23 ottobre 2025

Detto Ferrante Anguissola, discendente della celebre pittrice Sofonisba, le dedica una canzone in occasione dei 400 anni dalla sua morte, il nostro racconto in anteprima

Mercoledì 12 novembre è la data ufficiale in cui uscirà la nuova canzone di detto Ferrante AnguissolaI Fiumi di Lombardia” un omaggio alla terra, alla memoria ed alla sua antenata Sofonisba. Il brano, pubblicato da Terzo Millennio Records, è una nuova versione di un pezzo scritto da Ferrante a soli 17 anni, oggi rielaborato grazie alla preziosa collaborazione con il produttore e arrangiatore Mauro Paoluzzi, un evento importante per la storia della musica italiana.

“I Fiumi di Lombardia” è un brano che prende per mano chi lo ascolta e lo trasporta in un viaggio tra musica, storia e radici familiari: questo è lo spirito del nuovo singolo di detto Ferrante Anguissola, disponibile in tutti i digital store a partire dal 12 novembre 2025, in concomitanza con le celebrazioni per il 400° anniversario della morte di Sofonisba Anguissola, prima donna pittrice del Rinascimento a guadagnarsi fama internazionale e antenata dell’artista. 

Procediamo con ordine. Ferrante Anguissola, classe 1932, con più di novant’anni di vita, continua a parlare correttamente quattro lingue e porta avanti una carriera musicale che intreccia arte, tecnologia e poesia. La sua storia è un viaggio tra passato e presente, memoria che si intreccia ad innovazione, una curiosità instancabile per il futuro e che mai, però, dimentica il rispetto per le proprie radici. È un uomo di musica e chi appartiene all’ambiente lo conosce per essere stato fondatore di Exhibo, azienda che ha seguito personalmente fino a qualche anno fa. La sua vita potrebbe essere la trama di un romanzo ma, del resto, lo scriveva anche Dante Alighieri: “La stirpe non fa le singulari persone nobili, ma le singulari persone fanno nobile la stirpe”. E la stirpe Anguissola è decisamente di primo ordine perché nell’albero genealogico spicca Sofonisba, pittrice del Rinascimento, pioniera della professione di artista in un mondo tutto al maschile.

Sofonisba figlia di un nobile e non di un artista, fu la prima a tracciare la strada per le figure femminili nel mondo della pittura. Ferrante ha dedicato oltre 40 anni alla riscoperta della sua antenata, riportando alla luce molte opere erroneamente attribuite ad altri e raccontando la vita di una donna che seppe imporsi con talento, forza e pazienza in un mondo che non concedeva alle donne possibilità artistiche. “Sofonisba ha saputo emergere e diventare celebre in un’epoca in cui la pittura era appannaggio degli uomini – racconta Ferrante – Il brano è anche un omaggio alla sua determinazione e alla sua grandezza artistica.” 

Nato e cresciuto a Cremona, Ferrante ha trascorso l’infanzia tra le vie della città e la campagna cremonese, in luoghi come la Cascina La Buffalora, vicino a Casalbuttano. Qui, tra pioppi, marcite e corsi d’acqua, si è formato l’amore per la natura e per i grandi fiumi della Lombardia, in particolare il Po, che per lui e la sua famiglia era un “Monster” ammirato e rispettato. La musica era una costante: la madre suonava il pianoforte, i fratelli fisarmonica e chitarra e Ferrante, già a 12 anni, accompagnava le serenate ai giovani innamorati della zona.

È proprio in questo contesto che nasce il testo e la musica de “I Fiumi di Lombardia”, un canto che racchiude la memoria, l’affetto per la sua terra e il legame profondo con la famiglia. “Questo brano vuole trasmettere la bellezza dei paesaggi e dei fiumi che hanno accompagnato la mia crescita – racconta Ferrante – e celebrare l’amore e la cultura che la mia famiglia mi ha trasmesso”.

Come mai ha deciso di comporre questo brano?

"Come molti sanno sono nato a Cremona nel palazzo dei miei nonni in Corso Campi 25, a pochi metri di distanza da Via Sofonisba Anguissola, città natale anche per Sofonisba. Al tempo, va sottolineato, non era molto conosciuta. 

Fino agli otto anni ho vissuto nella bella e rigogliosa campagna cremonese presso la cascina La Buffalora, vicino a Casalbuttano. Lì si è compiuta una magia. Mi sono innamorato della campagna, degli alberi, in particolare dei pioppi, dei prati, delle marcite e dei corsi d’acqua. Poi una strana coincidenza. Avevo sette anni ed ero intimorito dai temporali, poi mi accorsi che il soffio del vento cambiava prima del tuono. Ecco, tutto questo ha contribuito a sviluppare il mio amore per natura ed il procedere della macchina temporalesca che poi, in età adulta, mi fu utile per diventare istruttore di vela. Ricordo con grande affetto e fascino la vita dei tempi in campagna. Le serate sotto le barchesse quando si “scartocciava” il granoturco e si cantava tutti insieme ed io accompagnavo con la mia chitarra. La musica era una costante in casa perché la mamma suonava il pianoforte e noi fratelli suonavamo anche fisarmonica e chitarra. A 12 anni accompagnavo i ragazzi grandi a fare le serenate alla bella suonando da una cascina all’altra. Vivevo la campagna. Poi c’era il Po, era per noi tutti un “Monster” e non solo il Grande Fiume che ammiravamo dal lungo ponte a Cremona quando si andava a trovare i nonni piacentini. Nel sangue siamo cremonesi e piacentini. Come non amare i Fiumi d’Italia e di Lombardia dove abitavamo?! Ecco, la mia storia, la storia della nostra Famiglia è tutto questo. Ora, dopo tanti anni, ho deciso di realizzare un remix proprio della canzone che si intitola “I Fiumi di Lombardia” e che oggi dedico a Sofonisba; anche Sofonisba aveva sangue cremonese e piacentino ed il doppio dello amore per il Grande Fiume. Questa è la ragione principale.

Quale messaggio desidera trasmettere?

"Sono rimasto abbagliato dai genitori di Sofonisba perché hanno saputo arricchire le loro sei figlie di una grande e varia cultura, le hanno rese differenti rispetto alle altre dame, le hanno rese capaci di una visione differente rispetto a quella imposta dall’epoca in cui hanno vissuto, in questo le hanno rese superiori, sono stati dei grandi! Questo voglio raccontare. Senza dimenticare la forza d’animo, la costanza, la singolarità del modo di essere donna di Sofonisba, capace di mettere in evidenza doti come la pazienza, il tatto, la scelta stessa dei mariti che ha compiuto nella sua vita, ha sostenuto anche colleghi artisti promuovendone le capacità come accadde raramente. Desidero che tutti questi importanti valori non vengano dimenticati"

Il singolo anticipa l’uscita del nuovo album di detto Ferrante Anguissola, previsto per gennaio 2026, che comprenderà 11 brani originali. L’album rappresenta un capitolo importante della carriera dell’artista, capace di unire memoria, territorio e musica d’autore, intrecciando sonorità contemporanee con poesia, ironia e profondità emotiva.

La nuova fatica musicale nasce dalla collaborazione con Mauro Paoluzzi, prestigioso produttore e arrangiatore italiano, premiato nel 2024 con il Premio Tenco come miglior produttore e arrangiatore. Paoluzzi vanta una carriera straordinaria, avendo collaborato con artisti del calibro di Roberto Vecchioni, Gianna Nannini, Patty Pravo, Loredana Bertè e molti altri. La sua esperienza e sensibilità artistica hanno permesso di ridisegnare i brani, fondendo tradizione e modernità, poesia e armonia, conferendo a ogni nota e a ogni parola una nuova profondità emotiva.

Qualcuno scrisse: “Un fiume è l’acqua nella sua forma più bella; i fiumi hanno vita, suonano movimento in infinite variazioni, i fiumi sono le vene della terra attraverso le quali la linfa vitale ritorna al cuore”. I fiumi sono la memoria viva della nostra storia.

Beatrice Ponzoni


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