E' morto il prof. Mario Gnocchi: uomo di cultura e di fede. I funerali mercoledì 27 dicembre alle 11 nella chiesa di Sant'Agata
Venerdì 22 dicembre è morto a Cremona il prof. Mario Gnocchi. In una mattinata luminosa di sole inaspettatamente primaverile, a 89 anni da poco compiuti, è giunto al compimento del suo cammino. I funerali si terranno la mattina di mercoledì 27 dicembre, alle 11, nella chiesa di Sant’Agata. La notizia dolorosa si è rapidamente diffusa in città perché il prof. Gnocchi era largamente conosciuto: professionista assai stimato, uomo di raffinata e vasta cultura e di fede profonda, amico generoso e fedele.
Nato l’8 settembre 1934, nella festa della natività di Maria, per tutta la vita nelle circostanze ufficiali fu Mario, ma per i familiari e gli amici fu sempre, affettuosamente, Meo, e l’appellativo confidenziale, che egli sempre accettò, esprime bene il rifiuto da parte sua di ogni forma di esteriorità di cui, se solo avesse voluto, avrebbe facilmente potuto adornarsi.
Fu alunno al liceo classico Daniele Manin, poi universitario a Pavia nel collegio Ghislieri e nel 1957 si laureò con il prof. Lanfranco Caretti discutendo una tesi su “Questioni scalviniane”. Dopo una breve esperienza di assistentato in università e un soggiorno di studio a Parigi, rifiutò consapevolmente la possibilità di una brillante carriera accademica universitaria e volle essere docente liceale. E così in effetti fu. Per 34 anni, dal 1961 al 1995, Mario Gnocchi è stato professore di Letteratura italiana e Latino al liceo classico Manin di Cremona e intere generazioni, genitori e figli, lo hanno avuto come stimatissimo insegnante. E hanno potuto godere della sua cultura eccezionalmente vasta, mai ostentata, vivacissima e agile, che spaziava da Dante a Montale, da Kafka a Bernanos, da Rebora a Maritain e appassionava le giovani menti spalancando loro impensati orizzonti e le affascinava con la finezza e la profondità della lettura. In altre parole, faceva loro scoprire la potenza maieutica della cultura e gliela faceva amare.
Il prof. Gnocchi, assai esigente con se stesso, non ha mai smesso di ricercare, approfondire, interrogare, studiare. Ne sono prova i numerosi interventi apparsi su riviste e le conferenze che ha tenuto a Cremona e in molte altre sedi. Possiamo ricordarlo come un esploratore, mai sazio, del mistero dell’esistenza, un mistero che affascina e inquieta. Perciò non stupisce che il prof. Gnocchi abbia scavato incessantemente anche nel mistero che è oggetto della fede cristiana, fede che è stata in lui forte, profonda, consapevolmente adulta e libera. Uomo sempre disposto al dialogo, si è assai presto inoltrato nel mondo dell’ecumenismo e ne ha abbracciato la spiritualità. Come altri della sua generazione, che hanno nutrito gli anni della loro piena giovinezza con l’esperienza del Concilio Vaticano II, Mario Gnocchi ha svolto importanti incarichi di rilevanza ecumenica. Ha aderito e collaborato intensamente con il SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), del quale è stato presidente nazionale dal 2004 al 2012, partecipando al Gruppo misto della catechesi ecumenica e al Gruppo misto teologico e guidando per lunghi anni il Gruppo cremonese del SAE.
Ma ancor prima, dal 1969 al 1974, aveva presieduto il Gruppo Laureati Cattolici di Cremona e, in anni più recenti, aveva fatto parte del Comitato di direzione della Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo.
Due importanti figure della Chiesa cremonese sono state da lui finemente studiate e illustrate: quella di don Mazzolari, con l’edizione critica dei due volumi “Tra l’argine e il bosco” e “Zaccheo” , e quella del grande vescovo Geremia Bonomelli, coraggioso precursore in ambito cattolico del pensiero ecumenico, del quale il prof. Gnocchi ha editato in versione critica il messaggio che, in qualità di vescovo di Cremona, Bonomelli inviò nel 1910 alla Conferenza Missionaria Mondiale di Edimburgo (M. Gnocchi, Bonomelli: la dimensione ecumenica in “Diocesi di Cremona”, 1995 e Idem, Geremia Bonomelli e il suo tempo, Brescia 1999).
Il prof. Gnocchi è stato tutto questo e molto altro. Ma ancora almeno un aspetto non va sottaciuto perché è parte integrante della sua persona: il sentimento profondo e sacro che ebbe dell’amicizia, che donava senza risparmio, sempre rispettoso della libertà altrui e sempre fedelmente pronto a prodigarsi. E l’amore forte che lo ha legato lungo una intera vita a Vanna, la sua amata sposa, e ai figli, alla sua bella famiglia che, quando la malattia ha spento in lui a poco a poco le forze fisiche e mentali, lo ha accompagnato con delicatezza e intensità di affetti e lo ha infine consegnato all’abbraccio luminoso del suo Signore.
“Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato” (Lc 24,16). Teniamo Mario Gnocchi nel cuore: non è più prigioniero della morte, è con noi, giorno dopo giorno, fino al Grande Incontro. (Pinuccia Marcocchi, www.diocesidicremona.it)
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