelle scelte, assumersi responsabilità». «Io credo – ha detto ancora – che tutti i miei predecessori, il vescovo Dante lo può testimoniare meglio di me, e tutti quelli che dopo di me verranno, faremo i conti con un timore e tremore, con il santo timor di Dio nel momento in cui c’è la tentazione di spacciare per volontà di Dio ciò che è il nostro pensiero».

Ha poi concluso con un augurio, «perché anche noi possiamo non diventare sabbia, ma essere terreno buono, affidabile, su cui possano appoggiare le piccole o grandi costruzioni di rapporti, di testimonianza, di vita cristiana che siamo chiamati a realizzare oggi e domani».

Al termine della Messa la preghiera per i vescovi defunti e il vescovo Antonio Napolioni e il vescovo emerito Dante Lafranconi che, accompagnati dal Capitolo della Cattedrale, hanno sostato in orante silenzio davanti alla tomba del vescovo Bolognini. (www.diocesidicremona.it)


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